Vitalba: proprietà e controindicazioni della “erba dei pezzenti”
Un tempo nota come “erba dei pezzenti”, la vitalba è una pianta infestante il cui uso richiede particolari accortezze. Oltre ad essere infestante, ha un effetto potenzialmente tossico e irritante sul nostro organismo.
Sommario
La vitalba è un arbusto proveniente originariamente dalla vite alba, cioè dalla vite bianca, e appartenente alla famiglia delle Ranuncolacee.
Questa pianta perenne un tempo era nota come ‘erba dei pezzenti‘. I mendicanti, infatti, la utilizzavano per procurarsi ulcere e vesciche sulla pelle. In tal modo cercavano di suscitare una maggiore compassione da parte dei passanti per ottenere l’elemosina.
In passato questa pianta era anche rinomata per le sue proprietà medicali. Attualmente è raro il suo uso terapeutico a causa dei potenziali effetti tossici che la rendono rischiosa per la salute. In Italia è piuttosto diffusa e tende a crescere nei terreni incolti, ai margini di fossati e piccoli corsi d’acqua. A causa del suo comportamento infestante, tende a invadere e soffocare altri alberi.
Vitalba pianta
Questa pianta perenne si comporta come un rampicante ed è in grado di allungarsi oltre i 20 metri sugli alberi. Ha un profumo molto tenue, simile a quello del biancospino. Contiene sostanze, quali alcaloidi e saponine, in grado di esercitare un effetto potenzialmente velenoso sull’uomo. La Clematis vitalba è una pianta ormai nota soprattutto per la sua capacità infestante. Si può facilmente trovare in boschi, orti, giardini e anche tra le crepe dei muri.
Durante la sua crescita si aggrappa, infatti, ad ogni tipo di sostegno producendo una sorta di liane. Non è una pianta facile da eliminare una volta che si è insediata su altre specie vegetali.
Per riuscirci occorre procedere con un totale sradicamento della pianta. In alternativa, la clematide è utilizzata a scopo ornamentale su muri, pergolati e porticati.
Clematis vitalba proprietà
Pur essendo nota in passato per le sue virtù officinali, questa pianta può rivelarsi tossica se assunta in determinate quantità. Oggi viene pertanto consigliata e usata raramente per usi medicinali.
In effetti, rischia di produrre irritazioni e reazioni a causa delle sostanze in essa presenti. Precedentemente veniva adoperata per l’azione diuretica e rubefacente in grado di prevenire e alleviare i sintomi di reumatismi e gotta.
Si utilizzavano, in particolare, le foglie fresche per preparare dei cataplasmi. Tuttavia, l’azione irritante della pianta comportava dolorose ulcere per via dell’effetto vescicatorio. Le foglie venivano adoperate anche essiccate per la preparazione di infusi oppure sottoposte a macerazione per ottenere un olio.
In alternativa, venivano impiegati anche i germogli consumati in infusione.
Vitalba controindicazioni
Poiché parliamo di una pianta con potenziali effetti irritanti e tossici, occorre valutarne con accortezza l’assunzione e le modalità di utilizzo. Tale cautela è valida sia per l’uso interno, che può rivelarsi letale, che per l’uso esterno.
Quest’ultimo può comportare la comparsa di irritazioni, vesciche e ulcere. Bisogna, inoltre, tener conto del fatto che la dose terapeutica è molto prossima a quella tossica. In questi casi è bene non improvvisarsi esperti e utilizzare solo sostanze di cui sono note le reazioni.
Vitalba commestibile
La pianta può essere raccolta dalla stagione primaverile fino all’inizio del periodo invernale. Pur non possedendo le controindicazioni prima elencate, questa pianta può essere consumata per uso umano con le dovute cautele.
Rappresenta un ingrediente versatile da usare in cucina per riassaporare ricette proveniente dalla tradizione gastronomica povera e contadina d’altri tempi. Questo ingrediente riesce, inoltre, a donare una nota amara alle pietanze, soprattutto se la pianta viene raccolta a fine stagione o in periodi di siccità. Per poter essere consumata, tuttavia, richiede una preliminare bollitura.
In questo modo, infatti, sarà possibile eliminare le sostanze potenzialmente velenose in essa contenute.
Vitalba ricette
Questa pianta è un ingrediente versatile da usare in cucina in numerose ricette. Dopo averla lasciata bollire in poca acqua, occorre scolarla nello scolapasta per eliminare l’acqua in eccesso. Si può a questo punto utilizzare in cucina come sostituto di altri vegetali, come gli spinaci, ad esempio.
Si procede allora soffriggendo in padella un po’ d’olio e un paio di spicchi d’aglio. Dopo aver lessato la verdura aggiungendo un po’ di peperoncino in polvere, la si può servire come contorno. Anche i germogli più giovani della pianta possono essere aggiunti come ingredienti per realizzare delle gustose frittate e zuppe con una nota amarognola.
Occorre, tuttavia, fare molta attenzione alla raccolta, facendo in modo che avvenga prima che le sostanze tossiche si accumulino troppo nella pianta. Bisogna pertanto avere esperienza in merito e fare un uso cauto e moderato di questo vegetale per scongiurarne gli effetti rischiosi e tossici sull’organismo.
Altre informazioni
Tra le piante medicinali ce ne sono diverse che ad alte dosi sono tossiche o addirittura mortali, ma in bassi dosaggi curano diverse affezioni, vediamo quali:
- Pulsatilla: proprietà di questa pianta della salute
- Digitale, ha proprietà cardiotoniche ma il suo impiego oggi è vietato perché altamente tossica
- Assenzio, associato al liquore maledetto è in realtà un buon tonico, digestivo e antinfiammatorio.
- Belladonna, antispastico naturale, fa bene al cuore, agli occhi, al sistema nervoso ma è un vero e proprio veleno
- Edera, stimola la circolazione, è famosa come anticellulite
- Genziana, famosa per l’amaro, facilita la digestione e abbassa la febbre.
- Vitalba, è diuretica, purgativa e cura i reumatismi e la gotta ed esternamente antinevralgico, ma è irritante e tossica in determinate dosi.
- Drosera, pianta carnivora dall’azione antinfiammatoria e antisettica, calma la tosse secca, cura l’asma e la bronchite
- Mughetto, è una pianta velenosa utile nei casi di ipotensione, cefalea e palpitazioni.
Ultimo aggiornamento il 13 Febbraio 2018 da Rossella Vignoli