Oggi parliamo del Liriodendron, una pianta che si trova spesso in parchi e giardini a scopo ornamentale e che stupisce sempre per la forma dei suoi bellissimi fiori. Scopriamone insieme caratteristiche, varietà e tanti utili consigli per poterla coltivare al meglio.
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Il Liriodendron (nome scientifico Liriodendron tulipifera) è un albero di media grandezza, a foglie caduche, originario dell’America settentrionale. Appartenente alla famiglia delle Magnoliaceae, è noto anche come “Albero dei tulipani”, e può raggiungere un’altezza di 20-25 metri ed una larghezza di 10-15 metri.
Conosciamolo più da vicino analizzando le sue singole parti.
Il nome del Liriodendron deriva dal greco léirion (giglio) e déndron (albero), in riferimento alla sua bellissima fioritura.
Originaria del centro e del sud della Cina, questa specie è molto simile al Liriodendron tulipifera, da cui si differenzia per le foglie un poco più grandi e più profondamente lobate. L’altezza di questa varietà può inoltre raggiungere i 40 metri.
Ibrido con foglie lunghe fino a 20 cm, profondamente lobate e con le punte arrotondate; in estate sono verde chiaro mentre in autunno diventano giallo carico. I fiori, a forma di tulipano, sono di color giallo-verde, con una screziatura interna circolare giallo-arancio.
La peculiarità di questa specie sono le foglie molto ornamentali: color verde chiaro e con un margine più o meno consistente giallo-oro.
Fiorisce a fine primavera (maggio e giugno), con una fioritura scalare (2 mesi circa) e non troppo abbondante.
Purtroppo è però abbastanza difficile identificare i meravigliosi fiori del Liriodendron. Anzitutto, va specificato che solo le piante con almeno 15 anni fioriscono; inoltre, i fiori tendono a mimetizzarsi con le foglie anche perchè si dispongono sui rami posti più in alto.
Anzitutto va considerato il fatto che si tratta di una pianta vigorosa e imponente, non sicuramente adatta per essere piantata in piccoli giardinetti né per troppo tempo in vaso.
Vediamo ora i fattori che consentono al Liriodendron di crescere bene e in buona salute.
Non teme il freddo, bensì le estati troppo calde. La siccità può provocare una precoce defogliazione.
Ama i luoghi soleggiati o semi-ombreggiati. L’ideale sarebbe che la pianta possa ricevere l’irraggiamento diretto del sole per almeno qualche ora al giorno.
Predilige terreni umidi, freschi e profondi, possibilmente con ph leggermente acido. Si tratta di una pianta comunque in grado di di tollerare vari tipi di terreno: moderatamente alcalini o tendenzialmente acidi, purché freschi e ben drenati. Un’ottima pratica è quella, nel porre a dimora la pianta, di aggiungere al terreno del terriccio specifico per piante acidofile.
Di norma è sufficiente l’acqua piovana, ma è meglio annaffiare con regolarità gli esemplari più giovani nei periodi più caldi e secchi.
Eventuali interventi di potatura hanno il solo scopo di contenimento, nel caso la pianta non avesse più spazio a disposizione. In tal caso, è meglio effettuare la potatura a fine giugno, eseguendo tagli obliqui per evitare il ristagno idrico nella zona recisa.
Durante la messa a dimora, concimare abbondantemente con concime organico ben maturo. In autunno e primavera, utilizzare invece un concime ricco di azoto.
ll Liriodendron si moltiplica in primavera o in autunno con diverse modalità.
I semi vanno conservati in frigorifero per due settimane in una busta contenente uno strato di sabbia. Dopodiche vanno messi a germinare in un terriccio specifico per la semina. Quando i nuovi germogli sono abbastanza robusti, possono essere trasferiti a dimora definitiva con tutto il pane di terra che avvolge le radici.
Prelevare, con cesoie affilate e disinfettate, alcune porzioni di rametti apicali di 18-20 cm da mettere a radicare in un terriccio composto da sabbia e torba in parti uguali.
Sistemare il contenitore con le talee in un luogo luminoso, ma al riparo dai raggi diretti del sole, e mantenere costantemente umido.
Una volta avvenuta la radicazione, lasciar irrobustire le piantine, e procedere con la messa a dimora definitiva facendo attenzione a non rovinare le delicate e fragili radici.
Concimare il terreno con dello stallatico maturo. Quindi sistemare ogni pianta in buche profonde e larghe circa il doppio della circonferenza del loro pane di terra, ad una distanza di circa 10 metri l’una dall’altra.
È una pianta ornamentale che si trova spesso in parchi e grandi giardini come esemplare isolato o a gruppi.
Frequente anche come pianta per alberature stradali, viene anche coltivato per ricavare legno dalle ottime caratteristiche. Facilmente lavorabile e resistente alle verniciature, è particolarmente indicato per costruire strumenti musicali, mobili, carta, imballaggi…
Gli indiani d’America utilizzavano il legno degli esemplari più imponenti di Liriodendron per costruire canoe capienti e resistenti.
I suoi nemici numero uno sono gli afidi e la clorosi fogliare. Nel primo caso, si possono utilizzare prodotti antiparassitari che danno ottimi risultati nell’arco di breve tempo; mentre invece la clorosi fogliare indica che la pianta sta crescendo in un terreno non idoneo o privo di sostanze nutritive.
Sì, tutte le sue parti sono tossiche per l’uomo.
Nel parco di Villa Besana, a Sirtori, in provincia di Lecco, si trova un esemplare di Liriodendron che, con i suoi 52 metri di altezza, si è guadagnato il titolo “albero più alto d’Italia”.
Ed infine, ecco alcune schede monografiche su piante e fiori:
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