Il tarassaco comune (nome botanico Taraxacum officinale) è una pianta spontanea considerata “depurativa” per eccellenza per le vie biliari e diuretica.
Noto anche come Dente di Leone, Soffione o Piscialetto è diffusissimo in tutte le zone e altitudini e cresce sia in clima temperato che freddo e fino ai 2.000 metri di altitudine.
Scopriamone tutte le proprietà, gli effetti benefici per la salute ma anche le controindicazioni, le curiosità e come venga utilizzata anche come ingrediente della cucina naturale con quattro facili ricette da provare.
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In botanica il tarassaco (Taraxacum officinale) è classificato come pianta erbacea perenne di dimensioni e altezza modeste, appartenenete alla famiglia delle Asteracee.
È caratterizzato da una grossa radice a fittone, che si sviluppa a profondità ridotte, e dalla tipica infiorescenza a bottone di color giallo-dorato.
Presente lungo tutto lo stivale, ben si adatta a qualsiasi tipo di latitudine: è facile, infatti, ritrovarlo sia in pianura che in montagna, anche ad alta quota, ma predilige i bordi dei sentieri, i prati e i terreni incolti.
Il fiore giallo-arancio è costituito da un capolino circondato da due ordini di petali (brattee) dritti fino a quando i semi maturano, che poi si abbassano per permettere ai semi di disperdersi, grazie ad una specie di ‘paracadute’.
Aperto di giorno, si chiude di notte. Ogni stelo porta un singolo fiore e si erge per 1-10 cm sopra le foglie. I fusti e le foglie emettono un lattice bianco quando vengono spezzati.
I suoi fiori gialli maturano e si trasformano in impalpabili e delicate sfere bianche chiamate soffioni. Infatti, basta un soffio per farle sfaldare e volare via.
Si tratta di globi contenenti molti frutti monoseme, chiamati acheni. Ogni achenio è attaccato ad uno stelo e a un piccolo ciuffo finissimo, simile a dei capelli, che funge da paracadute e ne permette la dispersione su lunghe distanze grazie al vento.
Impossibile non conoscerli, tutti ci siamo divertiti con loro da bambini!
Nel Medioevo, il tarassaco veniva utilizzato come efficace rimedio contro i disturbi di fegato e reni, forse per via del suo colore ‘giallo’ intenso che ricorda quello della bile.
In effetti, col passare dei secoli, la scienza ne provò l’efficacia e tra il 1500-1600 diversi furono i naturalisti e farmacisti che riconobbero al tarassaco proprietà diuretiche e addirittura curative per le ferite. Per motivi analoghi la medicina cinese ne fa da sempre ampio uso.
In Italia durante la seconda guerra mondiale dalla radice del tarassaco si estraeva un latice, da cui si ricavava, a sua volta, la gomma.
Dalla torrefazione delle radici, in epoche passate, si otteneva un surrogato del caffè, con tutte le proprietà benefiche della pianta.
Il taraxacum officinalis viene utilizzato in tutte le sue parti, benché la parte più preziosa, quella che contiene in forma più concentrata le proprietà depurative, sia la radice.
La parte del tarassaco più ricca di virtù terapeutiche, come anticipato, sono le radici. Essendo una pianta perenne, le radici possono allungarsi in modo evidente nel terreno e divenire sensibilmente robuste.
Le virtù di questa pianta spontanea sono molteplici: grazie al tarasserolo, glisteroli, le vitamine, l’inulina (sino al 25%), i sali minerali e i principi amari contenuti in grandi quantità nella radici, è considerato una delle piante officinali più efficaci.
Può stimolare la funzionalità biliare, depurare il fegato.
Oltre a purificare, questi principi svolgono anche un’azione antinfiammatoria e disintossicante sul fegato, favorendo l’eliminazione delle scorie e le secrezioni gastroenteriche.
Aiuta a liberare i reni dalle tossine: le già citate proprietà diuretiche che gli sono valse il nome di ‘piscialetto’ tramandato dalla tradizione contadina, sono esaltate dall’alta concentrazione di potassio e flavonoidi che lo rendono un coadiuvante perfetto nella cura della ritenzione idrica, della cellulite e dell’ipertensione.
Si raccomanda, quindi, il tarassaco in caso di eccessi alimentari. Se ne consiglia l’assunzione prolungata per alcuni periodi dell’anno con l’avvertimento che il sapore della radice di tarassaco è decisamente amaro. Per tanto, non a tutti risulterà gradito e piacevole.
Questa pianta è indicata anche per combattere l’invecchiamento della pelle in maniera naturale. Ricca di vitamine, minerali e oligoelementi, è una delle piante più ricche di provitamine A e la sua azione contro i radicali liberi è efficace per mantenere la pelle giovane ed elastica a lungo.
Confermato da diversi studi come ad esempio Li, X., He, X., Zhou, Y., Zhao, H., Zheng, W., Jiang, S., Zhou, Q., Li, P., & Han, S. (2017). Taraxacum mongolicum extract induced endoplasmic reticulum stress associated-apoptosis in triple-negative breast cancer cells. Journal of Ethnopharmacology, 206, 55-64. https://doi.org/10.1016/j.jep.2017.04.025 l’estratto acquoso fermentato di Taraxacum officinale avrebbe mostrato effetti preventivi. Vi rimandiamo alla letteratura medica internazionale su questo tema,
Per usufruire delle sue proprietà benefiche lo si può assumere in compresse ma anche sotto forma di tintura madre, tisana e decotto, vediamo entrambe le modalità:
I principi attivi di questa pianta sono efficaci anche se è assunto sotto forma di capsule o compresse (2 volte al giorno lontano dai pasti).
Per sfruttare l’azione depurativa, se ne utilizzano le foglie sia fresche che essiccate e le radici per fare un decotto o una tisana, che favoriscono l’eliminazione delle tossine dall’organismo, combattono la stitichezza ed il colesterolo.
È molto indicata in caso di calcoli renali. Aiuta anche l’eliminazione della bile e stimola l’attività del fegato. Ecco come prepararla.
Eccovi ora la nostra ricetta della tisana di tarassaco
Per preparare un’ottima tisana è necessario procurarsi:
Preparazione. Fate bollire l’acqua e lasciate in infusione per almeno 10 minuti le radici. Filtrate e zuccherate a piacere.
Può essere assunto anche sotto forma di tintura madre (50 gocce in poca acqua, tre volte al dì lontano dai pasti).
Oggi in cucina se ne utilizzano soprattutto i fiori sbocciati e le foglie fresche in misticanza.
Le foglie di questo ingrediente della cucina naturale possono essere consumate in insalata. È opportuno utilizzare quelle più giovani perché più tenere e meno amare.
Quelle più vecchie, che sono quelle vicine alla base della pianta, si possono usare cotte, come si faceva un tempo, per minestre, minestroni e zuppe. Invece i fiori di tarassaco in alcune zone d’Italia vengono messi sott’aceto e consumati come i capperi.
Le foglie possono essere lessate per comporre omelette e frittate, zuppe e minestre.
Ecco alcune semplici ricette, una per una saporita frittata, i boccioli sottaceto ed infine delle saporitissime frittelle. Niente male, no?
Partiamo dalla frittata: servono
Preparazione. Sminuzzate la pancetta e passatela in padella, sbollentate le foglie di tarassaco, una volta tolte dall’acqua passatele al tritatutto, aggiungete la crema ottenuta alla pancetta. Battete a parte le uova con il sale e unitele agli altri ingredienti, quindi cuocete la frittata su entrambi i lati nella stessa padella della pancetta.
Questa ricetta originale utilizza i fiori ancora chiusi in bocciolo per farne dei sottaceto, a mo’ di capperi. Sono sufficienti:
Preparazione. Fate bollire i boccioli per 5 minuti in acqua salata e acidulata col succo di limone, scolate e lasciate raffreddare e asciugare per bene. A questo punto, riponete i vostri boccioli in un vasetto di vetro a chiusura ermetica e ricoprite con dell’ottimo aceto di vino bianco.
Utilizzando i fiori di questa pianta già sbocciati potete realizzare delle ottime frittelle. Avrete bisogno di
Preparazione. Preparate una pastella mescolando la farina setacciata con vino, brandy, zucchero, un pizzico di sale e gli albumi montati a neve. Immergete nella pastella i fiori lavati e asciugati delicatamente con uno strofinaccio e fate friggere in olio ben caldo. Servite immediatame te le frittelle, magari accompagnandole con un’insalatina di tarassaco, tanto per restare in tema.
L’assunzione di questa erba amara è controindicata in caso di:
Deve essere usato con cautela se si segue una terapia antibiotica con farmaci a base di ciprofloxacina, levofloxacina e moxifloxacina, perché può ridurre l’assorbimento di questi principi attivi e diminuirne l’efficacia.
Può ridurre anche l’efficacia di alcuni farmaci per il fegato, aumentandone i livelli ematici. Per via dell’effetto diuretico, può rallentare l’eliminazione del litio da parte dell’organismo, aumentandone così la concentrazione.
In linea di massima è sempre meglio consultare il proprio medico prima di utilizzare un integratore a base di erbe.
In caso di disturbi alla tiroide è necessario fare attenzione e limitare l’assunzione del tarassaco alla sola tisana per non più di 3 tazze al giorno con 5 gr din 250 ml di acqua (specialmente nel caso di tiroide di Hoshimoto). Alcuni studi hanno evidenziato come questa erba amara aiuti a regolarizzare la sitomatologia tipica di questi problemi endocrini (come stitichezza e irregolarità intestinale, dolori articolari).
Chi segue una terapia ormonale per la regolazione della tiroide dovrebbe evitare di prendere il dente di leone sotto forma di tintura madre, decotto o estratto a secco, che hanno ciascuna differenti concentrazioni di principi attivi. È comunque meglio consultarsi con il medico endocrinologo per definire la dose adatta.
Ed ora spazio ad alcune curiosità su questa pianta medicinale.
Nel linguaggio dei fiori ha molti significati, vediamone alcuni:
E’ un simbolo del ciclo della vita, a causa della loro capacità di moltiplicarsi in numero così elevato. Quando pensiamo alla primavera, pensiamo anche alla fertilità: quale simbolo migliore della fertilità di un fiore giallo brillante che disperde i suoi semi lontano, con il vento?
I fiori gialli del dente di leone generalmente simboleggiano anche gioia e felicità.
Il sole e la luna: Il dente di leone è anche un simbolo molto convincente del sole e della luna e della loro connessione infinita. Il fiore giallo, caldo e luminoso, simboleggia il sole, mentre il soffione, la palla di semi bianchi, può simboleggiare la luna.
Una delle credenze più comuni sul tarassaco è che possa esaudire i desideri. Per esprimere un desiderio, è necessario trovare un fiore già maturo che si sia trasformato in soffione.
Per esprimere il vostro desiderio, prima fate un respiro profondo, poi soffiate i semi nell’aria.
Perché crediamo che l’esecuzione di questo piccolo rituale realizzerà i nostri sogni? Ha a che fare con il modo in cui si comportano i semi. Si sono evoluti per essere catturati dal vento e percorrere grandi distanze. Quando soffiamo mandiamo i semi (cioè i nostri desideri) nel cielo e verso il cielo.
La credenza popolare è che che gli dei celesti riceveranno i nostri desideri e li esaudiranno.
Eh si questa pianta è anche identificata con alcune delle due peculiarità
In inglese è conosciuto comunemente come dandelion, sebbene il suo nome botanico sia taraxacum.
Se vi interessa usare in cosmetica, fitoterapia e in cucina anche altre erbe amare, guardate queste schede specifiche per scoprire le loro prorietà e utilizzi:
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