Scienziati e meteorologi di tutto il mondo si dividono sull’argomento, e con loro l’opinione pubblica, ma a leggere l’allarmante Rapporto sul Clima Globale recentemente pubblicato dall’Organizzazione Meteorologica Mondiale, ogni dubbio sembra destinato ad essere fugato. Secondo lo studio, infatti, i primi dieci anni del 21° secolo sono stati i più bollenti dal 1850 ad oggi, con un picco nel 2010 che ha fatto registrare un sensibile aumento delle temperature sia terrestri che oceaniche.
Su nove dei dieci anni compresi tra il 2001 e il 2010, infatti, si sono verificati fenomeni meteorologici estremi, come l’ondata di caldo eccezionale che ha investito l’Europa nel 2003, l’alluvione del 2010 abbattutasi sul Pakistan, l’uragano Katrina che ha colpito gli USA nell’agosto del 2005 e la comparsa anomala del Nino (2009), cioè quel fenomeno climatico che solitamente si verifica nell’Oceano Pacifico nei mesi di Dicembre e Gennaio, in media ogni 3-7 anni. Ma, questi sono solo alcuni esempi: in generale, il decennio sotto la lente di ingrandimento degli esperti è stato caratterizzato da un sensibile aumento delle precipitazioni, delle concentrazioni di gas serra nell’atmosfera e da una spiccata variabilità del clima che ha alternato periodi di forti piogge a fasi di siccità prolungate.
LO SAPEVI? La composizione dell’atmosfera rischio per il global warming
Nel rapporto, gli esperti concordano nel dire che il cambiamento della composizione dell’atmosfera, oggi ricca più che mai di anidride carbonica, metano, protossido di azoto e altri gas serra, è la causa diretta dei fenomeni meteorologici come quelli citati e dell’aumento della temperatura media globale che a sua volta esercita un’influenza diretta sul ciclo idrologico e sulle oscillazioni climatiche già osservate.
Benché il primo decennio del nuovo millennio sia stato il più caldo a livello mondiale, l’aumento costante della temperatura rappresenta un fenomeno in atto sin dal 1970. L’entità dell’aumento medio in questi 4 decenni, infatti, è stata di 0,17° con picchi di 0,21° tra il 1991 e il 2010; l’anno più caldo è stato proprio il 2010 che ha fatto registrare un aumento medio della temperatura terrestre di circa 0,54°.
Stando alle stime, tra il 1961 e il 2010 ben 56 paesi hanno registrato il record delle temperature massime giornaliere e tra il 2001 e il 2010 sono stati colpiti da ondate di calore improvvise e micidiali, come quella che ha investito l’Europa nel 2003 causando migliaia di morti, soprattutto tra le fasce meno protette della popolazione in Francia e Italia, o l’eccezionale calura che ha interessato buona parte della Russia nell’agosto del 2010 provocando incendi che i commentatori locali hanno paragonato alla devastazione nazista di mezzo secolo prima e che hanno causato ben 55.000 decessi tra la popolazione.
Allo stesso modo e con gli stessi tragici effetti si sono avuti periodi di freddo intenso e prolungato accompagnato da abbondanti nevicate, come quelle cadute in Europa nel dicembre del 2009 e nel febbraio del 2010 (oltre 450 morti). Per non parlare del tributo, economico e umano, che migliaia di popolazioni hanno versato a causa di inondazioni, alluvioni e nubifragi.
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Ma vediamo nel dettaglio i cambiamenti più evidenti indotti dall’aumento delle temperature nel decennio in esame:
Di fronte a un simile quadro è ovvio che capire fino in fondo i cambiamenti che la terra sta attraversando soprattutto a causa dell’attività umana è di fondamentale importanza per tentare di prendere le giuste contromisure e garantire benessere e sviluppo socio-economico alle generazioni che verranno. Gli scetticismi e le disquisizioni sulla possibilità che i gravi mutamenti climatici non siano strettamente connessi al surriscaldamento globale devono essere definitivamente accantonati di fronte ad un’evidenza fin troppo drammatica da commentare. È vero, occorrono ancora più informazioni, dati e ricerche per avere un quadro completo della situazione e per riuscire a prevedere con buona approssimazione l’evoluzione di questo fenomeno, ma l’allarme lanciato dalla commissione di esperti delle Nazioni Unite non può più rimanere inascoltato. (Fonte: www.wmo.int).
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