Scegliere i giusti modelli di pannelli fotovoltaici non è semplice. Ci sono diversi fattori di cui bisogna tenere conto: tecnologici, di costo e di efficienza in primis.
Fattori tecnologici
I pannelli solari esistenti sul mercato oggi si differenziano per la tecnologia delle celle fotovoltaiche e sono fondamentalmente di 3 tipi: silicio monocristallino, silicio policristallino e silicio amorfo. Il tipo di pannello che va bene dipende dal budget e dallo spazio fisico a disposizione per l’installazione.
1) Silicio monocristallino: è il più pregiato, costoso ed efficiente nel convertire la luce del sole in energia elettrica: il rendimento che assicura, ossia la capacità di trasformare la luce del sole in energia elettrica, è il più alto nel mercato e varia tra il 16 e il 20%. E’ generalmente la migliore opzione se non si ha tanto spazio a disposizione per l’installazione.
2) Silicio policristallino: leggermente meno efficiente del silicio monocristallino (rendimento che si situa tra il 10 e il 15%) e anche leggermente meno costoso.
3) Silicio amorfo: in questo caso i pannelli solari costano assai di meno, ma hanno un rendimento basso (tra il 5 e 8%) e occupano un sacco di spazio. E’ però una soluzione ottimale quando bisogna coprire una superficie curvilinea, perchè la particolarità del silicio amorfo è la flessibilità e quindi i pannelli possono essere costruiti in fogli flessibili.
Detto dei fattori tecnologici (che comunque sono legati a doppio filo a budget e spazio in cui si vuole installare), veniamo agli altri fattori chiave, efficienza in primo luogo.
Dando per scontato che possediate tutti i requisiti per installare un impianto fotovoltaico per produrre energia elettrica ai fini domestici (cioè siete proprietari dell’area, casa e/o terreno dove volete installare o avete l’apposito permesso per farlo se vivete in un condominio, non ci sono vincoli ambientali bloccanti e avete una area disposta a Sud, non ombreggiata, dove puntare i pannelli), vediamo i next step per l’installazione dei pannelli solari.
a) Esame della superficie: misurate la superficie a disposizione, perchè la quantità di luce solare catturabile e trasformabile in energia elettrica dipende innanzitutto da questo. Considerate che in una superficie inclinata come un tetto occorrono circa 8 mq per ogni kW di potenza che si vuole ottenere. Nel caso si montino più file di pannelli, ci vorranno più di 8 mq per ogni kW, perchè le file di pannelli vanno distanziate per evitare che si ombreggino a vicenda. Quindi, questa è la prima cosa da sapere: se avete indicativamente una superficie di 16 mq di tetto (ovviamente orientato a sud), l’impianto che potremo montare avrà potenza circa di 2 kW.
b) Calcolo del fabbisogno e ottimizzazione del capitale investito: posto che l’impianto ottimizza l’investimento è quello che produce su base annua esattamente quanto consumiamo, bisogna capire innanzitutto il nostro fabbisogno. Prendiamo quindi le nostre bollette elettriche e capiamo quanti kWattora (gli “scatti”) consumiamo in un anno.
Poi, il nostro consumo andrà diviso per la produzione dell’impianto fotovoltaico, tenendo conto che la produttività di un impianto cresce – a parità di altre condizioni – man mano che ci si sposta dal Nord al Sud d’Italia. Ho trovato in rete una comoda tabella che ci dice che un impianto fotovoltaico da 1 kW produce in media:
– al Nord: circa 1150 kWattora/anno
– al Centro: circa 1300 kWattora/anno
– al Sud: circa 1500 kWattora/anno
A questo punto, se prendiamo il valore di scatti della nostra bolletta elettrica annuale e la dividiamo per questi coefficienti di produttività, otteniamo il dimensionamento ottimale dell’impianto fotovoltaico.
Ad esempio, abitiamo nel Centro Italia, e consumiamo 3900 kWattora/anno all’anno, avremo: 3900/1300 = circa 3 kW di dimensionamento efficiente dell’impianto.
Oppure abitiamo al Nord e consumiamo solo 2500 kWattora/anno, il dimensionamento sarà poco più di 2 kW di picco (2500/1150).
In questo modo saremo anche in grado di scegliere la potenza ottimale dell’impianto, fermo restando che è sempre possibile costruire impianti con potenza maggiore rispetto al fabbisogno ovvero anche senza avere un consumo di energia elettrica e riversare tutta la produzione nella rete.
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