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Bikenomics: quando la bicicletta fa bene anche all’economia

È quasi impensabile per gli italiani rendere la bicicletta il mezzo di trasporto più diffuso, un po’ per la fretta quotidiana, un po’ per pigrizia, un po’ per praticità. Tuttavia impegnarsi ardentemente nella causa della bicicletta è una realtà che si potrebbe concretizzare con l’impegno e con un’attenzione particolare ai vantaggi che da essa derivano: vantaggi per l’ambiente, ma anche per l’economia, locale soprattutto.

Bikenomics: quando la bicicletta fa bene anche all’economia

In città, sostituire ad esempio molti parcheggi per auto con quelli per bici, realizzare piste ciclabili laddove l’auto è regina non solo renderebbe più vivibile il centro abitativo ma aiuterebbe chiunque a stare più in sintonia con l’ambiente circostante senza dover sopportare eccessivamente il traffico: la salute delle famiglie, così come l’umore di ogni singolo cittadino, accoglierebbero positivamente tale cambiamento in modo da impiegare meno soldi nella cura della salute. L’ambiente stesso risulta essere l’indicatore naturale di quanto sia vantaggioso investire nella bicicletta.

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Ma la bicicletta non offre “solo” vantaggi per quanto riguarda la salute o per la riduzione dell’inquinamento, ma si dimostra essere un canale efficace in termini di contributo all’economia, specie l’economia locale, al punto che in America è stato coniato il termine Bikenomics, da fusione delle parole bike, bicicletta ed economics.

Questo per due ragioni principali: in primo luogo usare più la bici significa risparmiare e aumentare il reddito disponibile per i consumi locali. In secondo luogo, muoversi in bici nel proprio quartiere / città e non usare la macchina per fare acquisti magari a decine di chilometri di distanza, ci costringe a scoprire meglio e privilegiare l’offerta più vicino alla nostra residenza.
Last, but not least, l’indotto, anche solo turistico, delle due ruote: si pensi che in uno stato medio-grosso degli USA, il Wisconsin, uno studio  parla di una bike economy, di un impatto economico, turistico in primis, della bicicletta, che da solo vale 1,5 miliardi su base annua per lo Stato.

Insomma, bicicletta vuole dire più soldi che restano nella comunità: partendo dalle realtà più immediate come il fatto che l’utilizzo della bicicletta per recarsi al lavoro migliora chi la utilizza di conseguenza il datore di lavoro vedrà più profitti o che lasciando l’auto in garage, e girando la città pedalando, i negozi della città risulterebbero essere un’attrattiva maggiore. La comunità, inoltre, vedrebbe destinarsi più soldi dato che i cittadini non si impegnerebbero più grosse somme per la benzina, le assicurazioni e per l’acquisto dell’auto.

Per far sì che questo avvenga è dunque necessario mettere a disposizione i giusti strumenti: il Comune di Milano, ad esempio, propone Bike Mi, cioè un servizio di bike-sharing semplice, comodo e valido ecologicamente parlando. Si tratta di offrire un mezzo di trasporto vero e proprio da alternare a quelli tradizionali come tram e metropolitane, è pratico specialmente perché le postazioni Bike Mi sono collocate nelle zone più strategiche di Milano. Per al massimo due ore è possibile effettuare brevi spostamenti che in pratica permettono ad esempio di partire dalla stazione Cadorna e raggiungere l’università restituendo il mezzo alla postazione più vicina.

Tuttavia, nonostante questi modelli positivi, è fondamentale mantenere costante l’impegno di dar sempre più opportunità agli utilizzatori della bicicletta sia per non farli allontanare da questa realtà sia per far avvicinare ad essa altri consumatori. Dunque il territorio deve essere predisposto a tale scopo attraverso piste ciclabili, segnaletica opportuna, parcheggi sicuri.. insomma l’obiettivo è promuovere la bicicletta in ogni modo possibile anche per ciò che riguarda il cosiddetto cicloturismo, un fenomeno che si sta affermando sempre più a cui bisogna affiancare strumenti come l’intermodalità, cioè la possibilità di trasportare le due ruote anche sui treni, traghetti, metro, ma anche strutture in grado di ospitare chi con la bici si muove, esemplare l’esperienza dei Bed & Bike tedeschi imitati dagli Albergamici italiani con successo.

A dimostrazione che l’Italia vuole seguire l’esempio di altri Paesi europei, come Germania e Austria – dove una regione come il Tirolo ha confezionato attorno alla bicicletta la propria offerta turistica per quest’anno –  non sono solo le iniziative a fiorire ma anche i risultati.

FOTO: un’autostrada per biciclette presto in arrivo in Germania

Come quelli ottenuti dalla realizzazione di quattro ciclabili realizzate a favore del cicloturismo dalla provincia di Trento – nella Valsugana, nella Val di Sole, nella Valle dell’Adige, nel Garda Trentino-, le quali hanno apportato una ricaduta economica nel 2009 di ben ottantasei milioni di euro così come rivela una ricerca condotta nel 2010 dall’Osservatorio Provinciale per il Turismo della provincia autonoma di Trento, indagine che è stata presentata proprio lo scorso 16 aprile a Verona durante il convegno Bicicletta e Turismo sostenuta dalla Federazione Italiana Amici della Bicicletta.

Come spiega il Presidente Paolo Fabbri, essa è stata organizzata con lo scopo di illustrare questi vantaggi economici, le iniziative di successo come quelle legate alla provincia di Trento appunto, ma anche quelle relative all’intermodalità, importante esempio il trasposto gratuito della bicicletta sui treni della Liguria per i prossimi quattro anni, e per dare spazio anche ad altri progetti, come quelli inerenti all’editoria dove vengono realizzate apposite cartine dei percorsi cicloturistici.

La bicicletta, dunque, può rappresentare una rivoluzione sia nella realtà del turismo sia per le città. Il percorso è ancora lungo per poter decretare il successo già ottenuto in altri Paesi europei, ma i segnali che sono emersi rappresentano le basi per far sì che la bicicletta possa entrare effettivamente nella familiarità di ogni giorno per migliorare la nostra vita a livello personale e non solo: essa è un vantaggio per le amministrazioni locali che intendono incentivare l’uso della bicicletta perché investire sulla mobilità ciclistica significherebbe un risparmio per le casse pubbliche, proprio come è dimostrato da quei Comuni che fanno delle due ruote un’importante leva economica potendo così di conseguenza migliorare le altre realtà sociali dei propri cittadini.

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3 Commenti

  1. al riguardo un interessante libro di Ivan Illich: energia ed quità (o elogio della bicicletta).
    “el socialismo puede llegar sòlo en bicicleta”

  2. Ecco il corretto link per lo studio della bicicletta.
    http://bfw.org/for-your-community/reports-guides-and-plans/

    Poi, il gruppo Salva I Ciclisti avrà un convegno il 5 e 6 Ottobre per sviluppare, insieme con altri gruppi, un programma completo per l’Italia. Sarà presso in Reggio Emilia. Ecco il link per più informazione:
    http://www.salvaiciclisti.it/

    Grazie per segnalare i punti importanti. Sempre ero perplessa che gli Italiani non sfruttavono la bicicletta come gli altri paesi europei. L’Italia ha un’infrastruttura molto meglio che gli Stati Uniti, con distanze piccole e negozi vicini. Negli Stati Uniti, invece, le distanze e strade sono enorme e le zone residenziale sono isolate.

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