La tamerice nel nostro immaginario è un piccolo alberello delicato e rosa, ma in realtà è molto di più: “.…piove su le tamerici, salmastre ed arse...” Gabriele D’Annunzio e ancora prima Giovanni Pascoli hanno reso questo leggero e raffinato arbusto dai fiori rosa eterno, grazie alle loro poesie.
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Ma veniamo alla realtà. La pianta di Tamerix resiste bene a siccità e al vento, è una pianta forte anche se quando fiorisce appare come una nuvola rosa.
La tamerice ha una caratteristica molto particolare detta sudorazione: in pratica una sorta di evaporazione di piccole gocce di liquido chiaro ed estremamente salato, che durante il giorno ed in assenza di vento sembra dar vita ad una vera e propria pioggia…un fenomeno molto affascinante che forse è stato di ispirazione a poeti e scrittori. Utilizzata soprattutto come pianta ornamentale perché fiorisce con bellissimi fiori rosa, ha una corteccia ricca di tannini che può essere utilizzata come rimedio naturale contro i sintomi dell’influenza e del raffreddore.
I ramoscelli di Tamerice hanno anch’esse proprietà astringenti che possono essere sfruttate sia per uso interno sia sulla pelle.
Conosciamo meglio la tamerice come piante da fiori e come rimedio naturale.
La tamerice è un arbusto, elegante riconoscibile dalle vaporose fronde. Cresce bene in tutta la penisola italiana grazie al clima favorevole e alla vicinanza alle coste.
E’ un arbusto prima di tutto decorativo, caratterizzato da un’abbondante fioritura primaverile che ricopre i delicati rami.
Coltivare tamerice è piuttosto semplice perché si adatta a diversi climi e terreni, è resistente alla siccità ma anche alle acque salmastre, alle comuni malattie delle piante e richiede davvero poca attenzione.
Spesso grazie a queste sue qualità viene coltivata per il consolidamento dei terreni sabbiosi vicino alle coste e per comporre barriere frangivento.
Appare come una pianta fragile ma non lo è affatto.
Il suo punto di forza è di certo la fioritura, che ricopre tutti i rametti in primavera.
Ma non solo: la sua corteccia è ricca di tannini dal potere astringente, usati per mitigare alcuni disturbi come il raffreddore oppure come astringente intestinale.
La tamerice vanta moltissime specie e sono tutte originarie dell’Europa mediterranea oppure dell’Asia, in particolare Cina e India.
La pianta Tamerice o Tamarix appartiene alla famiglia botanica delle Tamaricaceae: il suo nome è di origine latina e si pensa che derivi dal fiume Tambre, che scorre in Galizia, anticamente chiamato Tamara.
In ebraico il termine Tamaris vuole invece significare scopa: forse il nome è stato associato per la forma del fogliame. Per questo la tamerice nella specie tetandra viene comunemente chiamata scopa marina.
La Tamerice è comunemente chiamata anche arbusto del deserto, probabilmente per la sua resistenza a siccità e terreni sabbiosi.
Molte le somiglianze dal punto di vista prettamente estetico con il cosiddetto Albero di Giuda.
La tamerice è un arbusto caducifoglio che non supera i 6 metri di altezza.
Le tamerici crescono rigogliose vicino alle coste, ma si adattano bene anche in zona pianeggiante fino alla collina. Amano il clima mite e riescono a crescere anche in zone desertiche e sabbiose.
Hanno inoltre un’ottima capacità di resistere a aria e acqua salmastra, e anche al vento…questo fa si che spesso vengano coltivate nei giardini in vicinanza del mare proprio per creare barriere contro venti e sale.
La tamerice è molto resistente sia nei confronti di sale che di siccità ma non sopportano temperature troppo basse. Amano una posizione soleggiata.
Il terreno preferito dalla tamerice è un terreno non calcareo e sabbioso. Le sue radici non scendono molto in basso nel terreno, ma in caso di siccità riusciranno a trovare umidità sufficiente.
Non necessita di molta acqua e resiste bene alla siccità. Si consiglia di annaffiare bene le giovani piante.
Sono piante di lunga vita che però possono formare ramificazione secca. In questo caso si consiglia la potatura al fine di rinvigorire l’arbusto.
La potatura va eseguita o in inverno o dopo la fioritura.
Non ha bisogno di molte cure aggiuntive, oltre a sole e acqua. Ma ogni tre anni può essere utile in primavera o autunno somministrare alla base della pianta del concime organico maturo.
La pianta di tamerice si riproduce
In particolare le talee di circa 30 cm vanno piantate in una composta di sabbia, torba e perlite direttamente nel terreno. Nel caso di talee in vaso si può invasare anche prima, in primavera.
Per quanto riguarda il seme vanno seminati in primavera e la radicazione avviene in fretta, dopo poco spunteranno i germogli.
Questa pianta è rustica, ma vive molto bene anche in vaso sui terrazzi, in zona soleggiata per almeno cinque ore al giorno.
Diffusa soprattutto in oriente la coltivazione della specie bonsai di Tamerix Chinensis e Tamerix Ramosissima.
Le Tamerici sono arbusti autonomi e resistenti che di rado vengono attaccati dagli insetti.
Le minacce più temute sono
Il genere botanico delle Tamerix comprende oltre 60 specie tra alberi che raggiungono i 15 metri e arbusti di circa 5-6 metri, tra sempreverdi e caducifoglio. Le specie più note sono:
Le piante di tamerice sono utilizzate prima di tutto come piante ornamentali per giardini e terrazzi delle aree costiere nelle vicinanze del mare. Alcune specie più folte vengono usate come siepe frangivento nelle zone di mare ventose.
La pianta è molto diffusa come bonsai, soprattutto nelle variante Chinensis, Parviflora e Ramosissima.
Un altro uso della pianta è fitoterapico poiché dalla sua corteccia si ricavano sostanze tanniche usate per la cura di alcuni disturbi fin da tempi passati.
Infine va ricordato che le Tamerix sono piante mellifere per le api.
La corteccia della pianta ricca di sostanze tanniche e presenta proprietà astringente, diuretica, sudorifera, eupeptica.
La corteccia si può raccogliere dai rami di piante adulte (3 anni) e si conserva in sacchetti di tela.
Questa viene usata fin dal passato per le sue proprietà
Gli vengono attribuite anche le qualità di
I ramoscelli e la corteccia vengono usate sia per uso interno sia esterno sulla pelle.
Si raccoglie dai rami adulti della pianta e si conserva in carta o tessuto. La corteccia può essere assunta sia ad uso interno sia esterno.
Si può preparare
Esistono in commercio prodotti in erboristeria ad estrazione dalla tamerix: basteranno poche gocce (10-15) diluite in mezzo bicchiere d’acqua naturale. una volta al giorno.
Per l’uso esterno viene usata solo la corteccia di una specie che, attaccata da un parassita, trasuda una sostanza zuccherina simile alla manna del Frassino.
Questa pianta bella e delicata nei colori ma anche così resistente e adattabile è stata ispiratrice di molti scrittori e poeti da sempre.
Nominata da Omero nell’Iliade, da Virgilio nelle sue Bucoliche e da Pascoli che compose una raccolta intitolata Myricae.
Presente poi nella poesia di Montale, nelle Bucoliche di Virgilio e nella poesia La pioggia nel Pineto di D’Annunzio. Ma di tamerici si parla già nella mitologia classica e anche nella Bibbia.
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