Durante la bella stagione, la puntura di calabrone non è un fenomeno così raro, così come la puntura di ape e la puntura di vespa. Il calabrone è un insetto che può arrivare a toccare i 5 cm di lunghezza e all’interno della specie degli imenotteri è quello più grande.
Quando il calabrone punge, produce dei sintomi transitori che possono essere gestiti in maniera efficace senza ricorrere a pomate cortisoniche, ma utilizzando rimedi naturali, ingredienti e prodotti che spesso abbiamo già in dispensa. Andiamo a scoprirne gli effetti e come intervenire in maniera efficace.
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Il calabrone appartiene alla classe degli insetti (Insecta), ordine degli imenotteri (Hymenoptera), genere Vespa, specie Crabro.
È onnivoro e particolarmente dannoso per l’agricoltura. È certamente la più dolorosa tra quelle degli altri imenotteri come l’ape e la vespa.
In genere, il calabrone tende ad evitare l’uomo. Tuttavia, se ci si trova nei pressi del suo nido, esso può diventare aggressivo e attaccare. Pungere è quindi per lui un meccanismo di difesa.
Il veleno del calabrone ha la stessa tossicità del veleno della vipera, ma fortunatamente la quantità che viene iniettata è davvero minima.
Come per le punture di altri insetti, anche in questo caso si manifesteranno prurito, gonfiore, arrossamento e dolore.
Diverso è il caso in cui la persona sia allergica: in queste situazioni il pericolo di andare incontro ad uno shock anafilattico è molto elevato, per cui è necessario recarsi subito da un medico.
Ovviamente, se si accorge della puntura o se si vede volare l’insetto in questione, è ben chiaro capire chi ci ha punto.
In mancanza di queste due situazioni, bisogna osservare il morso per cercare di risalire al “nemico”.
Se notiamo attaccato alla pelle il pungiglione, senza dubbio si è trattato di un’ape poiché, questo insetto, dopo che ha punto la sua vittima, lo perde, e poi muore.
Il pungiglione è facile da riconoscere perché è un punto nero da rimuovere immediatamente utilizzando una pinzetta disinfettata.
Più difficile, invece, è distinguere una puntura di vespa da quella di un calabrone. In questi due casi, infatti, si nota soltanto un piccolo foro sulla pelle. L’unica variante potrebbe riguardare il quantitativo di veleno iniettato (maggiore nel calabrone) che, in alcuni casi, fa comparire ulteriori sintomi, oltre ai classici bruciore, dolore e gonfiore, come febbre e mal di testa.
Non si tratta di un semplice gonfiore, arrossamento e prurito localizzato come nel caso della puntura di zanzara o delle punture di cimici del letto, dove il fastidio e le reazioni sono blande e causate dl rilascio di istamina a seguito della salva emessa dall’insetto per anestetizzare e mantenere fluido il sangue della ‘vittima’ al momento del ‘morso’.
Qui il calabrone, come la vespa e l’ape, hanno un pungiglione che rilascia del veleno. Poichè è maggiore la quantità di veleno iniettata con l’aumento della taglia dell’insetto, questo provoca un dolore immediato e la formazione di una zona, poco più grande di un centimetro, molto rossa, molto gonfia e talvolta pruriginosa.
In alcuni soggetti, l’area può arrivare a gonfiarsi fino a 5 cm di diametro nei 2 o 3 giorni successivi, per poi cominciare a sfiammarsi.
Rispetto alle api, il calabrone possiede un pungiglione liscio che non resta conficcato nella pelle della vittima.
Proprio per questa specifica caratteristica, l’insetto può pungere ripetutamente l’uomo. Non appena ci si accorge di essere stati punti, è bene quindi allontanarsi dall’area in cui ci si trova.
Inoltre, i calabroni giganti possono pungere ripetutamente e sono in grado di rilasciare circa 10 volte più veleno rispetto ad un’ape.
Le punture sono pericolose per i soggetti allergici che possono avere uno shock anafilattico, spesso con esito letale. Per questo, la loro presenza in giardino non deve mai essere sottovalutata.
In ogni caso, non appena ci si accorge di essere stati punti, lavare subito la zona con acqua e sapone in modo da eliminare il veleno depositato dall’insetto e cercare di scongiurare un rigonfiamento maggiore della pelle.
Come spesso accade, anche in questo caso, la Natura ci viene in soccorso con una serie di soluzioni efficaci e totalmente naturali. Andiamo a scoprirle insieme:
Anche in questo caso, valgono le stesse precauzioni che seguite per api e vespe: quando si trascorre del tempo all’aperto in estate ci sono delle accortezze da prendere in considerazione per limitare la possibilità di essere punti.
Vediamole qui di seguito:
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