Guida al Parco Naturale Regionale dell’Etna, la magia di un luogo straordinario
Cosa vedere e che attività svolgere in questo patrimonio naturalistico unico
Oggi vi portiamo alla scoperta del territorio che circonda l’Etna, il vulcano attivo più alto d’Europa con i suoi 3.343 m. Il Mons-Gebel, la “montagna per eccellenza” tratteggiata nel periodo della dominazione araba, dal 1987 è tutelato dall’ente Parco naturale regionale dell’Etna, ben 59.000 ettari di natura incontaminata e campi agricoli distribuiti tra 20 municipalità.
Sommario
Dove si trova il Parco naturale regionale dell’Etna
Il Parco Naturale Regionale dell’Etna è situato nella regione orientale della Sicilia, Italia. È uno dei parchi naturali più grandi e affascinanti d’Europa, circondante il celebre Monte Etna, uno dei vulcani più attivi al mondo. La sua posizione geografica è alquanto strategica, con il parco che si estende su una vasta area di circa 59.000 ettari, che comprende sia le pendici del vulcano che l’area circostante.
La sua posizione fa in modo che sia facilmente accessibile da varie città siciliane, rendendo il Parco dell’Etna una meta popolare per escursionisti, amanti della natura e appassionati di vulcanologia.
Per raggiungere il Parco ci sono diverse opzioni di trasporto. La città più vicina al parco è Catania, che è ben collegata tramite l’aeroporto internazionale di Catania-Fontanarossa. Da Catania, è possibile raggiungere il parco in auto seguendo la strada statale 121, che offre panorami mozzafiato durante il tragitto. In alternativa, è possibile utilizzare il trasporto pubblico, come autobus e treni che collegano Catania alle città e ai paesi circostanti.
Le caratteristiche del Parco naturale regionale dell’Etna
Qui, tutto intorno alle pendici, l’interazione tra le forze primordiali e le forme di vita che si sono succedute nel tempo, ha determinato l’evoluzione di una straordinaria varietà di ambienti e paesaggi naturali. In funzione del tipo e della struttura delle rocce, delle condizioni climatiche e degli organismi che interagiscono con il substrato, si sono modellate le storie evolutive di piante, animali e uomini.
Come noto, l’Etna continua ad essere un luogo di grande interesse per la ricerca geologica e vulcanologica.
È un vulcano a scudo, il che significa che è caratterizzato da eruzioni esplosive meno violente rispetto ad altri tipi di vulcani. Tuttavia, queste eruzioni possono essere spettacolari e pericolose. L’Etna ha una storia eruttiva documentata che risale a migliaia di anni, con eruzioni che hanno plasmato il paesaggio circostante e lasciato tracce di colate di lava solidificate: le colate di lava dell’Etna sono tra le più lunghe al mondo. Queste colate di lava solidificata coprono vaste aree del parco e possono raggiungere il mare. La loro composizione varia, ma spesso è composta da basalto, andesite e trachite, che conferiscono alla lava colori che vanno dal nero al grigio.
L’Etna è punteggiato da numerosi crateri, molti dei quali sono attivi o inattivi. Il cratere di Nord-Est e il cratere di Sud-Est sono due dei crateri più attivi e popolari per gli scienziati e i visitatori. Questi crateri sono in costante evoluzione, con il terreno circostante che si modifica con ogni eruzione.
La latitudine meridionale e la vicinanza del mare, accoppiate a una notevole escursione altimetrica, hanno prodotto intorno al cratere una serie di micloclimi unici. Scendendo dalla sommità (spoglia in quanto sulla lava recente non germogliano semi), nella prima fascia si incontrano piante come la saponaria e l’astragalo siciliano. Intorno ai 2.000 metri crescono il pino loricato, la betulla etnea e il faggio, più in basso ecco invece apparire castagno e ulivo, insieme alle colorate ginestre dell’Etna. Proseguendo nella discesa si incontrano i vigneti di Nerello, e, sul versante nord-ovest, i campi di pistacchi e fragole. Altre produzioni sono quelle di ciliegie, noci, pere e pesche ma la notevole fertilità dei suoli ha permesso in generale lo sviluppo di una ricca attività agricola.
Tra le zone di maggiore impatto segnaliamo la Valle del Bove, una profonda incisione con pareti alte fino a 1.000 m. La cosiddetta Grotta del Gelo è invece un passaggio di scorrimento lavico perennemente ghiacciato: anche d’estate, al suo interno non si superano i -6°.
La flora e la fauna del Parco dell’Etna
L’Etna ospita numerose piante endemiche, specie vegetali che si trovano solo in questa regione. Ad esempio, il pino laricio (Pinus nigra subsp. laricio) è un albero caratteristico dell’Etna, che si è adattato alle condizioni vulcaniche e ha una resistenza straordinaria alle eruzioni.
Più che di habitat, bisognerebbe parlare di mosaico di habitat, creati dalle diverse altitudini e dai vari tipi di terreno, dove si sono riversate nel tempo colate di lava. Ciò favorisce la biodiversità e la presenza di specie vegetali e animali specializzate. Questo consente anche a una vasta gamma di specie vegetali di prosperare, dalle piante alpine nelle zone più elevate alle specie mediterranee nelle aree più basse.
Anche la fauna è unica: tra le specie animali più iconiche dell’Etna c’è il camoscio dell’Etna (Rupicapra rupicapra ornata), una sottospecie di camoscio che si è adattata alle condizioni dell’ambiente vulcanico. Altre specie includono il gatto selvatico, l’allocco di Sicilia e l’aquila reale. La fauna comprende anche una varietà di invertebrati adattati alle caverne vulcaniche.
Intorno alle sponde del Lago Gurrida, unico bacino d’acqua della zona, nidificano aironi, anatre e altri uccelli acquatici. Gli uccelli sono ben rappresentati sull’Etna: rapaci diurni (sparviere, poiana, gheppio, falco pellegrino, aquila reale), rapaci notturni (barbagianni, assiolo, allocco, gufo comune), ghiandaia, colombo selvatico, coturnice e culbianco.
Estinti i grandi mammiferi (lupi e daini), soprattutto a causa dell’azione dell’uomo, sul vulcano vivono ancora l’istrice, la volpe, il gatto selvatico, la martora e varie specie di topo, pipistrello e serpente.
L’attività vulcanica stessa ha un impatto sulla biodiversità dell’Etna. Dopo le eruzioni, la lava solidificata può creare nuovi habitat e zone di coltivazione per le piante. La successione ecologica che segue un’eruzione può portare a una diversificazione delle comunità vegetali.
La biodiversità dell’Etna è di grande interesse per gli scienziati e gli ecologisti, poiché rappresenta un caso unico di adattamento della vita alle condizioni estreme. Inoltre, è un importante patrimonio naturale e culturale per la regione, contribuendo al valore ecologico e al fascino di questa regione vulcanica. Gli sforzi di conservazione sono cruciali per proteggere questa biodiversità unica e garantirne la sopravvivenza, specialmente in un contesto di cambiamenti ambientali globali.
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Cosa fare nel Parco dell’Etna
Da tutti i comuni di competenza, è possibile accedere al Parco attraverso mulattiere o sentieri. Alle diverse altitudini, si possono praticare variegate attività: trekking, passeggiate a cavallo, speleologia, sci alpino e nordico, snowboard e pattinaggio. Nella stagione invernale i collegamenti sono garantiti da una funivia e comodi impianti di risalita.
Agriturismi e rifugi garantiscono ideali punti d’appoggio, e l’occasione propizia per gustare le prelibatezze del territorio. Da visitare anche il Giardino Botanico “Nuova Gussonea“, situato al terzo chilometro del Sentiero Natura del Monte Nero degli Zappini, a Ragalna. Realizzato dall’Istituto di Botanica dell’Università di Catania, ospita specie e comunità vegetali fra le più interessanti del territorio etneo.
Vediamo di seguito quali sono i principali sentieri e le attività che si possono svolgere nelle diverse stagioni.
I sentieri escursionistici del Parco dell’Etna
DI seguito i 3 percorsi principali:
- Sentiero Schiena dell’Asino: si sviluppa lungo la cresta dell’Asino e offre spettacolari viste panoramiche sull’Etna e sulla campagna circostante. È adatto a escursionisti esperti e richiede una buona preparazione fisica.
- Sentiero dei Crateri Silvestri: è adatto a tutti i livelli di escursionisti ed è uno dei più popolari. Conduce ai Crateri Silvestri, formatisi durante l’eruzione del 1892. È un’escursione relativamente facile con una vista mozzafiato sui crateri.
- Sentiero dei Crateri Sartorius: conduce ai Crateri Sartorius, formatisi durante l’eruzione del 1865. Offre una vista spettacolare su una serie di crateri allineati. È un’escursione moderata, adatta a escursionisti intermedi.
Attività consigliate nel Parco dell’Etna
Ecco anche le attività che è possibile praticare in diverse altitudini all’interno del parco.
- Passeggiate a cavallo: il Parco dell’Etna offre anche opportunità per passeggiate a cavallo attraverso i suoi panorami unici. I percorsi a cavallo consentono ai visitatori di esplorare l’area in modo rilassante e di ammirare la bellezza naturale del parco in sella a un amico equino.
- Speleologia: le caverne vulcaniche dell’Etna offrono opportunità per l’esplorazione speleologica. Le grotte e le cavità sotterranee sono il risultato dell’attività vulcanica passata e possono essere visitate con guide esperte. Questa attività offre un’esperienza affascinante di avventura e scoperta.
- Sci alpino e nordico: durante l’inverno, l’Etna si copre di neve, creando condizioni ideali per lo sci alpino e nordico. Di fatto, ha ospitato in diverse anni una tappa della Coppa del Mondo di Sci e quindi è un’area attrezzata. Ci sono piste dedicate per lo sci alpino e spazi aperti per lo sci nordico. Gli amanti dello sci possono godere di una vista panoramica unica mentre scendono lungo le pendici del vulcano.
- Snowboard e pattinaggio: l’Etna offre anche opportunità per lo snowboard e il pattinaggio, sia sul ghiaccio che su neve fresca. Le piste e le aree appositamente adattate permettono ai visitatori di praticare questi sport in un ambiente suggestivo.
- Escursioni in mountain bike: per gli amanti delle due ruote, l’Etna offre una serie di percorsi in mountain bike che attraversano foreste, crateri e paesaggi vulcanici. Questa è un’ottima modalità per esplorare il parco in modo attivo.
Visitare il Parco dell’Etna è uno dei tanti buoni motivi per scegliere la Sicilia come meta delle nostre vacanze green e un ulteriore spunto per concedersi una gita davvero “vulcanica”…
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Ultimo aggiornamento il 15 Settembre 2024 da Rossella Vignoli