Tutto sull’Aristolochia, una pianta coi fiori che intrappolano gli insetti
Tanto bella per ornare tralicci e porticati, quanto tossica e pericolosa in fitoterapia
Una pianta che non tutti conoscono è l’Aristolochia: si tratta di una pianta rampicante di facile coltivazione adatta a decorare pergolati, grate, tralicci e muri, che però presenta alcune particolarità di cui è bene essere al corrente. Scopriamola meglio in questo speciale.
Sommario
- Aristolochia: caratteristiche
- Etimologia
- Varietà di Aristolochia
- Aristolochia: quando fiorisce
- Coltivazione dell’Aristolochia
- Cura dell’Aristolochia
- Moltiplicazione dell’Aristolochia
- Malattie, parassiti e altre avversità
- Aristolochia: usi
- Proprietà
- L’Aristolochia è velenosa?
- Curiosità
- Approfondimenti su piante e fiori
Aristolochia: caratteristiche
L’Aristolochia è una pianta appartenente alla famiglia della Aristolochiaceae di cui, in natura, esistono numerose specie (oltre 350) distribuite in tutto il mondo e in diverse zone climatiche.
Tutte le specie sono rampicanti, ma solo alcune vengono coltivate a scopo ornamentale per abbellire muri, tralicci e pergolati.
Cresce molto velocemente e, a seconda della specie, può raggiungere i 6 metri di altezza, mentre in larghezza dà vita a folti cespugli di 30-40 cm.
Ecco nello specifico come si presentano le sue singole parti:
- radice, rizomatosa e stolonifera
- stelo, liscio ed eretto o lievemente ritorto
- foglie: generalmente a forma di cuore, sono alternate e cordate, con evidenti nervature. Larghe circa 30 cm sono di un bel colore verde intenso con riflessi blu
- fiori: grandi e molto decorativi, hanno la forma di una pipa o – secondo alcuni – una forma che ricorda l’organo genitale femminile. Giallo-verde fuori e rosso scuro all’interno, sono profumatissimi. La loro particolarità consiste nel funzionare come vere e proprie trappole per gli insetti: ne bloccano infatti l’uscita grazie ai numerosi peli interni che fungono da barriera. Solo a fecondazione avvenuta, gli insetti intrappolati possono uscire ed andare ad impollinare un’altra pianta
- frutto, una sorta di capsula contenente molti semi endospermici
Etimologia
L’origine del nome è controversa. Secondo alcuni deriva dalle parole greche aristos (migliore) e lochi (utero/parto).
Stando agli scritti di Cicerone, invece, il nome deriva da Aristolochos, un uomo che, grazie ad un sogno, aveva imparato ad usare tale pianta come antidoto contro i morsi dei serpenti.
Varietà di Aristolochia
Esistono tantissime specie diverse di questa particolare pianta. Ecco le principali.
Aristolochia Gigantea
Originaria del Brasile, della Colombia e di Panama, è una pianta rampicante sempreverde con foglie obovate e fiori privi di petali a forma di tubo che si allargano in verticale ed emanano un profumo non proprio gradevole.
Aristolochia elegans o Aristolochia littoralis
Proveniente sempre dal Brasile, nel pieno sviluppo vegetativo può superare anche i 20 metri di altezza.
Gli steli somigliano a quelli dei vitigni e sono ricoperti da foglie cuoriformi. In estate produce grandi fiori tubolari molto decorativi e profumatissimi.
Aristolochia Fangchi
Originaria della Cina, dove cresce allo stato rustico nelle valli e lungo i torrenti, può facilmente superare i 5 metri di altezza. Ha foglie oblunghe e, in tarda primavera, tra maggio e giugno, produce fiori di colore violetto.
Aristolochia Clematitis
Originaria dell’Asia Minore, del Caucaso e del Mediterraneo, cresce spontaneamente lungo i fossati, le rive dei fiumi, sui terreni incolti o come infestante nei campi e nei vigneti fino a 1000 metri di altitudine.
Ha le foglie cuoriformi con bordi irregolari, fiori gialli e frutti a forma di capsula globosa.
Aristolochia Macrophylla
A crescita molto rapida, si tratta della varietà ideale per adornare pergolati. Presenta foglie molto grandi e fiori dalla caratteristica forma di pipa.
Aristolochia rotunda
Specie erbacea perenne che cresce praticamente in tutta Italia, presenta appariscenti fiori color porpora e frutti sferici.
Aristolochia: quando fiorisce
Nel periodo primavera-estate.
Coltivazione dell’Aristolochia
Pur essendo una pianta abbastanza rustica, predilige i luoghi luminosi, ben arieggiati ma riparati dai venti. Nelle zone costiere può essere coltivata anche a mezz’ombra, in modo da evitare i raggi diretti del sole nelle ore più calde.
Ama il clima mite e non tollera le temperature troppo basse.
Cura dell’Aristolochia
Si coltiva facilmente e non richiede cure particolari.
Clima ed esposizione
Si può coltivare in vaso nelle zone dove la temperatura invernale scende sotto i 10 °C; altrimenti può resistere anche in giardino, ma in posizione riparata. Nella bella stagione può essere spostata sul balcone o sul terrazzo, al sole o a mezz’ombra.
Terreno
Predilige il terreno soffice, ricco di sostanza organica e soprattutto ben drenato.
Annaffiatura
Dalla ripresa vegetativa fino a tarda estate va annaffiata regolarmente 2 volte a settimana. In inverno le annaffiature vanno invece ridotte al minimo.
Concimazione
Da primavera a fine estate, somministrare un fertilizzante liquido ricco in azoto, fosforo e potassio, diluito nell’acqua delle annaffiature ogni 15 giorni.
Potatura
A febbraio, i rami più lunghi vanno tagliati per circa un terzo della loro lunghezza. Ciò è utile per stimolare l’emissione di nuovi tralci laterali.
Moltiplicazione dell’Aristolochia
La moltiplicazione dell’aristolochia avviene generalmente per talea. Si deve recidere una talea dalla pianta madre: il ramo deve essere abbastanza lungo (almeno 10 cm). Mettere a radicare in un vaso e, quando compaiono i nuovi germogli, mettere a dimora definitiva.
Malattie, parassiti e altre avversità
I principali nemici dell’Aristolochia sono il marciume delle radici, causato dal ristagno idrico e l’oidio, o mal bianco, malattie fungine che compaiono se il clima è troppo umido.
Si può giocare d’anticipo trattando le piante con prodotti specifici ed evitando i ristagni idrici.
Aristolochia: usi
La maggior parte delle specie di Aristolochia vengono utilizzate a scopo ornamentale per rivestire muri, pergolati o porticati. Anticamente, e ancora oggi, alcune parti vengono usate nella medicina popolare cinese ad esempio per favorire il parto e prevenire le infezioni.
Proprietà
La radice essiccata dell’Aristolochia viene usata sia nella medicina tradizionale cinese che nell’omeopatia europea.
Le proprietà più diffuse in ambito medico sono:
- antinfiammatoria
- diuretica
- galattogena
- antipiretica
- cura la gastrite
- previene gli edemi
- combatte i dolori addominali
- smorza le cefalee
- risolve le infezioni cutanee
- allevia prurito e bruciore da punture di insetti
- astringente
- favorisce la cicatrizzazione delle ferite
- cura le emorroidi
- calma tosse e asma
Nonostante tutto, è sempre bene ricordare che si tratta di una pianta potenzialmente molto pericolosa.
L’Aristolochia è velenosa?
L’Aristolochia è un’erba altamente tossica, è vietato l’uso di ogni sua parte essendo pericolosa per l’organismo, irritante per l’intestino, carcinogenica e genotossica.
La sua tossicità è stata scoperta negli anni Novanta.
Secondo la direttiva del Ministero della Salute del 2009: “è vietato l’inserimento delle sostanze e degli estratti vegetali di pianta, radice e rizoma dell’Aristolochia negli integratori alimentari”.
L’uso domestico e in fitoterapia è stato pertanto abbandonato. Viene ancora inserita nei composti omeopatici contro:
- irritabilità
- depressione
- insufficienza venosa
- mal di testa mattutino
- congestione nasale con lacrimazione
- mal di denti causato da freddo o caldo
- mestruazioni dolorose
Curiosità
La pianta di Aristolochia è stata classificata per la prima volta da Carlo Linneo, il padre della moderna tassonomia animale e vegetale.
Alcune specie sono protette perché a rischio di estinzione.
Nei paesi anglosassoni, l’Aristolochia gigantea è conosciuta come “Giant Pelican Flower” o “Oreja de Elefante”.
Poiché i fiori ricordano nella forma l’apparato riproduttivo femminile, anticamente si credeva che tale pianta facilitasse il parto e curasse eventuali infezioni neonatali.
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Ultimo aggiornamento il 30 Ottobre 2020 da Rossella Vignoli
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