Cosa succede al global warming?
Si fa sempre un gran parlare del riscaldamento globale, a volte strumentalizzando la problematica a fini elettorali, ma sembra che in giro ci sia ancora un po’ di confusione rispetto al tema.

Contribuiscono anche le dichiarazioni di membri del Governo e personalità di spicco che non sono propriamente veritiere, tese a screditare i climatologi e contribuire a ridurre l’urgenza di un intervento.
Negli USA un senatore del Texas, Ted Cruz, ha parlato per esempio di un assestamento delle temperature dal 1998 in poi, mentre Fox News avrebbe annunciato la fine del global warming.
In realtà la questione è molto più complicata. Gli scienziati del Gruppo Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici (IPCC) precisano che il rallentamento dell’innalzamento della temperatura di cui tanto si parla è legato ad una riduzione del riscaldamento solo a livello superficiale ed è temporanea.
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Dove sta dunque la verità?
Jerry Meehl del Centro Nazionale della Ricerca Atmosferica, in Colorado, spiega che dal 1950 in poi ogni decennio è stato più caldo di quello precedente e nel 2000 è stato misurato il decennio più caldo a partire dal 1850, l’anno in cui sono iniziate le misurazioni.
Il rallentamento di cui parlano in molti in realtà è dovuto ad un rallentamento del tasso di aumento delle temperature negli ultimi 15 anni, siamo cioè passati da 0,12° a 0,05° di auemnto medio decennale della temperatura.
La temperatura superficiale è comunque un dato parziale perchè la superficie terrestre non si adatta completamente quello che sta accadendo.
Il problema maggiore resta lo squilibrio energetico della Terra. I gas serra intrappolano il calore e la maggioranza di quest’ultimo non resta nell’atmosfera ma viene assorbito dagli oceani, dove difatti gli scienziati hanno rilevato un aumento progressivo della temperatura esteso fino a 700-2.000 metri di profondità.
L’ipotesi è che questo fattore, combinato ad altri che vedremo tra poco, possa determinare una riduzione delle temperature della superficie.
Che ruolo svolge l’Oceano Pacifico in tutto questo? C’è una fase di fluttuazione naturale chiamata ‘oscillazione Pacifica interdecadale’ che porta l’acqua fredda in superficie e quella calda nei fondali, determinando dunque un aumento di temperatura delle acque in profondità ed un abbassamento nell’aria.
E i vulcani? A quanto pare giocherebbero un ruolo importante perchè attraverso l’emissione di particelle di zolfo nella stratosfera attenuerebbero l’intensità dei raggi solari.
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Inoltre anche il vapore acqueo, la cui presenza nella stratosfera è aumentata in questi ultimi anni, contribuirebbe a far aumentare l’effetto serra.
Anche la Natura dunque può avere spontaneamente effetto sul fenomeno del global warming, ma ciò non toglie che l’attività maldestra dell’uomo contribuisca in modo impressionante con una percentuale di causalità diretta pari al 95%.
Siamo ancora sicuri di voler dormire sogni tranquilli e gridare alla vittoria come i politici USA e la rete Fox?
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