Scoprite tutto sul cedro, un agrume che arriva dall’Asia, dal profumo intenso e dalla buccia spessa, usato in cucina, ma anche nella cosmesi, grazie ad alcune sue proprietà non sempre note.
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La Citrus medica è uno degli agrumi meno conosciuti, rispetto ai ben più comuni come il limone, le arance e le clementine e perfino del pompelmo e del bergamotto. In realtà, assieme al pomelo ed al mandarino costituiscono le tre varietà originarie da cui poi sono discesi per ibridazione naturale o creata dall’uomo, tutti gli agrumi. Diffuso nel Mediterraneo da Alessandro Magno, cresce su piccoli arbusti spinosi e cespugli soprattutto in Asia (in particolare in Cina, Giappone, Buthan e India).
Trovò il suo habitat favorevole in particolare nel litorale tirrenico calabrese, dove oggi il 90% dei frutti viene coltivato.
I monaci buddisti lo hanno considerato per lungo tempo simbolo di ricchezza, felicità e longevità, e lo impiegavano nelle cerimonie.
Da questo agrume è molto profumato perché ricchissimo di oli essenziali, presenti soprattutto nella buccia, e per pressatura a freddo si ricava un olio di cedro dall’aroma molto intenso e potere digestivo, rilassante e anticaduta dei capelli.
La pianta omonima (Citrus medica) della famiglia delle Rutacee, produce diverse varietà, alcune tipiche del Mediterraneo, altre dell’Asia:
La pianta che produce il frutto è chiamata nello stesso modo, ma non dci si deve confondere. Dal tronco si ricava un legno profumato e pregiato usato in palline come anti-tarme, ma da cui si estrae l’olio essenziale di legno di cedro, molto ricercato per il suo effetto repellente contro tarme e altri insetti.
Non bisogna confondere l’albero che produce il frutto, chiamato anch’esso cedro, con l’omonima conifera, un maestoso sempreverde della famiglia delle Pinacee che può arrivare a 35-40 m di altezza.
Diffusa sulle montagne dell’area mediterranea e nella zona himalaiana ha tre varietà più conosciute:
Il più conosciuto però è forse il cedro del Libano (Cedrus libani), originario dell’Asia Minore, cresce soprattutto nelle montagne del Libano e in Turchia.
La coltivazione di queste piante è concentrata in particolare in Grecia, Etiopia e soprattutto in Israele. Particolare rilievo ha la regione costiera della Calabria e della Sicilia, dove ha trovato un microclima ideale rispetto ad altre aree mediterranee, che rende queste due aree le maggiori produttrici dell’agrume.
Pare incredibile, ma è stato impossibile replicare la coltivazione in altre zone italiane e francesi, e del bacino del Mediterraneo.
Questo agrume necessita di una notevole quantità di acqua. Soffre molto il freddo e deve essere protetto dal rigore invernale mediante coperture.
Si pianta nel periodo che va da aprile a settembre, meglio se in una zona ben soleggiata e assicurandosi sempre che il terreno sia ben drenato.
All’inizio della primavera, somministrare del letame maturo. In estate, poi, procedere con del concime liquido specifico per agrumi.
Si tratta di una pianta che mal sopporta i lunghi periodi di siccità. Va quindi annaffiato regolarmente, intensificando quantità e frequenza soprattutto in estate.
Ad ogni modo, prima di procedere con nuove annaffiature, controllare sempre che il terreno sia bello asciutto.
La pianta ha due fioriture annuali, la prima primaverile (marzo-aprile), l’altra estiva (luglio-agosto). I fiori sono grandi, viola e con la parte interna bianca.
Tra fine autunno e inizio inverno la pianta va potata. I mesi ideali sono quindi novembre e dicembre.
La prima causa dell’ingiallimento fogliare è la clorosi. Significa che stiamo utilizzando acqua calcarea per le irrigazioni.
Ha un sapore piuttosto acido e al tempo stesso amarognolo. Per questo motivo non viene quasi mai consumato fresco al naturale, ma piuttosto usato per la preparazione di bevande analcoliche (la cedrata) e frutta candita.
100 gr di frutto fresco apporta 11 calorie così ripartite:
Molto buono è anche l’apporto di flavonoidi.
Bisogna osservare bene i due frutti giallo-oro per distinguerli:
Ha un profumo vagamente agrumato intenso e gradevole, tanto che la fragranza che si ricava dalla sua buccia in Oriente viene utilizzata per deodorare cassetti e biancheria intima.
Questo frutto ha poca polpa e dal sapore acidulo, per cui è la buccia ad essere utilizzata per scopi culinari: può essere candita oppure utilizzata a scopo ornamentale nella decorazione dei piatti.
Può essere impiegata anche per la preparazione di bevande alcoliche, come liquori, o come ingrediente per la preparazione di marmellate. La bevanda analcolica più conosciuta è la cedrata, diffusa in particolare negli anni ’70.
Viene utilizzato in diverse ricette di pasticceria, soprattutto candito. Si presta ottimamente per preparare confetture, marmellate e creme.
Si usa per preparare una bevanda frizzante, rinfrescante e leggermente amara, piuttosto conosciuta negli anni ’50-’60, la cedrata.
Ma gli utilizzi non si fermano qui. Viene utilizzato, soprattutto in Sicilia, anche per servire gustose insalate. Vediamone un paio.
Procuratevi i seguenti ingredienti:
Preparazione. Sbucciatelo e tagliatelo in fettine sottili, che più sottili non si può. Tagliate anche la cipolla sottilissima e l’arancia a rondelle. Aggiungete un po’ di peperoncino e condite con olio, sale e prezzemolo.
L’olio di cedro è un’essenza estratta dalla scorza del frutto mediante pressatura a freddo. Ed è usato per:
Si tratta di un frutto ipocalorico e del tutto privo di grassi ,per cui può essere consumato tranquillamente anche da chi segue una dieta per dimagrire. Nella medicina tradizionale cinese, inoltre, gli si attribuiscono proprietà toniche e stimolanti per il benessere dell’organismo.
Poiché privo quasi di polpa (la scorza rappresenta il 70% del suo peso), tutti i suoi benefici risiedono nella scorza, da cui si ricava un estratto da ingerire dalle proprietà digestive, grazie alla presenza di vitamina C, carminative (specialmente in gas di gas addominale) e stimolanti. Si tratta anche di un ottimo disinfettante a livello locale.
Come gli altri agrumi, è anche lassativo e diuretico, per cui berne una spremuta fresca aiuta a depurare l’organismo, e diluito in acqua calda è efficace in caso di costipazione.
Per la concentrazione elevata di composti bioattivi, è utile per combattere infezioni batteriche e fungine.
Questo frutto è ricco di diversi elementi nutritivi:
Nell’olio essenziale sono presenti invece la limonina e ed il citrale.
Di media, fresco dall’ortolano lo trovate da 3,99 a 4,50 euro per kg. Quello candito, che trovate anche al supermercato, nelle bancarelle dei mercati e dal verduraio, costa 4-5 euro l’etto, mentre la pianta di Citrus medica da 1,5 m di altezza in vaso può costare 20-40 euro a seconda del vivaista o del garden center da cui vi recate e se è pronta per la messa a dimora.
Dal momento che alcuni agrumi possono interferire con alcuni farmaci, prima di consumarlo è bene consultare il proprio medico.
Attenzione poi alle anche preparazioni che richiedono grandi quantitativi di zucchero soprattutto se si è diabetici o se si hanno problemi di sovrappeso e/o glicemia alta.
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