Piante e fiori

Mandragola o mandragora, la pianta tossica che può portare alla morte

Caratteristiche, proprietà, tossicità, miti e leggende

La Mandragola era annoverata nell’antichità tra le erbe medicinali e usata in unguenti e rimedi medicamentosi naturali di vario genere. Chiamata erba delle streghe, veniva utilizzata per fine sedativo, narcolettico e afrodisiaco. Ci sono numerose leggende che aleggiano attorno a questa pianta velenosa molto simile alla borragine, per cui bisogna fare attenzione a non confonderle. Nonostante ciò, oggi è ancora  coltivata a scopo ornamentale.
Andiamo a conoscerla meglio.

Mandragola o mandragora, la pianta tossica che può portare alla morte

Che erba è la mandragola

Si tratta di un’erba spontanea perenne appartenente alla famiglia delle Solanacee. Ha foglie oblunghe, fiori blu e frutti gialli. Le radici sono spesse e carnose. Da sempre, attorno a questa pianta, aleggiano leggende e superstizioni.

In antichità veniva usata come analgesico, sedativo allucinogeno ed anche come afrodisiaco. È una pianta tossica. Pertanto, oggi non viene più utilizzata in campo medico né fitoterapico.

Pare che proprio nelle radici, spesso biforcute, siano concentrate le sostanze più tossiche e pericolose.

Descrizione e caratteristiche della Mandragola

Originaria di alcune zone del Mediterraneo, la mandragola somiglia molto alla borragine. Con la differenza che la prima è tossica mentre la seconda è commestibile. Si tratta di una pianta piuttosto piccola. Quasi del tutto priva di fusto, raramente supera i 6 cm di altezza.

Le foglie, dentellate, hanno forma lanceolata e sono molto ruvide. Di color verde scuro, emanano un odore assai sgradevole. I fiori, a forma di campanula, hanno petali bianchi con sfumature azzurrognole. I frutti sono tondi, gialli e carnosi ma assolutamente non commestibili.

mandragola

Le radici della mandragola hanno un particolare aspetto biforcuto. Si sviluppano molto rapidamente. Penetrano nel terreno molto in profondità (fino a 60 cm). Già sui libri di alchimia, venivano rappresentate con un aspetto quasi antropomorfo.

Dove si trova la Mandragola

In genere, cresce nei campi incolti e lungo i sentieri esposti al sole. Al Nord è più diffusa la varietà officinarum; al sud, invece, si trova più facilmente l’autumnalis. Per via della forte somiglianza, entrambe vengono spesso confuse con altre specie commestibili come la borragine.

A cosa serve la Mandragola

Un tempo, la radice di questa pianta veniva usata per sfruttare le seguenti proprietà:

  • sedativa
  • calma la tosse
  • favorisce il sonno
  • analgesica
  • aumenterebbe il desiderio sessuale
  • combatterebbe l’impotenza

Cosa contiene la Mandragola

Le principali sostanze attive che si trovano all’interno della mandragola (radici e foglie soprattutto) sono:

  • L-iosciamina
  • Atropina
  • Scopolamina

Tali sostanze sono tossiche.

mandragora

Che cos’è la radice di Mandragola?

Marrone, spessa e molto sviluppata, la radice è proprio la parte della pianta contenente la droga e le sostanze tossiche, un tempo utilizzate per l’azione narcotica e per dare sollievo agli stati dolorosi. Nel rizoma della mandragola ci sono infatti vari alcaloidi propanici, come l’atropina, presenti anche in altre Solanaceae, come la Belladonna.

Per la sua caratteristica forma antropomorfa, anticamente, la radice della mandragola veniva custodita in un luogo nascosto e avvolta in un tessuto di colore rosso, per esser poi usata per svariati scopi: proteggere la salute, sconfiggere il malocchio, favorire la fertilità, vincere la malasorte e, addirittura, la morte.

Mandragola: proprietà

Pianta allucinogena utilizzata nell’antichità come ipnotico e afrodisiaco, nonché come analgesico, narcotico e sedativo.

In passato, i suoi estratti (tintura madre o olio) venivano usati per il trattamento del dolore, per conciliare il sonno e migliorare le prestazioni sessuali.

Tuttavia, per il suo elevato grado di tossicità, oggi la mandragola non viene più usata, né in ambito medico né in fitoterapia.

L’ingestione della radice di mandragola è pericolosa per chiunque. Provoca un’intossicazione che causa vomito, dolori a livello gastrointestinale e tachicardia.

Oltre certe dosi, può addirittura portare ad allucinazioni (visive e uditive), convulsioni e perdita di memoria. Nei casi estremi, si può arrivare al coma, fino alla morte.

Mandragola: utilizzi

Come già visto, a causa del suo elevato grado di tossicità, la mandragola non viene più utilizzata né in campo medico né fitoterapico. Tuttavia, gli alcaloidi presenti in essa, sono sfruttati nel settore farmaceutico per la produzione di particolari medicinali come, ad esempio, i cerotti transdermici per il trattamento di nausea e vomito, e prodotti medicamentosi volti a trattare spasmi dolorosi del tratto genito-urinario e gastrointestinale.

Nello specifico, l’atropina, viene usata per il trattamento delle bradicardie sinusali, nella medicazione preanestetica e in ambito oculistico per indurre la dilatazione della pupilla così da permettere l’esecuzione di esami specialistici.

Infine, in opportuni dosaggi, viene anche usata come blando anestetico.

La mandragola può essere usata come rimedio naturale solo ed esclusivamente dietro consiglio medico, rispettando in maniera molto scrupolosa le dosi indicate.

Mandragola: tossicità

I sintomi da avvelenamento da mandragola sono vari. Tipologia e intensità variano in base alle quantità di sostanze tossiche ingerite.
Ecco quali sono i principali sintomi da avvelenamento:

  • secchezza delle fauci
  • febbre
  • tachicardia
  • vertigini
  • visione offuscata
  • difficoltà di minzione
  • sonnolenza
  • mal di testa
  • delirio
  • allucinazioni
  • stato di confusione mentale
  • difficoltà a respirare

Nei casi più gravi, si può arrivare al coma e, addirittura, alla morte.

Cosa fare in caso di intossicazione da Mandragola

Se si sospetta l’ingestione di mandragola e/o in presenza di alcuni dei sintomi sopra elencati, contattare immediatamente i soccorsi sanitari.

In caso di avvelenamento provocato da alcaloidi tropanici, in genere, si ricorre ad un particolare antidoto: la fisostigmina, che viene somministrato per via parenterale.

Oltre alla somministrazione di tale antidoto, i pazienti con intossicazione da mandragola vengono inoltre sottoposti a terapie di supporto come la lavanda gastrica, la somministrazione di ossigeno e l’eventuale intubazione in caso di difficoltà respiratorie.

La gravità dei sintomi e la tipologia dei relativi supporti terapeutici dipendono infatti dalla quantità di sostanze tossiche ingerite.

Quando fiorisce la Mandragola

Fiorisce in primavera e in autunno. In estate, invece, entra in riposo vegetativo e perde le foglie.

Quando piantare i semi di Mandragola

Tra la primavera e l’inizio dell’estate. Preferire vasi piuttosto grandi in modo da permettere all’apparato radicale di crescere bene e in sufficiente spazio.

Coltivazione della Mandragola

Pur essendo una pianta velenosa, molti scelgono di coltivare la mandragola a scopo decorativo. Può essere coltivata in vaso o in piena terra. Tuttavia, la coltivazione in vaso è sconsigliata perché le sue radici crescono molto e penetrano in profondità. Se si decidesse di coltivare la mandragola, ecco quali sono i parametri da rispettare per una crescita sana e rigogliosa della pianta.

  • Terreno: usare terriccio universale calcareo, fertile, profondo e molto ben drenato
  • Clima: sopporta bene sia il caldo che il freddo, ma teme moltissimo le gelate notturne
  • Esposizione: predilige i luoghi illuminati e ben esposti, ma cresce bene anche a mezz’ombra
  • Concimazione: in autunno, ogni mese, somministrare del fertilizzante adatto alle piante da fiore. Bene lo stallatico maturo che ne favorisce la crescita e la fioritura
  • Irrigazioni: pur essendo una pianta rustica, durante la stagione vegetativa, va annaffiata in maniera abbondante, più o meno ogni due settimane. Tra un’annaffiatura e l’altra, attendere che il terreno si asciughi perfettamente così da limitare il rischio di pericolosi ristagni idrici. Sospendere le annaffiature durante l’inverno
  • Potatura: eliminare le foglie rinsecchite e quelle mangiate e rovinate dalle lumache
Mandragora autumnalis
Un bel primo piano di Mandragora autumnalis.

Mandragora, moltiplicazione

Si riproduce per seme.

La semina va effettuata in autunno, utilizzando un substrato specifico fine e leggero, da mantenere umido fino alla comparsa dei primi germogli (alcuni mesi). Dopodiché, è possibile procedere con il trapianto delle giovani piantine.

Parassiti e malattie della Mandragola

Si tratta di una pianta rustica e, come tale, resiste piuttosto bene ai comuni parassiti come afidi e cocciniglia. Soffre invece il marciume radicale, causato dei ristagni idrici.

Bisogna fare attenzione alle lumache che sono ghiotte delle sue foglie.

Come distinguere la Borragine dalla Mandragola

Sebbene siano molto simili, e quindi facilmente confondibili, la mandragola si distingue dalla borragine nell’aspetto delle foglie: sono più piccole e quasi del tutto prive di peli.

Leggende sulla Mandragola

Trattandosi di una pianta velenosa, i miti e le leggende sulla mandragola sono numerosi. Nei tempi antichi, infatti, si riteneva che questa pianta avesse proprietà magiche.

Si pensava fosse l’erba preferita dalle streghe e, per questo, veniva ampiamente usata per la preparazione di pozioni e unguenti vari, soprattutto a scopo afrodisiaco e per combattere la sterilità. Nel libro della Genesi, si legge che Rachele richiese a Lia la radice di mandragola proprio allo scopo di favorire la fecondità.

Si credeva inoltre che coloro che estirpavano la pianta dal terreno erano destinati ad eterna maledizione.

Tra le leggende più famose, ricordiamo quella dell’urlo della mandragola” Tale leggenda, narra che, una volta estratta dalla terra, la pianta avrebbe emesso un urlo così acuto che, se ascoltato, avrebbe potuto uccidere un uomo. Per tal motivo, la mandragola doveva venire raccolta secondo rituali specifici e piuttosto articolati. Anzitutto, doveva essere colta da una vergine o da una cane nero. Inoltre, la tecnica rituale prevedeva altresì l’impiego di urina di donna.

Cosa racconta la Mandragola

‘La Mandragola’ è anche il nome di una famosa opera letteraria scritta da Machiavelli. L’autore, prese proprio spunto dalla pericolosa pianta. I temi principali dell’opera sono l’inganno, il fine personale e la fertilità.

Perché Machiavelli scrive la Mandragola?

Con quest’opera, Machiavelli utilizza lo strumento della satira per portare avanti una denuncia e un’aspra satira nei confronti della società italiana dell’epoca, in particolare della Firenze del Cinquecento.

Per il suo scopo, Machiavelli scelse di scrivere la sua opera in volgare, ovvero nella lingua del popolo. In questo modo, rese l’opera più funzionale.

Altre informazioni

Ti è interessato questo articolo su questa pianta velenosa ma molto ornamentale? Ecco anche le proprietà di altre piante con bellissime infiorescenze, alcune molto utilizzate in medicina naturale, ma comunque velenose:

  • Genziana, perfetta per i liquori, aiuta la digestione, ma è tossica
  • Dafne, pianta dai bellissimi fiori rosa, ma velenosa
  • Colchicum, che pur essendo tra le piante più velenose, ha dei meravigliosi fiori rosa simili allo zafferano
  • Datura: scopriamo la Tromba del Diavolo, una pianta altamente velenosa
  • Aconito, pianta velenosa dai bellissimi fiori blu, usata in omeopatia per curare ipertensione e ansia grave
  • Mughetto: le varietà e le cure di questa pianta profumata ma velenosa
  • Dieffenbachia: tutti i segreti di questa pianta sempreverde ma velenosa
  • Dulcamara: la pianta velenosa contro i reumatismi nota come elisir d’amore
  • Dipladenia: come coltivare e curare questa pianta rampicante ma tossica
  • Belladonna, pianta velenosa che può essere perfino mortale

Federica Ermete

Nata a Busto Arsizio nel 1982, dopo il diploma si trasferisce a Cremona – dove vive tutt’ora – per conseguire la laurea in ambito umanistico. Sia per formazione professionale che per passione personale, i suoi ambiti di specializzazione sono l’alimentazione, la salute, il fitness di cui è appassionata anche nella vita quotidiana, ed il benessere naturale. Collabora con entusiasmo con la redazione di Tuttogreen dal giugno 2020.

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Pulsante per tornare all'inizio