I tarli del legno sono un grosso problema perché, se non debellati in tempo, possono portare gravi danni ai mobili e, nel caso di travi del soffitto, arrecare danni anche di tipo strutturale alla casa.
Per eliminare i tarli ci sono vari sistemi, molti dei quali anche naturali.
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Sono insetti xilofagi, ossia, si nutrono di legno. In natura attaccano direttamente i tronchi degli alberi. Tuttavia, se riescono ad entrare nelle abitazioni, penetrano nei mobili, nei pavimenti e nelle travi dei soffitti. Creando una rete di cunicoli, ne distruggono le parti interne. Così facendo, provocano danni – anche notevoli – negli oggetti (tavoli, sedie, cassettiere, scrittoi, cassepanche…). Ma nei casi più gravi, possono mettere a rischio la struttura stessa.
I tarli sono coleotteri provvisti di un rivestimento duro, come una specie di corazza. Ne esistono di varie specie. Ecco quali sono le principali tipologie.
Tutto ha inizio perché le femmine depongono le larve all’interno dei mobili di legno attraverso dei forellini di circa 1 mm, scavati dai maschi. Le larve si nutrono del legno e così crescono. Una volta divenute adulte, cominciano il loro viaggio verso l’esterno.
Di media, un tarlo adulto vive 3 settimane circa. In questo lasso di tempo, si accoppia e le femmine depongono le uova nel legno.
Ecco quali sono i segnali che devono metterci in allarme perché indicano la presenza di tarli nel legno.
Questi due segnali indicano che l’infestazione è già avvenuta. Bisogna quindi intervenire piuttosto urgentemente.
Se i fori sono pochi, fare qualche fotografia per valutare l’eventuale evoluzione con il trascorrere del tempo.
Alcune specie di tarli, quando rosicchiano il legno, emettono quel tipico ticchettio ritmico. Per individuare la presenza dei tarli del legno, può quindi essere utile fare molta attenzione ai rumori soprattutto di notte, quando i vari rumori ambientali circostanti sono ridotti al minimo.
Come già spiegato, i tarli vedono nel legno una fonte di nutrimento ed un luogo sicuro dove deporre le uova. Vi si insediano quindi perché trovano le condizioni ideali per il loro sviluppo, al fine da garantire il prosieguo della loro specie.
I tarli volano. Ecco perché le femmine, dopo l’accoppiamento, vanno a deporre le uova anche nelle travi dei soffitti.
Evitando l’utilizzo di biocidi o altre sostanze, la morte naturale dei tarli sopraggiunge quando la temperatura arriva a 55 °C.
Se si vuole effettuare una disinfestazione, è bene affidarsi a professionisti in grado di applicare un trattamento curativo, eliminando le uova, le larve e gli esemplari adulti.
I trattamenti più diffusi sono:
È bene precisare che, anche dopo aver effettuato questi trattamenti, i tarli possono nuovamente attaccare il legno. È quindi altresì importante effettuare anche un trattamento preventivo.
Ovviamente, esistono anche sistemi naturali per debellare i tarli del legno.
Si può procedere con iniezioni di alcol denaturato da inserire foro per foro. In questo modo si va ad avvelenare il legno, rendendolo così un habitat meno vivibile da parte dei parassiti.
Bisogna creare una specie di camera a gas, realizzando un’intelaiatura al centro della quale sistemare il legno su cui si vuole effettuare il trattamento. Sotto l’intelaiatura, va poi posizionata una vaschetta colma di ammoniaca pura. A questo punto, ricoprite il tutto con un foglio di nylon sigillando ogni fessura e attendere che l’ammoniaca faccia effetto.
In inverno bisogna attendere una giornata intera; in estate, poche ore possono già essere sufficienti.
Eseguendo il trattamento con l’ammoniaca, indossare guanti e mascherina per proteggersi, dal momento che si tratta di un prodotto tossico.
Usare dello stucco per legno e, dopo aver tappato tutti i buchi, fare asciugare molto bene. Talvolta, può accadere che, asciugandosi, lo stucco si ritiri verso l’interno del foro. In tal caso, applicare altro stucco. Quando si è raggiunta una superficie sufficientemente piena, carteggiare così da rendere la superficie bella liscia.
Per prima cosa, scaldare un pezzetto di cera con i polpastrelli oppure usando un asciugacapelli o avvicinandola ad un termosifone acceso. Quando il materiale sarà malleabile, lavorarlo con le dita e tappare i buchi modellando la cera.
Come già detto, una volta eliminati, i tarli del legno possono ritornare. È bene quindi pensare a un trattamento antitarlo per preservare le superfici attaccate o prevenire attacchi futuri.
I prodotti antitarlo sono insetticidi che penetrano nel legno.
Affinché il prodotto agisca in maniera efficace, potrà risultare utile sverniciare il legno. In questo modo, infatti, l’insetticida penetrerà al suo interno più facilmente.
Dopo aver passato l’insetticida sulla superficie, copritela con un telo di plastica e fate riposare per 15-20 giorni. Trascorso tale periodo, fate asciugare completamente e riverniciate.
Ovviamente, i vari trattamenti descritti non sono eterni, ma vanno ripetuti dopo alcuni anni. Si possono effettuare in ogni periodo dell’anno ma è in primavera che si hanno i risultati migliori.
Alcuni legni difficilmente vengono attaccati dai tarli. Esempi sono i legni di ciliegio, faggio, pioppo, ontano, melo, pero, salice, tiglio e betulla.
Di per sé, i tarli sono innocui per l’uomo. Tuttavia, i tarli possono essere preda dell’acaro del tarlo (Pyemotes ventricosus) che si nutre delle sue larve. Tale acaro può nuocere all’uomo e la sua puntura si manifesta con piccole vesciche che provocano forte prurito.
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