La robbia è una delle più conosciute tra le piante perenni per colorare i tessuti in maniera naturale. Dalle sue radici si ottiene una sostante rossa che ha un alto potere colorante. Nota fin dall’antichità, viene usata per fibre naturali, per creare pigmenti e per colorare e dare lucentezza nuova ai capelli.
Scopriamone utilizzi e benefici, nelle tre varianti, tintoria, selvatica, indiana.
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Della famiglia Rubiaceae, comunemente chiamata anche garanza, è originaria dell’Asia, ma si trova anche in Italia. Ne esistono diverse specie, la più comune, la Rubia tinctorum è quella utilizzata per colorare i tessuti.
Si distingue per:
È una pianta assai comune nei boschi sempreverdi, nella macchia mediterranea e nelle siepi.
Trova origini nelle regioni d’Europa meridionale e dell’Asia. La varietà tintoria veniva coltivata fin dall’antichità per produrre il noto colorante.
Oggi è sempre più difficile trovare le sue radici in Occidente, ma è ancora abbastanza comune sui banchi dei mercati marocchini o persiani.
La tintoria non è l’unica specie di pianta della famiglia delle Robiaceae. Se ne possono distinguere tre grandi gruppi:
La Tinctoria è la specie più comune, anche chiamata garanza. Il suo nome è dovuto al fatto che dalle sue radici i tintori ricavavano il colore chiamato ‘rosso di garanza’ o ‘rosso Adrianopoli’.
È una tra le più importanti piante tintorie. Dalle sue radici si estrae il principio colorante (chiamato alizarina), a partire dai 3 anni di vita della pianta. Poi, mediante essiccazione e macerazione, si ottiene una polvere rossa dal potere colorante.
Nel passato era usata come colorante naturale per tingere stoffe e filati, ma anche per colorare e colorare i capelli e donare riflessi rossi alle chiome.
E non solo: con questo colorante si può anche usare per produrre lacche, unito ad allume, e pitture murali oppure per tingere le pelli.
Della pianta si utilizza la grande radice legnosa di colore rosso, ramificata, dal forte odore.
Le radici vengono raccolte quando la pianta ha già 3 anni, fatte seccare e ridotte in piccoli pezzi e poi polverizzate.
Attenzione: la cosiddetta garanza è inserita nella lista del Ministero della Salute delle piante il cui uso non è ammesso come integratore alimentare, poiché numerosi studi ne hanno rivelato l’attività genotossica e probabilmente carcinogenica.
Ecco come fare per tingere i tessuti con questo pigmento rosso, sebbene sia un processo lungo e pesante:
Questa pianta è famosissima per la cura e la bellezza delle chiome. Permette di ottenere sui capelli scuri dei toni ramati e caldi.
In commercio si trova in forma di polvere, come l’hennè. Si deve dapprima sciogliere in acqua calda per creare il composto, da applicare poi sui capelli per circa un’ora.
Oltre a donare riflessi ramati, l’applicazione di questa radice sul cuoio capelluto ha effetto purificante per la cute. Protegge inoltre da forfora e prurito del cuoio capelluto, e rende i capelli lucidi e setosi.
Come per tutte le altre piante tintorie, anche in questo caso il risultato migliore si ottiene miscelandola con l’hennè che rende così il colore più intenso e più coprente.
Il potere colorante non è permanente e non è efficace per nascondere i capelli bianchi.
Attenzione: nel caso di capelli biondi il risultato è un biondo tendente all’arancio. Se lo scopo è avere capelli arancio, allora si potrebbe aggiungere la curcuma.
Si usa come pigmento per realizzare colori e lacche, e anche pitture murali. Seguite questo processo:
Il residuo secco macinato dà il pigmento rosso che veniva utilizzato per la creazione di tinte rosso-marroni.
La varietà selvatica è una delle piante rampicanti con un fusto legnoso, lungo fino a 3 m, ricoperto da minuti aculei che la rendono ruvida ed attaccaticcia.
Originaria del Mediterraneo si diffonde facilmente, cresce senza esigenze particolari, soprattutto nei boschi e nella macchia a predominanza di lecci, nelle siepi e nelle boscaglie di querce.
La Rubia peregrina o selvatica ha proprietà medicinali. In particolare si può utilizzare per le sue qualità:
La specie cordifolia è utilizzata tradizionalmente nell’Ayurveda, nota anche come robbia indiana. Il suo nome originario in sanscrito è Manjishta. È considerata il principale rimedio per purificare l’organismo dalle tossine.
La manjishta è molto apprezzata per la cura della pelle. Questa pianta è utile sulla pelle per combattere
Inoltre vanta qualità
Combatte inoltre alcune imperfezioni cutanee
Attenzione però perché contiene del colorante naturale. Per chi ha la pelle chiara è opportuno mescolarla con altre sostanze come argilla, polvere di rosa damascena, tulsi, amla, neem, aloe.
Dovete mescolare la polvere di cordifolia con abbastanza acqua bollente da ottenere una pasta omogenea:
Attenzione. Evitate il contatto con occhi e bocca.
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