Il bosso è una nota e apprezzata pianta da siepe. La nostra guida pratica, con trucchi e consigli per coltivarla con successo e prendersene cura nel tempo.
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Il bosso (Buxus sempervirens) è un arbusto sempreverde, appartenente alla famiglia delle Buxaceae. È originario dell’Europa, dell’Africa settentrionale e del Giappone.
Molto apprezzato da chi pratica il giardinaggio, si presta ad ogni tipo di potatura, dando la possibilità di creare forme di ogni sorta, tagliando la sua folta chioma.
Questo alberello cresce molto lentamente: si parla di massimo 7 cm all’anno nei primi tempi per poi arrivare a 10 cm in fase adulta.
Il bosso raggiunge un’altezza massima di circa 3 metri. Si tratta di una pianta che vive a lungo, regalando grandi soddisfazioni in cambio di pochissime attenzioni. Forse l’unica accortezza che bisogna avere riguarda proprio la potatura.
Le foglie sono piccole, ovali e di colore verde scuro, ma in alcune specie diventano gialle durante l’inverno. Se le provate a strofinare producono un profumo molto forte. Tutte insieme danno vita ad una chioma molto folta e ricca. La corteccia è di colore grigiastro e tende a scurire con l’età.
I fiori sbocciano a primavera, sono gialli e profumati e si radunano in grappoli. Successivamente compaiono i frutti, dalla forma di piccole capsule legnose, con dei semini all’interno che verranno dispersi in autunno.
Esistono diverse varietà di bosso:
Molto diffuso nelle nostre zone è anche il bosso profumato (Buxus balearica). Lo troviamo soprattutto in Sardegna. Si caratterizza, oltre che per i fiori profumati, anche per le foglie di colore verde chiaro e di grandi dimensioni.
Questa pianta ornamentale trova il suo habitat naturale nei giardini. Ama il terreno alcalino, secco e ben drenato. Riesce a sopravvivere anche nelle zone rocciose, essendo una specie rustica.
Mostra grande capacità di adattamento al clima e tollera bene anche il freddo, riuscendo a resistere alle gelate. Andrebbe collocato a mezz’ombra se la zona raggiunge temperature molto elevate, altrimenti vanno bene anche posizioni soleggiate.
Le irrigazioni non sono necessarie, a meno che non ci sia una condizione di siccità prolungata. Generalmente riesce a farsi bastare l‘acqua piovana. Se le temperature sono molto alte, si può effettuare la pacciamatura per proteggere la pianta.
La concimazione va effettuata solamente durante il periodo autunnale e invernale. Sarà sufficiente spargere il prodotto ai piedi della pianta.
Per la messa a dimora del bosso è meglio procedere in autunno, di modo che la pianta abbia tutto il tempo di espandere le radici e fortificarsi. La buca deve essere grande il doppio del pane di terra.
Sul fondo si metterà della ghiaia per favorire il drenaggio, qualora ve ne fosse bisogno. Poi si mescola del concime e si posiziona la pianta.
La distanza tra le piantine è di 60 cm per realizzare una bella siepe, mentre per le bordure basse bastano 20 cm.
La moltiplicazione del bosso avviene per seme o per talea. Generalmente si preferisce il secondo metodo perchè più veloce. Anche in quest’ultimo caso comunque dovranno trascorrere almeno un paio d’anni di coltivazione in vaso prima di poter effettuare la messa a dimora in giardino.
L’arbusto si presta anche ad essere coltivato in vaso. A tutti sarà capitato di incontrare l’alberello con la sua chioma tonda e piccina all’interno di grandi vasi decorati.
Il vaso dovrà essere abbastanza ampio e capiente ed è bene che garantisca il giusto drenaggio. Generalmente si suggerisce di coltivare la varietà di bosso nano, di modo da poter contenere l’altezza.
Questa è la pianta per eccellenza destinata all’arte topiaria. Può essere potata infinite volte senza subire danni, ovviamente avendo tutte le accortezze del mestiere.
La potatura del bosso va effettuata al massimo due volte all’anno, in primavera e in autunno. Se la piantina è ancora giovane potrebbero essere fatti degli interventi più incisivi per dare la forma iniziale e favorire la crescita.
La pianta deve essere controllata spesso, perché essendo a crescita lenta, basta un piccolo insetto per vedere sfumati anni di lavoro.
Tra i parassiti pericolosi citiamo la cecidomia, che in breve tempo mangia tutte le foglie, o la piralide del bosso. Quest’ultimo parassita era inesistente fino a pochi anni fa ed è stato introdotto dalla Cina solo recentemente. I suoi effetti sono devastanti per rami e foglie che in poco tempo seccano completamente.
Non mancano poi attacchi da parte di afidi e cocciniglia. Per tenere bada questi parassiti si possono sempre utilizzare antiparassitari naturali, piuttosto che prodotti tossici da supermercato.
Il bosso nel passato era utilizzato come rimedio naturale per la cura di diverse condizioni. Serviva per i reumatismi, le crisi epilettiche e la gotta.
Oggi si è scoperto che in realtà l’arbusto è tossico e velenoso e può procurare danni collaterali.
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