Una pianta che non tutti conoscono è l’Aristolochia: si tratta di una pianta rampicante di facile coltivazione adatta a decorare pergolati, grate, tralicci e muri, che però presenta alcune particolarità di cui è bene essere al corrente. Scopriamola meglio in questo speciale.
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L’Aristolochia è una pianta appartenente alla famiglia della Aristolochiaceae di cui, in natura, esistono numerose specie (oltre 350) distribuite in tutto il mondo e in diverse zone climatiche.
Tutte le specie sono rampicanti, ma solo alcune vengono coltivate a scopo ornamentale per abbellire muri, tralicci e pergolati.
Cresce molto velocemente e, a seconda della specie, può raggiungere i 6 metri di altezza, mentre in larghezza dà vita a folti cespugli di 30-40 cm.
Ecco nello specifico come si presentano le sue singole parti:
L’origine del nome è controversa. Secondo alcuni deriva dalle parole greche aristos (migliore) e lochi (utero/parto).
Stando agli scritti di Cicerone, invece, il nome deriva da Aristolochos, un uomo che, grazie ad un sogno, aveva imparato ad usare tale pianta come antidoto contro i morsi dei serpenti.
Esistono tantissime specie diverse di questa particolare pianta. Ecco le principali.
Originaria del Brasile, della Colombia e di Panama, è una pianta rampicante sempreverde con foglie obovate e fiori privi di petali a forma di tubo che si allargano in verticale ed emanano un profumo non proprio gradevole.
Proveniente sempre dal Brasile, nel pieno sviluppo vegetativo può superare anche i 20 metri di altezza.
Gli steli somigliano a quelli dei vitigni e sono ricoperti da foglie cuoriformi. In estate produce grandi fiori tubolari molto decorativi e profumatissimi.
Originaria della Cina, dove cresce allo stato rustico nelle valli e lungo i torrenti, può facilmente superare i 5 metri di altezza. Ha foglie oblunghe e, in tarda primavera, tra maggio e giugno, produce fiori di colore violetto.
Originaria dell’Asia Minore, del Caucaso e del Mediterraneo, cresce spontaneamente lungo i fossati, le rive dei fiumi, sui terreni incolti o come infestante nei campi e nei vigneti fino a 1000 metri di altitudine.
Ha le foglie cuoriformi con bordi irregolari, fiori gialli e frutti a forma di capsula globosa.
A crescita molto rapida, si tratta della varietà ideale per adornare pergolati. Presenta foglie molto grandi e fiori dalla caratteristica forma di pipa.
Specie erbacea perenne che cresce praticamente in tutta Italia, presenta appariscenti fiori color porpora e frutti sferici.
Nel periodo primavera-estate.
Pur essendo una pianta abbastanza rustica, predilige i luoghi luminosi, ben arieggiati ma riparati dai venti. Nelle zone costiere può essere coltivata anche a mezz’ombra, in modo da evitare i raggi diretti del sole nelle ore più calde.
Ama il clima mite e non tollera le temperature troppo basse.
Si coltiva facilmente e non richiede cure particolari.
Si può coltivare in vaso nelle zone dove la temperatura invernale scende sotto i 10 °C; altrimenti può resistere anche in giardino, ma in posizione riparata. Nella bella stagione può essere spostata sul balcone o sul terrazzo, al sole o a mezz’ombra.
Predilige il terreno soffice, ricco di sostanza organica e soprattutto ben drenato.
Dalla ripresa vegetativa fino a tarda estate va annaffiata regolarmente 2 volte a settimana. In inverno le annaffiature vanno invece ridotte al minimo.
Da primavera a fine estate, somministrare un fertilizzante liquido ricco in azoto, fosforo e potassio, diluito nell’acqua delle annaffiature ogni 15 giorni.
A febbraio, i rami più lunghi vanno tagliati per circa un terzo della loro lunghezza. Ciò è utile per stimolare l’emissione di nuovi tralci laterali.
La moltiplicazione dell’aristolochia avviene generalmente per talea. Si deve recidere una talea dalla pianta madre: il ramo deve essere abbastanza lungo (almeno 10 cm). Mettere a radicare in un vaso e, quando compaiono i nuovi germogli, mettere a dimora definitiva.
I principali nemici dell’Aristolochia sono il marciume delle radici, causato dal ristagno idrico e l’oidio, o mal bianco, malattie fungine che compaiono se il clima è troppo umido.
Si può giocare d’anticipo trattando le piante con prodotti specifici ed evitando i ristagni idrici.
La maggior parte delle specie di Aristolochia vengono utilizzate a scopo ornamentale per rivestire muri, pergolati o porticati. Anticamente, e ancora oggi, alcune parti vengono usate nella medicina popolare cinese ad esempio per favorire il parto e prevenire le infezioni.
La radice essiccata dell’Aristolochia viene usata sia nella medicina tradizionale cinese che nell’omeopatia europea.
Le proprietà più diffuse in ambito medico sono:
Nonostante tutto, è sempre bene ricordare che si tratta di una pianta potenzialmente molto pericolosa.
L’Aristolochia è un’erba altamente tossica, è vietato l’uso di ogni sua parte essendo pericolosa per l’organismo, irritante per l’intestino, carcinogenica e genotossica.
La sua tossicità è stata scoperta negli anni Novanta.
Secondo la direttiva del Ministero della Salute del 2009: “è vietato l’inserimento delle sostanze e degli estratti vegetali di pianta, radice e rizoma dell’Aristolochia negli integratori alimentari”.
L’uso domestico e in fitoterapia è stato pertanto abbandonato. Viene ancora inserita nei composti omeopatici contro:
La pianta di Aristolochia è stata classificata per la prima volta da Carlo Linneo, il padre della moderna tassonomia animale e vegetale.
Alcune specie sono protette perché a rischio di estinzione.
Nei paesi anglosassoni, l’Aristolochia gigantea è conosciuta come “Giant Pelican Flower” o “Oreja de Elefante”.
Poiché i fiori ricordano nella forma l’apparato riproduttivo femminile, anticamente si credeva che tale pianta facilitasse il parto e curasse eventuali infezioni neonatali.
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