La mononucleosi è nota anche con il nome di “malattia del bacio”. Si trasmette difatti mediante la saliva ed è causata dal virus Epstein-Barr (EBV). Rientra quindi nella famiglia degli herpes virus, insieme al fuoco di Sant’Antonio e alla varicella.
Risulta essere molto diffusa tra bambini e giovani. Questo dipende per lo più dalla maggiore possibilità di venire a contatto con la saliva della persona infetta. Si pensi ad un bambino che porta continuamente i giocattoli in bocca.
Questa malattia è molto contagiosa, data anche la semplicità con cui si trasmette. È sufficiente bere nello stesso bicchiere per essere subito esposti al rischio di ammalarsi. Il contagio avviene anche per via sessuale o condividendo biancheria e oggetti comuni.
Tuttavia, è fondamentale precisare che si ammalano solo i soggetti immunodepressi e in condizioni debilitate. Può capitare di essere esposti alla mononucleosi, ma di non presentare alcun sintomo. Difatti nella maggioranza dei casi il nostro sistema immunitario è in grado di debellare il virus autonomamente.
È possibile che il virus si manifesti nuovamente anche a distanza di mesi. Questo implica la possibilità di contagiare altre persone, ma non comporta ulteriori sintomi per chi ne è portatore.
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Il periodo di incubazione può superare anche 1 mese e arrivare fino a 6-8 settimane. La diagnosi viene fatta con un semplice esame del sangue, in cui viene evidenziata la presenza del virus Epstein-Barr.
I sintomi a volte non sono immediatamente riconosciuti. Essendo simili a quelli di comuni malanni di stagione, spesso sono sottovalutati. Specialmente durante la prima settimana di degenza, è comune pensare di trovarsi di fronte alla classica influenza di stagione.
Ecco i primi campanelli d’allarme della mononucleosi:
Se la persona è in buone condizioni di salute, questi primi sintomi possono rientrare. Se il sistema immunitario è deficitario, possono enfatizzarsi e compaiono anche:
Il decorso della fase acuta della malattia negli adulti è di circa tre settimane.
La mononucleosi nei bambini spesso è asintomatica. In ogni caso, nei bambini ha un periodo di manifestazione sintomatica molto più breve.
La mononucleosi in gravidanza non deve allarmare, in quanto non sono previste complicazioni specifiche per il feto. Tuttavia è sempre necessario rivolgersi al proprio medico per accertarsi della diagnosi e scongiurare il pericolo del Citomegalovirus.
Sintomi non curati a causa di una cattiva diagnosi, possono prolungare la malattia per diversi mesi, debilitando l’intero organismo. Il trattamento farmacologico consiste nella somministrazione di antipiretici e analgesici. Non esiste infatti un farmaco specifico che combatte il virus, ma si possono solo attenuare i sintomi.
Nel frattempo, per evitare il contagio con altri familiari, è bene non condividere stoviglie, asciugamani e quant’altro possa essere infettato.
Anche in questo caso ci vengono in aiuto i rimedi naturali, per tenere a bada i sintomi senza ricorrere ai farmaci. Vediamo quali sono:
Contro la stanchezza sono consigliate anche le piante di lavanda, bergamotto, eucalipto e menta.
Si raccomanda di rinforzare il sistema immunitario, meglio se in modo naturale, mediante riposo e una sana alimentazione. Via libera a verdure e frutta (soprattutto quella gialla e quella rossa), carne e pesce. Inoltre, si consiglia di preferire i cereali integrali e i legumi. Bevete tanta acqua per reidratare il corpo.
Tenete lontano le fonti di stress ed evitate, almeno inizialmente, l’affaticamento dovuto al lavoro e allo sport. Evitare sforzi in generale. Stare riguardati e prendersi cura di sé sono le medicine migliori per aumentare le proprie difese immunitarie.
In alcuni casi questa patologia comporta il rischio di sviluppare altre problematiche, più o meno gravi. È possibile che si manifesti in seguito una condizione nota con il nome di sindrome da affaticamento cronico, caratterizzata da continua astenia e debolezza.
Raramente possono verificarsi altre patologie come:
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