È una bevanda amara che fa bene a colon e intestino. Stiamo parlando del caffè di cicoria, una valida alternativa, ma senza caffeina.
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A differenza di quest’ultimo, però, non contiene caffeina, perciò è adatto a chi soffre di colite ed insonnia.
Si ricava dalle radici della cicoria (Cichorium Intybus) che, dopo essere state essiccate e polverizzate, vengono sottoposte ad una leggera torrefazione.
Ha un sapore amaro ma molto simile a quello del caffè classico.
Contiene inulina, fibra dalle proprietà disintossicanti; ma anche vitamine B, potassio, magnesio, ferro e fosforo.
Un po’ come è avvenuto per il caffè d’orzo, anche questo surrogato del caffè sembra fosse già conosciuto nel ‘600, specialmente per scopi medicinali.
La sua scoperta ufficiale viene fatta risalire al XIX secolo, quando i francesi, a causa del blocco delle importazioni imposto all’Impero di Napoleone, si videro costretti a cercare un’alternativa.
In Italia, questa bevanda divenne popolare durante le due guerre mondiali, soprattutto quando l’Italia fu sottoposta alle sanzioni della Società delle Nazioni a seguito dell’aggressione all’Etiopia.
È considerata una pianta colegaga, ovvero amica del fegato, in quanto il suo sapore amaro ne sollecita l’attività, aiutando a depurare il sangue.
Ma è anche un ottimo digestivo; le sostanze presenti al suo interno aiutano infatti a metabolizzare i grassi e stimolano l’intestino contro la stitichezza.
Per questa ragione, andrebbe bevuto caldo, a colazione o subito dopo i pasti. Più sarà caldo, più elevate saranno le sue virtù.
Essendo ricco di sali minerali, fibre ed antiossidanti, come i polifenoli, agisce anche sulla flora intestinale nonché sulla glicemia, ovvero il livello di zuccheri nel sangue.
Ha inoltre un apporto calorico trascurabile, ecco perché è indicata nei regimi alimentari e per i diabetici.
Le controindicazioni sono molto poche. Non contenendo caffeina, è infatti possibile darlo anche ai bambini.
Difatti, la dicitura ‘caffè’ sarebbe errata, in quanto si riferirebbe ai prodotti derivanti dalle piante del genere Coffea e non Cichorium.
Questa bevanda ha effetti stimolanti sullo stomaco e l’intestino, ciò significa che è meglio non consumarla se si soffre di gastrite ed ulcera.
Il caratteristico sapore amaro aumenta le secrezioni gastriche, e stimola la digestione, ma può essere nociva per quanti soffrono di reflusso gastrico.
È controindicata anche per chi soffre di colecisti e colon irritabile, nonché in presenza di calcoli renali.
Più in generale, se ne sconsiglia l’uso in caso di forte diarrea, in presenza di malattie croniche dell’apparato digerente, di intossicazione e infezione.
Meglio non consumarla in gravidanza, in quanto può causare contrazioni uterine.
Non si segnalano controindicazioni per quanto riguarda, invece, il periodo dell’allattamento, ma è sempre bene chiedere al proprio medico.
In commercio sono presenti sia la versione per moka che quella solubile, anche già porzionata.
Non è facile trovare questo succedaneo del caffè nei supermercati, pertanto va ricercato nei negozi di cibi biologici, di alimentazione naturale, nelle erboristerie oppure online.
Come ci sono vari tipi di caffè, ci sono anche diversi modi per preparare quello di cicoria:
Per togliere l’amaro dalla verdura, bastano delle fettine di limone o un cucchiaio d’aceto, ma per la bevanda è necessario un dolcificante.
Per esempio naturale, come il miele o lo zucchero di barbabietola. Ma la si può assumere anche insieme al latte vegetale o con un pizzico di cannella, che arricchisce l’aroma.
Un’altra idea potrebbe essere quella di aggiungerlo al caffè tradizionale, per limitare l’apporto di caffeina e godere di un sapore più piacevole.
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