Le piaghe da decubito costituiscono delle ferite che si vengono a creare sugli strati più o meno superficiali dell’epidermide a causa di una compressione dei tessuti protratta per lungo tempo, ed aggravata dai casi di incontinenza.
Contenuti
Le piaghe da decubito, chiamate anche lesioni da compressione o ulcere da decubito, sono ferite di difficile guarigione che possono portare addirittura alla necrosi del tessuto. Le piaghe da decubito, infatti, non interessano soltanto gli strati superficiali della cute (derma ed epidermide) ma vanno più in profondità, fino a raggiungere gli strati sottocutanei, la muscolatura e le ossa.
A causa della pressione, il tessuto vede interrompersi il flusso sanguigno e, di conseguenza, “muore” creando delle ulcerazioni molto profonde, tipiche ad esempio nelle natiche e nelle cosce, ma anche nei talloni. In pratica, in tutte quelle parti del corpo che “appoggiano” alla superficie del letto o della sedia a rotelle. Inoltre, compaiono più di frequente negli anziani perché la loro pelle, essendo più sottile, ha bisogno di più tempo per guarire.
Esistono vari livelli di piaghe a seconda della loro profondità e curabilità. Per i casi più gravi, si rende necessaria anche la rimozione del tessuto da parte del medico chirurgo.
La formazione di piaghe da decubito è causata da una posizione statica del soggetto, costretto all’immobilità prolungata per vari motivi: ingessatura, paralisi, coma, sedazione, obesità grave, gravidanza a rischio (che obbliga la donna all’immobilità a letto)… In tali circostanze, il soggetto è costretto ad assumere una posizione statica, che provoca uno scorretto afflusso ematico locale perché i vasi sanguigni subiscono una compressione. Ne consegue un aumento della pressione che, superando i 40 mm di mercurio, potrebbe provocare l’ostruzione dei vasi, la coagulazione e la morte del tessuto (necrosi).
Oltre all’immobilità, le cause che contribuiscono allo sviluppo delle piaghe da decubito includono anche:
Vi sono anche patologie che possono provocare la formazione di queste ulcere. Nello specifico, stiamo parlando di patologie:
Infine, fermo restando che la causa principale dell’insorgenza delle lesioni da decubito è l’interruzione prolungata del flusso sanguigno, esistono inoltre delle cause che ne facilitano l’insorgenza:
Inizialmente, la malattia è caratterizzata da eritema, ispessimento, indurimento della cute e perdita del colore naturale della pelle. In un secondo tempo, il disturbo può progredire con la manifestazione di lesioni, vesciche o abrasioni a livello dell’epidermide e del derma.
Quando poi la lesione si aggrava, può andare ad intaccare vaste aree più profonde, provocando la degenerazione e la necrosi del tessuto sottocutaneo, e coinvolgendo anche parte dei muscoli e dei tendini. Nell’ultimo stadio, il danno si estende a tal punto da raggiungere ossa e cartilagini.
Prima di descrivere i possibili rimedi naturali per le piaghe da decubito, è opportuno provare ad adottare strategie preventive nei confronti di queste fastidiose lesioni.
Queste piaghe infatti sono molto difficili da curare in quanto se si rimane per cause di forza maggiore a letto la causa primaria della loro insorgenza sarà sempre presente: l’immobilità e la pressione contro materasso e lenzuola.
Con gli accorgimenti qui di seguito elencati, potrete cercare di prevenirne l’insorgenza, o quanto meno, sperare di ridurle il più possibile.
Per quanto riguarda cuscini e materassi particolari, è bene sapere che, in alcuni casi di reddito e invalidità, è possibile che vengano passati dal Servizio Sanitario Nazionale. Prima di procedere con l’acquisto può essere pertanto utile informarsi a tal riguardo.
Nella maggior parte delle persone, le piaghe da decubito provocano dolore e prurito. Tuttavia, in caso di obnubilamento del sensorio, le piaghe, anche se gravi, possono non causare dolore.
In alcuni soggetti, specie se anziani e con la pelle sottile, queste lesioni cutanee compaiono già dopo poche settimane, in altri dopo mesi di assoluta immobilità.
Proprio per questo motivo è fortemente consigliato far cambiare posizione ai pazienti ogni 15 minuti circa, per evitare la formazione di tali ulcerazioni che, una volta presenti, sono lunghe e dolorose da curare e far guarire.
Le piaghe da decubito sono suddivise in 4 classi sulla base della gravità dei danni ai tessuti molli. Purtroppo, non sempre gli stadi delle piaghe da decubito progrediscono in maniera graduale da lieve a grave. A volte, il primo segno evidente è una piaga al 3º o 4º stadio.
Ecco quali sono e come si presentano i vari stadi:
Stadio 1: l’ulcera non è ancora presente in maniera effettiva. La pelle è di colore rosso o rosa ma non è aperta. Inoltre, la piaga può essere più calda, più fredda, più soda, più morbida o maggiormente dolente rispetto alla pelle vicina
Stadio 2: la piaga è poco profonda e presenta una base di colore da rosa a rosso. C’è anche una perdita di cute superficiale, con abrasioni o vesciche (oppure entrambe)
Stadio 3: la cute sopra la piaga è scomparsa e talvolta, la piaga è profonda quanto lo strato adiposo. I muscoli e le ossa sottostanti non sono comunque esposti
Stadio 4: la cute è totalmente scomparsa e sono esposti i muscoli, i tendini e le ossa sottostanti
A causa delle piaghe da decubito si può sviluppare un’infezione batterica. In tal caso, è facile che le piaghe emanino anche un odore sgradevole. Inoltre, il pus potrebbe essere visibile sia nella piaga che intorno ad essa. In alcune persone potrebbe anche comparire febbre. L’area intorno alla piaga oltre che arrossata diventerebbe anche calda e il dolore potrebbe peggiorare. L’infezione ritarda la guarigione delle piaghe superficiali e può addirittura risultare potenzialmente letale per quelle più profonde. L’infezione infatti può anche addirittura penetrare nell’osso (osteomielite). Nei casi più gravi, inoltre, l’infezione può diffondersi al torrente ematico (batteriemia), causando febbre e brividi.
Infine, le piaghe da decubito che non guariscono possono causare la formazione di fistole, ovvero, passaggi che collegano l’area infetta della superficie della pelle o la piaga ad altre strutture, come quelle presenti più in profondità nell’organismo. Ad esempio, una fistola proveniente da una piaga da decubito in prossimità del bacino può collegarsi all’intestino.
In genere, i medici sono in grado di diagnosticare le piaghe da decubito tramite un semplice esame obiettivo, con l’osservazione dell’aspetto e della sede delle piaghe.
Tuttavia, la profondità e la gravità sono invece difficili da stabilire.
Di solito, per monitorare il decorso della situazione (guarigione o aggravamento), i medici o i professionisti sanitari qualificati scattano una fotografia delle piaghe da decubito.
Di solito, le persone con piaghe da decubito, specie quelle con piaghe al 3º o 4º stadio, vengono anche sottoposte ad analisi del sangue.
La prognosi per le piaghe da decubito allo stadio iniziale è eccellente, soprattutto se il trattamento è adeguato e tempestivo. La guarigione, comunque, richiede settimane.
Indicativamente, dopo 6 mesi di trattamento, più del 70% delle piaghe da decubito al 2º stadio, il 50% di quelle al 3º stadio e il 30% di quelle al 4º stadio, si risolve.
È importante seguire un trattamento continuo e meticoloso delle piaghe, anche in concomitanza con il trattamento per la cura di altri eventuali disturbi e complicanze.
Sicuramente, l’insorgere di lesioni da decubito rappresenta un fattore complicante circa il decorso della patologia di base che porta alla necessità dell’allettamento. Le lesioni possono infettarsi con facilità, con rischio di metastatizzazione della sepsi anche in organi lontani.
Peggiorando così la situazione clinica complessiva del paziente. In tali situazioni, il malato va monitorato assiduamente e vanno corretti gli squilibri metabolici che eventuali che si verificano.
Ma non solo. Se molto estese, le piaghe da decubito possono rappresentare un segnale prognostico negativo per la sopravvivenza stessa della persona. Infatti, se non curate o se le condizioni di salute preesistenti ne impediscono la guarigione, possono essere potenzialmente fatali.
La terapia di una piaga da decubito è molto più difficoltosa rispetto alla prevenzione. Gli obiettivi principali del trattamento sono l’alleviamento della compressione sulle piaghe, un’adeguata pulizia e la medicazione delle lesioni. A ciò vanno aggiunti il controllo delle infezioni e un’alimentazione appropriata.
Nel caso di lesioni di grandi dimensioni, spesso è necessario un intervento chirurgico.
Eseguire un’irrigazione con soluzione fisiologica sterile che non è dannosa per i tessuti. Utilizzare una pressione sufficiente per pulire la lesione ma senza traumatizzarla.
Detergere con soluzione fisiologica, spalmare un leggero strato di idrogel e riempire la cavità con schiuma in poliuretano. Rimuovere la medicazione ogni 1/2 giorni.
Se non si è esperti, si consiglia di far eseguire tali medicazione ad un infermiere, un medico o comunque personale sanitario qualificato.
Negli stadi più lievi, laddove i farmaci non sono indispensabili, possono dare sollievo anche i rimedi naturali, che si rivelano molto efficaci per attenuare irritazione, arrossamento e fastidio.
Ad ogni modo, è sempre fortemente indicato chiedere il parere del medico.
Vediamo ora le cure naturali da utilizzare per alleviare i sintomi di queste lesioni.
Anzitutto, qualora si fosse già verificata la comparsa di lesioni da pressione, è fondamentale assicurarne l’igiene con l’impiego di detergenti neutri o di sapone di Marsiglia.
Uno degli ingredienti naturali più indicati per dare sollievo a questo tipo di ferite è l’aloe vera e il gel di aloe vera, che garantisce un rapido sollievo grazie alle sue proprietà lenitive, antinfiammatorie e riepitelizzanti.
Anche il burro di karité rappresenta un toccasana tra i rimedi naturali per le piaghe da decubito, considerando soprattutto la sua capacità di nutrire e rendere più morbida la pelle: per raggiungere questo scopo nel modo ottimale può essere mescolato con aloe vera o amido di mais, così da poter applicare questo impasto localmente sulle lesioni.
Per asciugare le ferite più umide, invece, è consigliato l’utilizzo della polvere di avena, utile per le sue proprietà assorbenti e per il contenuto di vitamina A e sali minerali, quali potassio, solfato di magnesio e di calcio e cellulosa.
Infine, l’oleolito di iperico può costituire un altro tra i rimedi naturali per le piaghe da decubito: esso, infatti, è caratterizzato da proprietà cicatrizzanti, lenitive e disinfettanti che permettono di attenuare lo stato infiammatorio fino ad una lenta ma graduale scomparsa.
Per limitare la suppurazione e favorire la cicatrizzazione può essere particolarmente utile anche l’applicazione di una pasta protettiva a base di:
Sia l’amido di mais che l’ossido di zinco sono due sostanze assorbenti, adatte per contrastare l’intertrigine (dermatite provocata dallo sfregamento continuo di due zone del corpo). Agiscono inoltre anche come astringenti, lenitivi ed anti-prurito.
I fitosteroli derivati dai semi di colza agiscono come riepitelizzanti ed assicurano un effetto antinfiammatorio. Riducono inoltre la desquamazione e l’arrossamento.
Il pantenolo (provitamina B5) svolge attività idratanti e protettive per la cute. Stimola inoltre il ricambio delle cellule danneggiate.
I flavonoidi presenti nell’insaponificabile di avocado (Persea americana) promuovono l’attività antiossidante e conferiscono idratazione ed emollienza.
Per le ferite umide che suppurano, la polvere rappresenta un rimedio particolarmente adeguato. Ecco le formulazioni più adatte:
Scopri tutti i rimedi naturali per la cura delle affezioni della pelle:
Utilizziamo i cookie insieme ai nostri partner per personalizzare i contenuti e gli annunci pubblicitari, fornire le funzioni dei social media e analizzare il nostro traffico.