Tutti conoscono la bibita chiamata chinotto, ma non tutti conoscono l’agrume dal sapore acidulo da cui si ricava, oggi coltivato anche tra le piante ornamentali. Ecco le sue principali caratteristiche, gli utilizzi e le sue proprietà.
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Si tratta di una varietà di agrumi originaria della Cina meridionale, oggi molto presente anche in Toscana, nella Riviera ligure di Ponente, in Calabria e Sicilia.
La tradizione vuole che sia stato importato in Italia da un navigatore ligure. Il suo nome scientifico è Citrus Myrtifolia ed appartiene alla famiglia delle Rutacee. Viene considerato come un’evoluzione genetica dell’arancio amaro, frutto di anni di selezione spontanea.
Esistono diverse varietà di chinotto: il chinotto grande, quello piccolo, il crispifolia e il chinotto a foglie di bosso.
La pianta (del tipo sempreverde) raggiunge un’altezza di circa 3 metri e fra tutte le piante di agrumi è l’unica a non presentare spine. Le foglie sono verdi e a punta, molto piccole, i fiori sono bianchi e profumati.
Il frutto è di colore giallo-arancio, piccolo e tondeggiante, schiacciato alle due estremità. All’interno presenta una decina di spicchi, senza la presenza di semi.
I tempi di crescita sono molto lenti, il frutto per diventare maturo può impiegare anche un paio di anni. Compaiono generalmente nel periodo compreso tra giugno e dicembre. Il sapore non è dolce, ma molto acidulo ed amaro, difatti non piace a tutti.
Questo agrume è simile all’arancia, ma comunque alcune caratteristiche peculiari che lo fanno riconoscere:
L’abbondante e rigogliosa fioritura avviene tra aprile e giugno. I suoi fiori bianchi hanno un profumo che ricorda la zagara.
La pianta che produce questo agrume può essere coltivata anche in vaso. Il terreno deve essere fertile e ben drenante; bisogna fare attenzione alla presenza di ristagni che potrebbero far marcire le radici.
Le temperature ideali dovrebbero oscillare tra 18 e 32°. Gli inverni rigidi e le gelate mettono a dura prova la sopravvivenza della pianta. Durante la stagione fredda basterà annaffiarla ogni 10 giorni circa, assicurandosi che riceva la giuste dose di luce. D’estate le irrigazioni devono essere più abbondanti.
Nell’arco di un anno, a seconda del luogo di esportazione del frutto, la raccolta viene eseguita in 3 diversi momenti:
100 grammi di chinotto verde contengono 29 calorie. Tra i principali nutrienti, si segnalano:
Per quanto riguarda vitamine e sali minerali, si segnalano:
Come tutti gli agrumi, anche questo frutto possiede numerose proprietà benefiche per il nostro corpo. Grazie alla naringina, la sostanza che determina proprio il gusto amarognolo del chinotto, il frutto garantisce buone proprietà digestive, antiossidanti e e antinfiammatorie.
Abbonda inoltre di vitamina C e di beta-carotene. Per questo motivo, insieme alla paprika e all’acerola, veniva consumato spesso dai marinai per prevenire lo scorbuto, una malattia dovuta proprio alla carenza di vitamina C.
In fitoterapia con la scorza ed i fiori si prepara un infuso in grado di combattere il fastidioso e diffuso problema dell’insonnia.
Riassumiamo qui di seguito le principali benefiche proprietà di questo agrume.
Dalla spremitura a freddo della scorza del frutto si ottiene l’olio essenziale. Per diffondere il caratteristico aroma amarognolo basta metterne 2-4 gocce in un diffusore per ambienti, magari unito ad altri oli come quello di mirto, lavanda e bergamotto.
Versarne un paio di gocce su un fazzoletto e respirare profondamente il suo profumo, può aiutare ad alleviare gli stati di ansia e di stress.
Questo agrume non è adatto da mangiare crudo, cosa che spiega la sua scarsa popolarità rispetto a tanti altri agrumi che possono essere consumati appena colti.
Viene invece utilizzato per la preparazione della nota bevanda gassata, per liquori e digestivi, marmellate, sciroppi, canditi.
Le foglie possono essere impiegate anche per preparare un infuso o una tisana digestiva, mentre i fiori vengono utilizzati in erboristeria per realizzare saponi e prodotti profumati.
Dai fiori e dalle foglie si ottiene poi anche un prezioso olio molto apprezzato per la produzione di profumo e deodorante per la casa e per a persona.
Ha un sapore amarognolo e per niente dolce, dovuto alla presenza di naringina. Si tratta quindi di un agrume più simile al pompelmo che non all’arancia.
Volete provare a preparare in casa la famosa bibita nera dal gusto amaro? Ecco cosa ci serve:
Procedimento. Preparate il caffè e, ancora caldo, scioglietevi lo zucchero di canna e aggiungete poco per volta lo sciroppo di chinotto. Mescolate per bene e fate raffreddare. Prendete una bottiglia di vetro sterilizzata e travasatevi all’interno il composto di chinotto e caffé. Aggiungete il succo di limone e di arancia. Chiudete la bottiglia ed agitatela piuttosto vigorosamente per mescolare il tutto. Infine, stappate e versate l’acqua gassata pian piano. Chiudete nuovamente la bottiglia e mescolate ancora una volta. Capovolgete un paio di volte e conservate in frigorifero. Servite la bevanda bella fresca!
Se volete cimentarvi con la preparazione del liquore di chinotto, vi proponiamo questa ricetta semplice e dai pochi ingredienti.
Procedimento. Lavate i frutti e poi eliminate la scorza, grattugiandola con attenzione e mettendola da parte. Con uno spremiagrumi estraete il succo. Recuperate le scorze e mettetele in un recipiente in infusione con l’alcool, il succo estratto, la stecca di vaniglia. Chiudete per bene e lasciate almeno 2 settimane al buio.
Al termine del periodo, versate acqua e zucchero in una pentola e fate bollire. Quando si sarà raffreddato, aggiungete al liquido in infusione. Dovrà restare al buio ancora 1 altra settimana. Alla fine filtrate più volte il liquido fino a quando non sarà limpido. A questo punto il vostro liquore al chinotto sarà pronto. Ottimo da servire come digestivo.
In una lattina da 33 cl ci sono 30,36 gr di caffeina. Per dare un’idea, basti pensare che lo stesso quantitativo di cola ne contiene 25,41 gr. In una tazzina di caffè espresso ce ne sono ben 87,85.
100 ml di prodotto contengono 11,1 grammi di zucchero.
Si tratta di una bevanda godibile in qualsiasi momento della giornata.
Rinfresca piacevolmente durante una giornata estiva particolarmente calda e afosa e, dato il suo particolare aroma amarognolo, si presta molto bene anche come aperitivo o nel dopocena.
Su una nota rivista di stampo eno-gastronomico, veniva riportata una sorta di classifica emersa da una prova d’assaggio tra varie marche.
Tra il chinotto Neri e i chinotti Chinò, Lurisia ed Abbondio, si è aggiudicato il primo premio Chin8 Neri.
Ovviamente il prezzo varia in base alla marca e dal quantitativo (bottiglia o lattina). Ad ogni modo, il costo è di circa 2,5-3 euro per 33 cl.
Bibita analcolica che si ottiene tramite un processo di estrazione del frutto della pianta Citrus myrtifolia, aggiunta ad altre sostanze aromatiche. Di colore molto scuro, il chinotto può essere confuso con la cola ma il sapore è decisamente diverso: più amarognolo e ben più dissetante.
Le origini della bibita sono incerte. Comunque sia, pare che si stata inventata nel 1932 dall’azienda San Pellegrino.
Non si conoscono interazioni certe tra il consumo di chinotto e altre sostanze come ad esempio i farmaci. Ad ogni modo, è utile ricordare che gli agrumi in generale interferiscono con le molecole metabolizzate dal CYP3A4, classe farmaceutica di cui fanno parte gli antidepressivi triciclici, gli antibiotici, le benzodiazepine, gli antistaminici, gli antifungini e gli antiepilettici.
Prima di assumere questo agrume o i prodotti da esso derivati, è quindi sempre opportuno consultare il proprio medico.
Scopri le proprietà e gli utilizzi dei vari agrumi:
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