Quali sono le erbe selvatiche commestibili, come riconoscerle ed utilizzarle
Scopriamo le diverse erbe commestibili. I nostri suggerimenti su quali erbe possano essere raccolte nelle varie stagioni, le più adatte per essere mangiate, e quelle per depurarsi.
Passeggiare per campi e sentieri fioriti, specie durante la stagione primaverile, può rivelarsi un passatempo sano, rilassante e soprattutto gustoso. Già, perché in questa stagione sono tante le erbe commestibili in cui è possibile imbattersi nelle radure, nei boschetti, lungo i canali, accanto ai corsi d’acqua e nei prati. E tra queste erbe commestibili: cosa raccogliere in primavera?
Sommario
Erbe selvatiche commestibili: un elenco
Basta riconoscere e selezionare con cura le erbe commestibili e sperimentarne i mille utilizzi in cucina.
Dall’antipasto al dolce, infatti, la raccolta vi darà l’opportunità di preparare un menù vegetariano completo, ricco di colori, sapori e profumi di primavera?
Le erbe commestibili che potremmo raccogliere proprio in questa stagione sono diverse, tutte buonissime, ricche di sostanze benefiche e versatili in cucina. Eccone alcune tra le più diffuse e semplici da individuare anche grazie alle nostre foto.
Melissa
La melissa (Melissa Officinalis): pianta spontanea perenne di cui sono ghiotte le api e conosciuta si dall’antichità per le sue proprietà calmanti e benefiche sull’umore.
Cresce nei pascoli e nei prati, predilige i terreni piuttosto umidi ma spesso la si può scorgere anche lungo le siepi o sui ruderi. Della melissa, in cucina, si si utilizzano prevalentemente le foglie (fresche o secche) che conferiscono ai piatti un sentore di formaggio davvero invitante.
Ottima per preparare insalate, frittate, per arricchire macedonie e nelle preparazioni salate a base di funghi.
Robinia
La robinia (Robina Pseudoacacia): è un arbusto amante dell’umidità che si sviluppa molto velocemente fino a diventare quasi infestante. Il suo nome è ispirato a quello del botanico Jean Robin che per primo piantò la robinia nel ‘Giardino dei Semplici’ di Parigi dopo averla importata dall’America Settentrionale.
Fiorisce in primavera regalando grappoli di splendidi fiori bianchissimi e profumati su cui si posano con le api che producono un delizioso miele d’acacia.
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Proprio i fiori sono ottimi consumati freschi nelle insalate, pastellati e fritti o nelle frittate. Attenzione alle altre parti della pianta: semi, corteccia e radici sono tossici!
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Rovo
Il rovo (Rubus Ulmifollius): i germogli e i frutti di questa pianta spontanea perenne sono prelibatissimi e dolcissimi. I primi si raccolgono in maggio e sono ottimi crudi in insalata, mentre le more raggiungono la piena maturazione tra agosto e settembre. Il rovo cresce spontaneamente nei terreni incolti e nei boschi ma è facile trovarlo anche lungo i sentieri di campagna.
Sambuco
Il sambuco (Sambucus Nigra): tra aprile e giugno il sambuco ci regala delle bellissime fioriture che danno vita, un po’ più tardi, a delle bacche succose e dolci che raggiungono la piena maturazione in estate. Il sambuco cresce prevalentemente nei luoghi freschi, vicino ai torrenti o ai fiumi, ma è facile scorgerlo anche nei prati e sui cigli delle strade.
Come pianta officinale, è conosciuto soprattutto per le sue proprietà diuretiche, ma è adatto anche per essere incorporato in svariate preparazioni gastronomiche: con la fioritura di maggio, infatti, è possibile preparare il succo di fiori sambuco, una bevanda zuccherina e aromatica davvero indicata per i primi caldi o per accompagnare dessert e frutta fresca.
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Spinacio selvatico
Lo spinacio selvatico (Chenopodium album): prima che fiorisca, lo spinacio selvatico può essere raccolto durante tutto il periodo primaverile per utilizzarne i germogli più teneri. Lo si trova più facilmente vicino ai pascoli e in generale nei terreni e nei prati che abbondano di sostanze nutritive. La caratteristica forma a ‘zampa di oca’ (da cui deriva il suo nome) rende lo spinacio selvatico facilmente riconoscibile. Gustoso, saporito e ricco di sostanze benefiche, può essere consumato fresco a crudo, soffritto in padella o lessato.
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Ortica
L’ortica (Urtica Dioica) è protagonista in cucina. Probabilmente si tratta della più nota tra le erbe selvatiche commestibili. Si presta a mille piatti e ricette ed il periodo migliore per raccoglierla è proprio quello primaverile. Se ne può utilizzare praticamente ogni parte, ma è preferibile servirsi delle cime più fresche e tenere. Essendo un’infestante, la si trova praticamente ovunque, specie nei terreni incolti e umidi e lungo i sentieri. Dai risotti, alle zuppe, fino ad arrivare agli sformati, l’ortica vi stupirà per il suo sapore ricco e aromatico.
Unica raccomandazione per la raccolta: munirsi di guanti e secchiello per evitare spiacevoli incidenti…
Amica delle donne, ricca di ferro e clorofilla, contrasta l’anemia e grazie al buon contenuto di silicio e calcio rinforza ossa e capelli. Il decotto si può bere come depurativo ma è un buon detergente per capelli e pelli grasse e impure, donando ad entrambi luminosità. Ha proprietà alcalinizzanti e depurative, è ottima lessata, in zuppe e minestre ma anche buona in frittate e pasta.
Erba alliaria
L’erba alliaria (Alliaria Officinalis) predilige i terreni boschivi. Come si intuisce dal nome, il suo aroma e sapore ricordano vagamente quello dell’aglio. Pianta spontanea perenne, si raccoglie da maggio in avanti. Estremamente digeribile, delicata e utilizzabile in mille modi diversi.
In cucina questa erba selvatica commestibile è utilizzabile in tutte le sue parti:
- fiori bianchi da gustare a crudo nelle insalate.
- semi per aromatizzare zuppe e minestre visto che il loro profumo ricorda quello speziato della senape.
- foglie per i sandwich e gli infusi, succhi, pesti a crudo, zuppe, minestre o per insaporire torte salate e piadine.
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Erbe selvatiche commestibili amare
Poi ci sono le erbe selvatiche commestibili amare, per depurare il fegato dalle tossine accumulate durante i mesi invernali, siano esse frutto di un’alimentazione eccessivamente ricca di grassi, che dei farmaci presi per i malanni stagionali.
Ebbene, non a caso, la natura ci offre i rimedi giusti per correre ai ripari. Grazie al gusto leggermente amarognolo, se ben sfruttato insieme ad ingredienti più dolci, consente di creare interessanti combinazioni aromatiche. Basta anche il semplice olio extra-vergine oppure spezie ed erbe aromatiche per esaltarne la spiccata personalità.
Vediamo allora quali sono le principali e le loro caratteristiche ed applicazioni anche in cucina.
Tarassaco
La medicina popolare considera il tarassaco la regina dei trattamenti disintossicanti. È consigliata come stimolante della bile e depurativa del fegato.
Nota anche come “piscialetto” per le sue proprietà diuretiche o “dente di leone” per la forma delle sue foglie. Queste ultime, essiccate possono essere consumate tutto l’anno per fare infusi depurativi da bere a digiuno. Fresche, sono ottime per realizzare frittate, flan, vellutate, minestroni e pesti aromatici.
Cicoria
Tra le erbe selvatiche commestibili non potrebbe mancare la cicoria. Si tratta di un ottimo rimedio contro la stitichezza e stimolante delle funzioni epatiche, utile soprattutto in tutti i casi di pelle impura.
Contiene anche inulina, una fibra in grado di stimolare la crescita della flora batterica intestinale e favorire l’assorbimento del calcio. E’ ottima impiegata per completare minestre, realizzare vellutate ma anche in golosi ripieni.
Ortica
L’ortica è considerata la pianta amica delle donne, ricca di ferro e clorofilla. Contrasta l’anemia e grazie al buon contenuto di silicio e calcio rinforza ossa e capelli.
Il decotto si può bere come depurativo ma è un buon detergente per capelli e pelli grasse e impure, donando ad entrambi luminosità. Ha proprietà alcalinizzanti e depurative, è ottima lessata, in zuppe e minestre ma anche buona in frittate e pasta.
Rucola
La rucola appartiene alla stessa famiglia delle crucifere, la stessa dei cavolfiori. Accende il sapore delle insalate e potenzia il sistema immunitario. Contiene molti antiossidanti come la vitamina A, la vitamina Ce i fenoli.
Molto gradevole anche cotta, aggiunta alla pasta negli ultimi minuti di cottura o abbinata a verdure dolci come piselli e patate, permette di realizzare pesti e vellutate, magari abbinata a ortaggi dolci come le carote.
Non va conservata in frigo poiché tende ad appassire, meglio in un vasetto come in un mazzetto di fiori oppure, ancora meglio sarebbe coltivarla sul balcone.
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Puntarelle o agretti
Tra le erbe selvatiche commestibili non possono mancare le puntarelle, anche se in realtà sono solo i germogli di un varietà di catalogna chiamata spigata. Come noto, si tratta di un ingrediente tipico della cucina romana.
Le foglie di questa verdura possono essere utilizzate come le erbette e gli spinaci, semplicemente lessate mentre le puntarelle vanno lasciate a bagno in acqua e ghiaccio (per farle arricciare e diventare croccanti) per diventare così una gustosa insalata.
La tradizione romana le abbina ad acciughe salate ma possono essere combinate anche con olive e capperi. Ottime poi per accompagnare formaggi morbidi e per farcire bruschette.
Ultimo aggiornamento il 16 Gennaio 2024 da Rossella Vignoli