Erbe medicinali e aromatiche

Cose da sapere e utilizzi della Belladonna, pianta velenosa che può essere perfino mortale

Si usa in fitoterapia ma solo gli estratti e non al naturale, perché molto pericolosa

Scopriamo la Belladonna, una delle piante medicinali più pericolose che si possano trovare in Italia: diffusa nell’area mediterranea, contiene un alcaloide, l’atropina, che può avere effetti letali su chi la assume, ragione per cui periodicamente si registrano nella cronaca casi involontari di avvelenamento.

Cose da sapere e utilizzi della Belladonna, pianta velenosa che può essere perfino mortale

Caratteristiche della belladonna

Utile e al tempo stesso pericolosissima: l’Atropa Belladonna è una delle erbe officinali più utilizzate in farmacologia e fitoterapia. I suoi effetti tossici, però, possono essere micidiali se sottovalutati, così come avviene per altre due piante molto velenose ma molto diffuse in Italia, il Digitale e lo Stramonio.

Appartiene al tipo delle piante erbacee. Fa parte della famiglia delle Solanaceae, come i pomodori e le patate. Nel pieno del proprio sviluppo può raggiungere il metro di altezza.

Foglie e fusto sono caratterizzate da una peluria di odore non proprio gradevole, i fiori violacei e le bacche sono scure e ricche di semi.

Diffusa sia in Europa Centrale che in Africa e Asia, ama le alte latitudini. Per questo motivo è più facile ritrovarla nelle radure e nei boschi appenninici e alpini.

Il nome deriva da un termine gergale veneziano del 1500 ispirato al succo delle stesse bacche che un tempo veniva utilizzato come cosmetico dalle donne.

La sua denominazione scientifica contiene invece anche un riferimento ad Atropo, la più anziana delle tre Parche della mitologia greca. Un chiaro simbolo della morte, dato che era quella deputata a recidere il filo della vita di ogni individuo, una volta arrivato il momento della morte.

Proprietà della Belladonna

La medicina tradizionale la utilizza – nelle dosi giuste e non al naturale, dato che gli alcaloidi presenti vengono estratti e diluiti in preparazioni omeopatiche. Queste preparazioni sono utilizzate spesso per curare diversi disturbi dell’apparato digerente. Tra questi ulcera, gastrite e bruciore di stomaco, ma anche sindromi da colon irritabilecrampi addominali.

Le sue proprietà antinfiammatorie la rendono utile anche in caso di disturbi alla pelle, come acne ed eczema, mal di gola, otite e congiuntivite.

Non meno importante, l’azione broncodilatatrice che la rendono utilissima nella cura di asma e bronchite, e la capacità di aumentare le pulsazioni del cuore che ne fanno un ottimo coadiuvante naturale nel trattamento di alcune forme di brachicardia.

belladonna

 

Controindicazioni della Belladonna

Come anticipato, si tratta di una pianta che può essere addirittura mortale, se utilizzata in maniera non controllata.

Per questo motivo, non va mai assunta direttamente o come estratto. Il suo utilizzo può essere ammesso solo sotto forma di formulazione omeopatica o come estratto titolato e standardizzato (e in ogni caso sotto controllo medico).

Vista la pericolosità della pianta e di tutte le sue parti è infatti fondamentale che qualsivoglia utilizzo avvenga solo sotto stretta supervisione medica.

Non mancano, infine, possibili interazioni con diverse classe di farmaci, dagli antistaminici agli antidepressivi, dagli antispastici ai farmaci prescritti ai malati di morbo di Parkinson.

Ma vediamo quali sono gli effetti allucinogeni e velenosi associati alla pianta.

  • Effetti allucinogeni. Il suo frutto ha effetti allucinogeni noti sin dal’antichità e strettamente collegati alla capacità di indurre gli uomini che se ne cibano alla ‘follia’. A seconda delle quantità ingerite, la belladonna può causare allucinazione, delirio, coma e arresto respiratorio.
  • Effetti velenosi. I primi avvelenamenti furono osservati e studiati minuziosamente a partire dal ‘700, quando si capì che l’ingestione dei frutti della pianta avevano importanti ripercussioni sul sistema nervoso e gastroenterico. Solo nell’Ottocento, però, si isolò la atropina, l’alcaloide responsabile di tali effetti. In particolare, gli alcaloidi contenuti nelle foglie responsabili della sua pericolosità sono due, atropina e scopolamina. Sono eccitanti potentissimi che svolgono sul sistema nervoso un’azione depressiva, allucinogena e ipnotica.

I suoi effetti sono rapidi e inesorabili, ragione per cui periodicamente sale agli onori della cronaca per qualche caso di avvelenamento involontario, come quando una signora, con l’insalata con la Belladonna, avvelena un’intera famiglia torinese nel 2013.

Fiore e bacche di belladonna
Fiore e bacche di belladonna

Altre informazioni

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  • Erbe medicinali: la guida completa per curarsi con le erbe
  • Genziana, perfetta per i liquori, aiuta la digestione, ma è tossica
  • Dafne, pianta dai bellissimi fiori rosa, ma velenosa
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  • Datura: scopriamo la Tromba del Diavolo, una pianta altamente velenosa
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  • Mughetto: le varietà e le cure di questa pianta profumata ma velenosa
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Erika Facciolla

Giornalista pubblicista e web editor free lance. Nata nel 1980, si trasferisce a Bologna dove si laurea in Scienze della Comunicazione. Dal 2005 è pubblicista e cura una serie di collaborazioni con redazioni locali, uffici stampa e agenzie editoriali. Nel 2011 approda alla redazione di tuttogreen.it per occuparsi di bellezza e cosmetica naturale, fonti rinnovabili e medicine dolci.

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