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Monk fruit, il sostituto dello zucchero con zero calorie!

Cos'è, quali sono i suoi benefici e dove si può comprare

Oggi vi presentiamo il monk fruit, un piccolo frutto della Cina Meridionale che deve il suo nome all’utilizzo secolare che i monaci ne hanno fatto come rimedio erboristico per curare il mal di gola. Ma non è tutto, è un ottimo dolcificante privo di calorie. Proprio per questa sua peculiarità sta conquistando anche il mondo occidentale.

Monk fruit, il sostituto dello zucchero con zero calorie!

Il suo estratto ha infatti un potere dolcificante fino a 300 volte quello dello zucchero bianco ma ha zero calorie e zero grassi. Andiamo a scoprirne qualcosa di più di questo dolcificante naturale quasi miracoloso.

Monk fruit: cos’è

Si tratta di una vite erbacea (nome scientifico Siraitia grosvenorii) appartenente alla famiglia della zucca. Originario della Cina meridionale, è noto anche come frutto della longevità o luo Han guo.

È un frutto rotondo, leggermente ovale, che ricorda un piccolo melone verde.

Da decenni viene impiegato nella medicina tradizionale cinese per le sue numerose proprietà benefiche, che ultimamente stanno cominciano ad essere riconosciute anche in Occidente.

Monk fruit come dolcificante

Dall’omonimo frutto asiatico si estrae l’unico dei dolcificanti 100% naturali ad essere a zero calorie. Tale prodotto è stato riconosciuto come edulcorante dalla FDA (Food & Drug Administration) nel 2010.

Calorie e valori nutrizionali

I dolcificanti ottenuti si presentano in forme differenti:

Inoltre, 100 gr di prodotto apportano 0 kcal e, nello specifico, i suoi valori nutrizionali sono:

  • 4 gr di carboidrati
  • 0 gr di proteine
  • 0 gr di grassi
  • 0 gr di zuccheri 0 gr

Se consumato fresco, questo frutto ha circa il 25-38% di carboidrati e un po’ di vitamina C.Tuttavia, poiché tende a marcire rapidamente appena colto, viene spesso essiccato e lavorato per poter essere conservato più a lungo.

Monk fruit

Dopo tali procedimenti le tracce di fruttosio, glucosio e altri componenti, sono considerate pressoché nulle.

Proprietà e benefici

Da secoli viene utilizzato nella medicina cinese per preparare bevande calde in grado di lenire il mal di gola. Si ritiene che tali proprietà antinfiammatorie abbiano anche il potere di prevenire alcune forme tumorali e mantenere stabili i livelli di zucchero nel sangue.

Visti i suoi valori nutrizionali e l’eccezionale assenza di calorie, nel passato si è fatto largo uso del frutto per il trattamento e la prevenzione di diabete e obesità.

In Oriente è conosciuto anche come “frutto della longevità” per l’alto contenuto di antiossidanti.

Riassumendo, ecco quali sono i suoi benefici:

  • riduce il rischio di obesità
  • è sicuro per chi soffre di diabete
  • non aumenta l’indice glicemico
  • contiene antiossidanti che neutralizzano i radicali liberi
  • è un ottimo antinfiammatorio
  • aiuta a combattere lo sviluppo del cancro (in particolare del tumore della pelle e del seno)
  • può aiutare a combattere le infezioni
  • funziona come antistaminico naturale
  • combatte la fatica

Monk fruit: modalità di utilizzo

La polpa fresca può essere consumata così al naturale oppure per la preparazione di succhi. La buccia, piuttosto amara, viene invece impiegata per insaporire e aromatizzare tè e tisane.

Tuttavia, dal momento che si tratta di un frutto che marcisce rapidamente dopo la raccolta, è ben difficile trovarlo fresco in Italia. Per assaggiarlo al naturale occorre approfittare di un viaggio in Asia.

Monk fruit

È molto più usato per sostituire lo zucchero al posto di dolcificanti più o meno comuni come zucchero di canna integrale, miele, malto d’orzo, succo d’uva, melassa, sciroppo di riso.

Negli Stati Uniti si trovano più diffusamente diversi dolcificanti: alcuni contengono anche zuccheri aggiunti o stevia, volumizzanti ed edulcoranti. In questi casi però le calorie aumentano e il prodotto non è più così innocuo per i diabetici.

Che sapore ha il monk fruit

Ha un sapore molto somigliante allo zucchero. Rispetto ad altre alternative naturali allo zucchero non ha quel tipico retrogusto amarognolo.

Dove si compra il monk fruit

Il dolcificante che se ne ricava è facilmente reperibile all’estero: ovviamente nei luoghi d’origine (Paesi asiatici) ma anche in America e, in misura minore, in Inghilterra e Nuova Zelanda.

In Italia è ancora un prodotto semi-introvabile. È comunque possibile ordinarlo online tramite i più grossi siti di e-commerce.

A differenza rispetto a quanto avvenuto pochi anni fa con la stevia, non ci troviamo di fronte ad una vera e propria operazione commerciale di massa e a livello mondiale.

Acquistare il monk fruit: consigli

Per facilitare la ricerca in fase di acquisto, ecco qualche consiglio:

  • i prodotti provenienti dagli Stati Uniti sono in vendita con il nome commerciale di PureFruit, o come prodotto denominato Monk Fruit In The Raw, e Nectresse
  • un dolcificante a base di Monk fruit, prodotto e commercializzato in Nuova Zelanda, ha il nome di PureLo Lo Han Sweetener

Monk fruit

Controindicazioni del monk fruit

È generalmente considerato molto sicuro. Sono ben pochi, infatti, gli effetti collaterali o le reazioni negative rilevate.

Bisogna tuttavia fare attenzione ad alcuni dolcificanti in commercio, che spesso vengono addizionati con edulcoranti e altri zuccheri. In questo caso si esce dalla zona ‘zero calorie’ e il prodotto diventa pericoloso o comunque nocivo per chi soffre di diabete.

Infine, a differenza di altri dolcificanti, raramente può causare diarrea o gonfiore addominale, soprattutto se consumato in quantità moderate.

Altri dolcificanti naturali

Ecco altre sostanze dolcificanti alternative allo zucchero un po’ inusuali:

Federica Ermete

Nata a Busto Arsizio nel 1982, dopo il diploma si trasferisce a Cremona – dove vive tutt’ora – per conseguire la laurea in ambito umanistico. Sia per formazione professionale che per passione personale, i suoi ambiti di specializzazione sono l’alimentazione, la salute, il fitness di cui è appassionata anche nella vita quotidiana, ed il benessere naturale. Collabora con entusiasmo con la redazione di Tuttogreen dal giugno 2020.

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