Chi anela al consumo di soli prodotti a km 0 (o quasi) dovrà fare bene i conti prima di riempire il carrello della spesa poiché, nella maggior parte dei casi, si ritroverà senza saperlo cibi che hanno percorso molti più chilometri di quanto si possa sospettare.
![Tutto sul cibo a km zero](https://www.tuttogreen.it/wp-content/uploads/2014/02/ortofrutta-250x151.jpg)
Già, perché in tutti in paesi del mondo, Italia compresa, quello che si porta in tavola ha viaggiato per parecchio tempo, attraversato interi continenti, solcato mari e oceani prima di giungere a destinazione.
Tra i banchi del reparto frutta e verdura di ogni supermercato, infatti, non è raro trovarsi di fronte a mele cilene, kiwi neozelandesi (nonostante l’Italia sia il primo produttore mondiale di kiwi…), ananas del Kenya e perfino uva sudafricana. Saltando da un angolo all’altro del globo, insomma, si scopre che la lista dei prodotti non esattamente a km zero è molto nutrita.
Pensate che negli Stati Uniti i prodotti ortofrutticoli più consumati percorrono in media 2.400 km prima di arrivare sulle tavole degli americani. E c’è di più: considerando i lunghi tragitti che questi alimenti devono percorrere prima di raggiungere la meta, scopriamo che trasporto, refrigerazione e distribuzione assorbono circa l’80% dell’energia necessaria per produrli e immetterli sul mercato.
Oltre alla notevole quantità di energia utilizzata per movimentare il cibo e conservarlo fino al momento del suo arrivo nel supermercato, anche l’anidride carbonica emessa per trasportarlo varia a seconda del mezzo utilizzato e di quanto quell’alimento ha dovuto viaggiare.
Sul sito inglese Food Miles è possibile quantificare tutto questo con buona approssimazione. Non solo si può calcolare quanti chilometri hanno percorso gli alimenti che mangiamo, ma anche mappare il tragitto e scoprire con l’aiuto di un calcolatore virtuale quanta CO2 è stata emessa durante il trasporto.
Un’altra applicazione disponibile sullo stesso sito consente di risalire all’origine delle uova: è sufficiente scaricare gratuitamente la app ‘Uovo sodo’ sullo smartphone, inserire il codice stampato sul guscio e avviare la ricerca.
FOCUS: Prodotti a km 0: cosa sono e dove trovarli
Per chi volesse perseguire l’ambito obiettivo di una spesa a km 0 è possibile scaricare anche la app l’Orto in Tasca che segnala le aziende agricole più vicine, il prezzo dei prodotti e gli spacci. Attraverso questa applicazione si possono recensire le aziende agricole, condividere le proprie esperienze con la community e ricevere un alert quando ci si trova nei pressi di un’azienda agricola che vende frutta e verdura di produzione propria.
Insomma, con un po’ di impegno, l’aiuto della tecnologia e tanta pazienza l’obiettivo forse potrebbe non essere così ardito.
Altre informazioni sul bio e i prodotti a km zero
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