Piante e fiori

Cos’è il fiore di carciofo? Non tutti sanno che…

Quello che si mangia del carciofo non è il frutto, ma il fiore

Il fiore di carciofo o cynara cardunculus cosa è esattamente? C’è un po’ di confusione in merito al fiore di questo ortaggio che siamo soliti utilizzare in cucina. Ma è più semplice di come appaia: il fiore di carciofo altro non è che la parte più interna di ciò che solitamente mangiamo, è la cosiddetta barba del carciofo.

Cos’è il fiore di carciofo? Non tutti sanno che…

Se infatti l’ortaggio non venisse raccolto in tempo per destinarlo al mercato ortofrutticolo, la barba aumenterebbe di dimensioni fino a uscire dalle sue brattee verdi con un esplosione di colore: dal violaceo al color lavanda.
Scopriamo tutto sulla pianta di cynara cardunculus, sulla sua coltivazione e sul suo fiore.

Fiore di carciofo: la sua pianta

Il carciofo – nome scientifico Cynara cardunculus –  appartiene alla famiglia delle Asteraceae. Si tratta di una numerosa famiglia che vanta più specie, alcune commestibili e altre no, alcune coltivate solo a scopo fitoterapeutico.

Il genere di Cynara cardunculus comprende tre varietà botaniche:

  • Cynara cardunculus silvestris ovvero il cardo selvatico che cresce spontaneo nel bacino del Mediterraneo
  • cardunculus scolymus che è il carciofo coltivato ad uso alimentare
  • cardunculus altilis ovvero cardo domestico.

Si tratta di una pianta perenne che si riproduce tramite carducci, ovvero piccoli germogli che vengono piantati in terreni preparati per diventare carciofaie.

La sua coltivazione è  diffusa in alcuni paesi del Mediterraneo, in particolare Italia, in Francia e in Spagna dove rientra nell’alimentazione sia come ortaggio fresco sia come prodotto cotto o conservato.

In Italia la sua coltura è diffusa soprattutto al Sud dove il clima mediterraneo ne favorisce ottimi risultati.

Utilizzi del fiore di carciofo

I carciofi fioriscono in inverno da novembre fino a febbraio, e per questo fanno parte di molte ricette regionali invernali. Il sapore del carciofo è unico, viene utilizzato a crudo o cotto, se ne estrae anche un noto liquore digestivo.

Ma non solo. Alcune specie selvatiche di carciofo vengono coltivate per le tante proprietà curative e se ne ricavano quindi rimedi naturali: sono ricchi infatti di ferro, di sali minerali, betacarotene, fibre, contengono vitamine del gruppo B, vitamina C e hanno proprietà antiossidanti, epatoprotettive, afrodisiache e anticellulite.
Utilizzata anche nelle diete dimagranti per il basso contenuto calorico.

Origine

La pianta di cynara c. è coltivata fin dalla antichità. Pianta di origine mediterranea è da sempre apprezzata oltre che per la bontà in cucina anche proprietà organolettiche del fiore. Il nome originale deriva dall’arabo harsciof poi tradotto in molte lingue nel mondo.

Dove si trova il fiore del carciofo?

Il fiore si trova all’interno della parte che comunemente si mangia. Nel dettaglio la parte carnosa che si mangia cruda o cotta, è composta da brattee verdi. All’interno di esse vi è una parte filamentosa che solitamente viene chiamata “barba” ed eliminata prima di consumare il carciofo, perché tende a rovinarne il gusto.

Se il carciofo non venisse raccolto dai campi di carciofaie  come previsto da febbraio in poi, produrrebbe dei bellissimi fiori color viola e lavanda che altro non sono che la barba del carciofo lasciata crescere. Fiori molto simili ai soffioni del tarassaco. Il fiore sboccia in estate e per dieci giorni l’orto diventa di un colore bellissimo. Posi si secca e la pianta viene recisa..

Come si chiama il fiore di carciofo

Il fiore del carciofo si chiama Cynara, a adesso conosciamo meglio la sua pianta e come coltivarla.

Cynara cardunculus in botanica

Il carciofo è una pianta erbacea perenne che si riproduce con i carducci e si compone di

  • radici rizomatose
  • un fusto eretto alto tra i 50 e i 150 centimetri che porta delle foglie anche in cima: dal fusto in primavera spuntano le infiorescenze
  • le foglie sono grandi color verde-grigio e spuntano dal fusto
  • il fiore altro non è che la parte che comunemente si utilizza in cucina. Composto da una parte basale carnosa, contornata da brattee violacee e verdi, che contiene al suo interno la barba. In estate se la pianta non è stata raccolta la barba fuoriesce dalle brattee mostrandosi nella sua bellezza. I fiori sono ermafroditi tubolosi.

Se si lascia crescere e maturare troppo l’infiorescenza, il carciofo diventerà troppo duro da mangiare.

fiore di carciofo
Se non viene raccolto, il carciofo produce dei fiori color viola e lavanda, che altro non sono che la barba del carciofo lasciata crescere.

Come coltivare il carciofo

La pianta di cynara necessita prima di tutto di un clima mite e lievemente umido: il clima mediterraneo è perfetto per il raccolto tra ottobre e febbraio. Se il clima è più freddo il carciofo è pronto per essere raccolto tra marzo-luglio.

Clima

La giusta temperatura non deve mai scendere sotto lo zero, ma in realtà nemmeno il caldo eccessivo giova alla sua coltivazione. per la categoria di carciofi che vengono solitamente consumati come ortaggio fresco, la raccolta avviene a febbraio e marzo e quando la temperatura cresce molto la pianta va in riposo vegetativo.

Se non venissero raccolti i carciofi produrrebbero i fiori regalando per una decina di giorni un terreno ricoperto di fiori blu e viola.

Terreno

Predilige terreni profondi freschi, di medio impasto e di buona struttura, a reazione intorno alla neutralità, pur adattandosi a terreni di diverse caratteristiche.

Se si vuole realizzare una carciofaia si consiglia di lavorare bene il terreno di coltivazione utilizzando 5-8 cm di compost da giardino e assicurando che le piante abbiano spazio.

Si consiglia, prima di piantare, di lavorare il compost insieme a un po’ di calce dolomitica, gusci d’uovo essiccati e macinati che forniranno alle piante l’aggiunta necessaria di calcio.

Per tenere le erbacce lontane dalla carciofaia utilizzare il metodo delle pacciamature.

fiori di carciofo
Da dove viene il caratteristico colore viola di questi fiori?

Quando seminare

Il carciofo, in tutte le specie, è una pianta perenne che va seminata

  • in primavera nei paesi a clima freddo
  • in autunno se il clima è mite

I semi vanno collocati a circa 1 cm di profondità e 1 cm di distanza tra loro e coperti con circa 1 cm di vermiculite fine o terriccio setacciato. La germinazione di solito è del 70% circa, quindi si consiglia di seminare abbondantemente.

I germogli arriveranno dopo circa 15 giorni.
Mentre le piante di carciofo mature possono affrontare il freddo della notte, i germogli sono ben più vulnerabili e necessitano di protezione data da un telo pacciamante.

Quando irrigare

Ha elevate esigenze idriche, in parte soddisfatte dalla piovosità ma se la stagione non fosse particolarmente piovosa si consiglia di irrigare in abbondanza.

La raccolta

Nelle aree mediterranee, la semina avviene in autunno e le piante crescono durante l’inverno, sviluppando i primi carciofi da febbraio in poi. Nel caso invece di coltivazioni in paesi freddi i carciofi saranno pronti più avanti in tarda primavera.

La raccolta avviene iniziando dai carciofi più grossi e poi si attende una seconda fioritura.

fiore di carciofo
Il polline dei suoi fiori è apprezzato da bombi ed api.

Cosa teme la pianta di carciofo

Si tratta di una pianta perenne e anche rustica, un tempo veniva trattata come fosse erbaccia.

In realtà la pianta cynara soffre di alcune malattie o fitopatie come l’atrofia del capolino che può colpire le varietà tardive. Le brattee restano piccole e non si sviluppano del tutto, rendendo di fatto l’ortaggio non vendibile come prodotto fresco.
Questa malattia è causata dalle temperature eccessivamente alte, da poca acqua e dall’alto contenuto di sali nel terreno.

Altre le malattie che interessano o il carciofo sono

  • il marciume del colletto causato da terreni mal drenati
  • l’oidio
  • la peronospora

Il carciofo è particolarmente soggetto agli attacchi di parassiti e animali dell’orto come

  • l’arvicola o topo campagnolo
  • lepidotteri come la nottua del carciofo e la depressaria
  • gli afidi e la cassida

Approfondimenti utili

Giovanna Ferraresi

Giovanna Ferraresi  Siciliana di nascita e milanese di adozione, s'impegna con passione e voglia di imparare. Fino dal 2011 segue la sua attitudine, la scrittura. Lavora come web editor free lance per una casa editrice milanese specializzata in riviste tecniche di architettura e scrive di edilizia e architettura per 'Imprese Edili' e architetturaecosostenibile.it È appassionata di bioedilizia e architettura sostenibile. Anche oggi continua a tenersi aggiornata, non smettendo mai di ascoltare, guardare e imparare ed è esperta di bellezza naturale e autoproduzione cosmetica.

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