Piante e fiori

Osmanto: un’idea per una siepe profumata un po’ diversa dal solito

L’osmanto è un arbusto sempreverde, resistente e dal profumo fragrante. Viene utilizzato soprattutto per formare delle siepi colorate, ma può essere anche coltivato in vaso. Scopriamo insieme come prendersene cura e quali sono le varietà più adatte per casa e giardino.

Osmanto: un’idea per una siepe profumata un po’ diversa dal solito

Ma da dove viene l’osmanto e qual è il significato del suo nome? Cominciamo proprio da qui.

Significato dell’osmanto

Il suo nome deriva dalle parole greche “osme”, profumo e “nathos”, fiore. In Cina, viene chiamato gui hua (“piano”, “esame”) e viene coltivato nei pressi dei templi buddisti. Si dice infatti che provenga dal paradiso lunare.

Una leggenda vuole che un dio, volendo lenire le piaghe dell’umanità, decise di spargere semi di osmanto sulla Terra.

Tipologie di osmanto

Questa pianta è particolarmente quindi diffusa in Cina Occidentale, Giappone e Taiwan. Viene spesso confusa con l’agrifoglio, in quanto presenta anch’essa foglie seghettate. Il primo, però, produce fiori dal bianco al rosso e bacche bluastre ed ovoidali, mentre quelle dell’agrifoglio sono tonde e rosse. In Patria, è simbolo d’amore e romanticismo, infatti viene regalato dalla nuova famiglia alla sposa come segno di accoglienza e prosperità.

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Osmanthus x burkwoodii

L’osmanto di Burkwood è generato da un incrocio di Osmanthus decorus, proveniente dalla Turchia, e Osmanthus delavayi, ed è pertanto la variante più resiliente.

È adatto a piccole siepi, dato che non supera i 4 metri, e oltre ad avere foglie corte, color verde scuro e dentate, si caratterizza per fiori a mazzetti di colore bianco che colorano le estremità. Si adatta a tutti i tipi di terreni ma preferisce posizioni esposte.

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L’osmanto si adatta a tutti i tipi terreni e climi

Osmanthus fragrans

È la cultivar più conosciuta; è infatti quella adatta a realizzare delle siepi alte e odorose. Per questa ragione, viene chiamato anche osmanto gigante. Può infatti superare i 5 metri d’altezza e, se scelto nella sottospecie aurantiacus, ovvero l’osmanto arancio, emette piccoli fiori gialli dal vago sapore d’arancio.

L’osmanto odoroso cresce su terreni sabbiosi e ben drenati e i suoi fiori, piccoli e di forma tubolare, hanno un profumo che somiglia un po’ a quello dei fiori di magnolia, limone e gelsomino.

Osmanthus thunbergii

L’aroma cremoso e fruttato dei fiori viene tradizionalmente estratto, dall’industria profumiera, dai fiori bianchi della variante thunbergii, ed è una delle materie prime più costose del settore (ben 4.000 euro per kg!)

Osmanthus heterophyllus

Le foglie dell’heterophyllus sono seghettate ma non spinose. La pianta prende un aspetto arrotondato e non supera mai i 5 metri d’altezza.

Osmanthus delavayi

Originario della Cina, è un arbusto dai fiori grandi, cascanti e di colore bianco. Predilige i terreni calcarei e collinari asciutti.

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Osmanthus goshiki

‘Goshiki’ vuol dire “cinque colori”. In Italia è conosciuto come tricolor ma viene chiamato anche fake holly. Le sue foglie, prive di spine, nascono infatti rosse, ma una volta diventate verdi, si colorano di screziature gialle, crema e grigie. Proviene dal Giappone e popola anche Taiwan. È una sottospecie dell’heterophyllus.

I suoi piccoli fiori gialli si presentano in mazzetti tra la fine dell’estate e l’autunno. Preferisce terreni ben drenati e acidi e una posizione soleggiata. Può subire l’attacco degli afidi in primavera.

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L’osmanto ha fiori che vanno dal bianco all’arancio

Osmanthus armatus

Questa specie può raggiungere i 4 metri d’altezza, e si caratterizza per foglie lunghe di color verde scuro che rimangono dentate ma, anch’esse, prive di spine.

Osmanthus x fortunei

Si tratta di un incrocio tra la variante heterophyllus e la fragrans. È quindi una pianta sempreverde e profumata che non supera i 3 metri d’altezza.

Coltivazione dell’osmanto

Specie rustica e resistente, nel suo habitat naturale l’osmanto predilige la mezzombra. Pertanto, nel Sud d’Italia, sarà opportuno coltivarlo in vaso. Questa pianta necessita di irrigazioni abbondanti nel periodo primaverile ed estivo, ma è in inverno che fiorisce.

Tra marzo e settembre, è bene concimare il terreno, specialmente se si è deciso di coltivarla in siepe. In realtà, è un arbusto facile da gestire, in quanto resiste molto bene alla potatura, che va eseguita tra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera.

Non necessita di particolari cure. Resiste anche al gelo molto intenso (fino a -15 °C!) e si adatta a qualunque tipo di terreno e clima, dato che è perfetto anche per ornare giardini rocciosi, di ghiaia o costieri, terrazzi e cortili.

In vaso

Andrà messo in posizione poco soleggiata e rinvasato ogni 3 anni. La coltivazione in vaso è perfetta per chi ha poco spazio in casa. A questo proposito, scegliete le specie x fortunei e gushiki, quest’ultima perfetta anche per le bordure.

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Alcune specie di osmanto hanno fiori piccoli e uniti in mazzetti

L’osmanto in cucina

Questa pianta arbustiva arriva in Europa con la metà del XIX secolo. Oggi viene usata in erboristeria e, in Asia, per aromatizzare il oolong, ma anche come ingrediente culinario, capace di bilanciare i sapori e dare freschezza alle pietanze.

È infatti possibile aggiungerlo a torte, marmellate e per aromatizzare sciroppi, merito del suo costosissimo olio essenziale. Idratante e dalle proprietà antiage, sembra sia anche in grado di rilassare e mettere di buon umore.

Ideale per la pelle screpolata del viso e dopo l’esposizione al sole, ne bastano poche gocce, da aggiungere ad un olio vettore. Agitate il composto, lasciatelo riposare per 48h e poi applicatelo sulla pelle prima di andare a dormire.

Per un bagno rigenerante, basta aggiungere una decina di gocce di olio essenziale al burro di cacao. Altrettanto utile sui capelli sciupati, per rafforzarli e renderli lucenti, basta preparare una maschera pre-shampoo a base di olio di cocco.

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La Ica

Web editor freelance per portali e siti che si occupano di viaggi, lifestyle, moda e tecnologia. Districatrice di parole verdi per TuttoGreen dal maggio 2012, nello stesso anno ha dattiloscritto anche per ScreenWeek. Oggi, pontifica su Il Ruggito della Moda, scribacchia di cinema su La Vie En Lumière, tiene traccia delle sue trasvolate artistiche su she)art. e crea Le Maglie di Tea, una linea di magliette ecologiche.

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