Quello che c’è da sapere sull’angora, una lana pregiata dalla storia controversa
Molto più soffice e leggera rispetto ad altre lane, come la lana di pecora
L’angora è un tipo di lana molto pregiata ottenuta dalla lavorazione del pelo del coniglio d’angora, una specie originaria della Turchia e caratterizzata dal vello particolarmente lungo e morbido.
E’ un materiale pregiato e affascinante, noto per la sua incredibile morbidezza e capacità di isolamento termico ed è apprezzata sia per il comfort che offre nei capi d’abbigliamento ma si deve prestare attenzione all’origine per essere certi che sia veramente sostenibile.
Tecnicamente, la materia prima utilizzata per la lavorazione dell’angora è ottenibile dalla tosatura degli animali vivi. Tuttavia, pare che in molti allevamenti, sopratutto quelli asiatici, ciò sottoponga gli animali ad atroci sofferenze fino a provocarne la morte o la soppressione dopo una lunga agonia.
Molte associazione animaliste sono tuttora impegnate in una vera e propria lotta contro i principali produttori mondiali di angora (Cina in primis) accusati di pratiche crudeli. Per questo motivo, negli ultimi anni si sono moltiplicate le adesioni di svariati marchi d’abbigliamento e griffe di “haute couture” che hanno rinunciato all’uso dell’angora per realizzare i loro capi d’abbigliamento.
In realtà esistono tecniche del tutto innocue che non prevedono la tosatura o l’uccisione degli animali, bensì la pettinatura del coniglio finalizzata all’ottenimento del pelo necessario alla lavorazione del tessuto.
Partiamo dalle caratteristiche di questo materiale naturale per poi soffermarci in modo particolare sulla sua sosteniiblità.
Sommario
Che caratteristiche ha la lana d’angora
Come abbiamo visto, l’angora è un tipo di lana prodotta con il pelo di una delle varietà più antiche di coniglio domestico. Il coniglio d’angora è noto per il suo pelo bianco, lungo e morbido, che dopo la tosatura (praticata ogni tre mesi) ricresce molto velocemente e assicura una quantità media di lana pari a 250 grammi per esemplare.
Vista l’incredibile morbidezza e delicatezza delle sue fibre, la lana d’angora è utilizzata dall’industria tessile di lusso per produrre accessori, abbigliamento, maglieria femminile e per l’infanzia. Maglioni, tailleur, pullover, poncho, sciarpe, cappelli e guanti sono solo alcuni esempi dei capi confezionabili con questo tessuto. Sulle etichette l’angora è riconoscibile dalla sigla “WA“.
Ciò che la rende così morbida al tocco e indosso, è la punta del pelo arrotondata che aumenta notevolmente sensazione di confort a contatto con la pelle. Trattandosi di una fibra quasi completamente cava al suo interno e di provenienza animale, è un isolante termico straordinario, molto più caldo e sottile della lana di pecora, compresa la qualità merino, l’Alpaca o il cachemire.
Attualmente, i principali produttori mondiali di lana d’angora sono Cina, Francia e Inghilterra. In Europa, infatti, la lavorazione di questa lana si è diffusa di pari passo all’allevamento delle specie nane di coniglio d’angora, selezionate appositamente per migliorare la produttività.
Che colore ha
Il colore naturale della lana d’angora è bianco più o meno candido a seconda della purezza della razza dell’animale da cui si è prelevato il pelo, della quantità di luce a cui è stato esposto sopratutto nelle primissime fasi di crescita del coniglio e di alcuni parametri ambientali e nutritivi. In generale, non sono necessari trattamenti sbiancanti, idratanti o ammorbidenti per migliorare l’aspetto, la lucentezza o la morbidezza di questo filato.
Come si ottiene la lana d’angora
Come vi anticipavo viene raccolta dai conigli d’angora, che possono produrre fino a un chilogrammo di lana all’anno.
Esistono diverse tecniche di raccolta, tra cui la tosatura, la spazzolatura e la pettinatura. La scelta del metodo dipende dalla razza del coniglio e dalle pratiche dell’allevatore.
- Tosatura: Consiste nel tagliare la lana con forbici o rasoi. È un metodo comune ma può essere stressante per gli animali se non eseguito correttamente.
- Spazzolatura: Implica l’uso di spazzole speciali per rimuovere delicatamente la lana sciolta. Questo metodo è meno traumatico per i conigli.
- Pettinatura: Utilizza pettini per raccogliere la lana caduta in modo naturale, rispettando i tempi di muta degli animali.
Il pelo di coniglio d’angora utilizzato per la fabbricazione di capi d’abbigliamento e accessori viene tosato più volte durante l’anno. In genere la tosatura o la pettinatura degli animali avviene 3-4 volte a seconda del singolo esemplare e della velocità di ricrescita del suo mantello.
Anche se la produttività media si aggira intorno ai 250-300 grammi per esemplare, la tosatura può arrivare ad ottenere anche 600 grammi di lanugine. La corretta esecuzione della tosatura e l’allevamento dei conigli in ambienti sani e controllati sono alla base di una produzione di angora di alta qualità.
Si tratta di processi produttivi lenti, meticolosi e molto precisi, che devono essere eseguiti da operatori esperti e qualificati. Ne conseguono costi di produzione piuttosto elevati continue verifiche e ispezioni volte a scongiurare la presenza di corpi estranei, insetti o sporco.
L’animale deve essere preparato alla tosatura attraverso una pettinatura lenta e delicata, volta a disporre al meglio il pelo e ad evitare stress e sofferenze inutili al coniglio. La raccolta è effettuata manualmente con forbici progettate per lo scopo o macchinari elettrici del tutto simili ad un comune tagliacapelli. Dopo 3-4 mesi, l’animale sarà nuovamente coperto da un pelo morbido e folto, pronto per una nuova tosatura.
Come lavare la lana d’angora
Come molte fibre naturali pregiate, anche la lana d’angora non ha grande resistenza all’usura o ai lavaggi e viene quindi mixata ad altri tessuti per migliorarne la resa durante e dopo la tessitura.
La lana d’angora presenta una tendenza molto spiccata all‘infeltrimento. Questo la rende particolarmente sensibile all’umidità e rende necessaria la filatura mescolata ad altre fibre. Dopo aver visto come lavare la lana senza rovinarla, cerchiamo di capire quali siano le modalità più appropriate per il lavaggio dell’Angora in modo da prevenire la perdita di elasticità e lucentezza e non ritrovarci tra le mani un brutto maglione infeltrito.
La prima regola per preservare al meglio la lana d’Angora è evitare i lavaggi frequenti. La detersione deve essere effettuata solo se necessaria e mai con metodo a secco o in lavatrice.
Il lavaggio deve essere eseguito a mano, in acqua fredda e con un detersivo adatto che può essere anche uno shampoo delicato con ph neutro.
Tra le cause principali dell’infeltrimento, infatti, troviamo:
- temperatura sbagliata dell’acqua
- pH troppo alcalino
- detersivo aggressivo
Mai strofinare la lana, ma limitarsi a immergerla più volte nell’acqua senza mai torcerla o strapazzarla. Ancora più difficile del lavaggio è l’asciugatura. Essa non deve prevedere l’utilizzo di asciugatrici o l’esposizione ai raggi diretti del sole.
Il metodo consigliato consiste nell’avvolgere il capo in un telo di cotone asciutto per prelevare l’acqua in eccesso per poi distenderlo su una superficie piana, avendo cura di girarlo spesso sul lato opposto. Mai stendere il capo in verticale ne tanto meno utilizzare mollette per fissarlo allo stenditoio.
Quanto costa: prezzi
Il prezzo di un capi confezionato con lana d’angora varia in base a diversi fattori. I principali sono il tipo di pelo utilizzato e la percentuale di angora presente nel filato. Solitamente questa percentuale in commercio è pari a circa il 30-50%. A partire da questa quantità, infatti, si ottengono capi di pregio abbastanza morbidi e caldi il cui prezzo si aggira intorno ai 100 euro.
La lana d’angora sostenibile può essere acquistata da rivenditori specializzati che offrono prodotti certificati e trasparenti sulle pratiche di produzione. Verificate sempre le etichette e le certificazioni per assicurarti di fare un acquisto etico.
Q&A: domande e risposte
Ecco altre curiosità su questo materiale naturale.
Che differenza c’è fra lana d’angora e Mohair
Viene spesso confusa con il Mohair, la quest’ultima è una tipologia di lana prodotta con il pelo di capra d’angora.
È possibile essere allergici alla lana d’angora?
Sì, alcune persone possono essere allergiche, manifestando sintomi come prurito o irritazione della pelle. Chi è sensibile a questo tipo di lana dovrebbe evitarne l’uso o cercare alternative ipoallergeniche.
Altre informazioni
Leggi anche le nostre schede sulle fibre tessili di origine vegetale, dalle più comuni alle più originali:
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Ultimo aggiornamento il 12 Luglio 2024 da Rossella Vignoli