ll tè nero è la tipologia di tè più conosciuta e apprezzata al mondo. Tutti lo conosciamo. Dall’origine millenaria, da assaporare in vari momenti della giornata, a colazione come a merenda, può essere addolcito o lasciato puro, semplice, arricchito con una fettina di limone o un goccio di latte, da sorseggiare da solo o accompagnato da golosi biscottini.
Considerata la bevanda più diffusa al mondo, più ancora del caffè, è di origine orientale, ma si è diffuso anche in Occidente grazie agli Inglesi che lo importavano dalle colonie. Impariamo a conoscerlo e ad apprezzarlo per le sue innumerevoli proprietà benefiche sulla salute.
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Si ricava dalle foglie della Camellia sinensis, originaria della Cina. E più precisamente dalle varianti Camellia sinensis e Camellia assamica, quelle con foglie larghe.
Non a caso questa bevanda si è imposta prima tra i cinesi, che la utilizzavano fin dal V secolo per curare la ritenzione idrica e migliorare la digestione.
Nell’anno 1000 è avvenuta la trasformazione d’uso da medicina a bevanda quotidiana. Nel 1200 fanno la loro comparsa i primi tè sciolti, più facili da produrre e preparare.
Inizia così l’esportazione, prima in Asia e poi in Occidente, dove, a partire dal 1600 diviene oggetto di un fiorente commercio e s’impone in Occidente grazie agli Inglesi. Ancora oggi il tè nero rappresenta più del 90% di tutti i tè venduti in Europa.
I monaci buddhisti lo portarono in Giappone nel XV secolo, codificando uno stile e una cerimonia molto ricercati.
Attualmente, i principali produttori sono India, Sri Lanka, Cina, Giappone e Kenya.
Il nome occidentale è legato al colore scuro delle foglie ossidate e non al colore dell’infuso. Rispetto ai tè verdi e bianchi, sono molto più ossidati e hanno un sapore più pronunciato, a volte anche astringente.
Una volta raccolte, le foglie fresche vengono dapprima essiccate, poi arrotolate su se stesse e quindi nuovamente essiccate ed infine macerate.
Le foglie vengono poi sminuzzate e successivamente sottoposte a fermentazione in un locale caldo umido (30° per 1-2 ore).
L’ultimo passaggio prevede una ulteriore essiccazione che serve per distruggere gli enzimi e stabilizzare il prodotto. L’umidità si riduce a valori inferiori al 5% e il tè assume il caratteristico aroma ed il suo colore scuro.
Il tè si classifica secondo de parametri che intervengono nella creazione di sigle per indicare la qualità del tè. Il tipo di foglie, quelle apicali e le gemme, cioè le parti più tenere della pianta, che sono le migliori, e la foglia, che può essere intera o rotta.
Il tè a foglia intera a sua volta potrà essere classificato come:
I tè meno pregiati sono quelli a foglie spezzettate (broken), il residuo della miscelazione di quelle intere. E infine c’è il dust, praticamente le foglie ridotte in polvere, di qualità decisamente inferiore. Queste ultime sono tutte destinate alle bustine.
Si possono, inoltre, avere le stesse denominazioni, con la B di broken aggiunta alle classificazioni precedenti (Broken Pekoe, Broken Orange Pekoe, Broken Flowery Orange Pekoe, Broken Golden Flowery Orange Pekoe, Broken Tippy Golden Flowery Orange Pekoe).
Esistono molti tipi di tè, provenienti da diverse piantagioni, chiamate giardini. Ognuno ha un carattere, un aroma ed un profumo unico. Il nome fa riferimento alla regione di produzione.
In genere, i più pregiati sono proposti non miscelati, per godere appieno del loro caratteristico aroma e del gusto ben definito e astringente, grazie all’elevato contenuto di tannini.
Invece una miscela di vari tipi serve per mascherare la qualità non proprio eccelsa.
In origine il té proviene dalla Cina, ma fu importato dai mercanti, prima in India e poi nello Sri Lanka nel XIX secolo. Oggi i più grandi giardini di tè sono presenti nel sud-est asiatico, in particolare in India, Ceylon, e Nepal.
Le varietà più famose in Occidente sono quelle importate dagli Inglesi dalle loro colonie ed in particolare sono quelle indiane:
Il tè nero cinese si differenzia da quello conosciuto in Occidente. In Cina, il termine si riferisce ad un tè fermentato molto scuro, di tipo Oolong, che è completamente fermentato, cioè subisce una post-fermentazione (ad esempio il Pu-erh).
Esistono diversi tipi in una sola regione. Per esempio, si distinguono ben 11 tipologie, provenienti da altrettante regioni del Paese, ciascuno con caratteristiche specifiche.
Tra i vari tipi di tè neri cinesi, riconosciamo:
Esistono anche dei tè neri giapponesi, sebbene i cha (termine giapponese per tè) più conosciuti del Sol Levante siano i tè verdi come il Ban-cha ed il Sen-cha.
L’arrivo del tè in India è dovuto agli inglesi. I giardini sono coltivati in altitudine, ai piedi dell’Himalaya. Il clima è molto rigido e le foglie crescono più lentamente che in Cina. Tuttavia, queste varietà sono di eccellente qualità.
Il tè Darjeeling è sicuramente il migliore tra i tè neri. È soprannominato lo ‘champagne del tè’ per la sua eccezionalità.
L’Assam è dal sapore corposo e leggermente speziato. Deriva dalla sottospecie della Camellia Sinensis sub Assamica.
Questo è uno dei più coltivati e venduti nel mondo. Spesso viene miscelato con altri di provenienza indiana.
Possiamo anche aggiungere alla lunga lista di tè neri, quelli provenienti dall’Africa, ed in particolare dal Ruanda, che sono molto pregiati, al pari degli indiani.
Spesso viene miscelato con vari tipi di tè per ottenere una bevanda con caratteristiche di gusto e forza che la rendono più adatta a diversi momenti della giornata. Ecco le tipologie principali:
Si presta ad essere arricchito da ingredienti per ottenere una bevanda leggermente aromatizzata. Se ne possono avere di tanti tipi, la fantasia non ha limiti. Aggiungere fiori, frutta secca, spezie, oli essenziali, permette di profumare la miscela in vari modi e renderla più connotata. Si prestano tè neri di qualità medio-bassa.
Il tè aromatizzato più conosciuto è l’Earl Grey, una miscela di Assam e Ceylon, profumato con scorze e olio essenziale di bergamotto.
È ormai scientificamente provato che questa bevanda possiede proprietà benefiche per la salute. Non è un caso che in molti Paesi lo si consumi anche giornalmente per accompagnare i pasti.
In particolare, è un ottimo alleato quindi contro malattie cardiovascolari e gioca un ruolo nella prevenzione dei tumori.
E’ efficace per l’evacuazione? Sì, perché la teina (o caffeina, trattandosi della stessa molecola) contenuta nel tè nero ha notoriamente un effetto lassativo: accelera il transito intestinale ed aiuta quindi a combattere la stitichezza.
Altre indagini hanno concluso che il consumo a lungo termine riduce leggermente la pressione arteriosa sistolica e diastolica ed abbassa la concentrazione di colesterolo nel sangue.
Grazie alle proprietà astringenti dei tannini, riduce la secrezione ghiandolare nell’intestino, favorendo la risoluzione della dissenteria e il senso di nausea.
Inoltre svolgono anche un’importante funzione antinfiammatoria.
Non solo da bere. Utilizzato sotto forma di impacchi, si rivela un ottimo alleato per la bellezza delle donne.
Attraverso un meccanismo specifico e modificando i batteri dell’intestino, il tè nero contribuisce alla perdita di peso. Senza dimenticare che senza l’aggiunta di zucchero ha zero calorie!
Praticare con costanza impacchi sulle zone interessate da ritenzione idrica, come cosce e glutei, favorisce un miglioramento della tanto odiata cellulite.
Con il tè nero si può realizzare un ottimo tonico che aiuta a combattere acne e brufoli. Un semplice gesto da effettuare mattina e sera e da inserire nella beauty routine.
Applicare due bustine di tè nero raffreddate in frigorifero sulle palpebre chiuse permette di dar sollievo e sgonfiare le borse sotto gli occhi e le occhiaie, che appesantiscono lo sguardo, e donare freschezza.
La presenza di principi attivi nervini gli conferisce proprietà stimolanti, eccitanti e diuretiche. Gli effetti stimolanti agiscono su mente e cervello, ma anche su umore e livello di attenzione.
Ecco perché bere una tazza di tè nero può essere utile per migliorare la concentrazione.
Si formano grazie alla fermentazione e sono responsabili del colore più o meno scuro del tè, che può variare dal giallo, all’arancio, al bruno. Il tannino ha un’azione antiossidante.
Trattandosi di una bevanda stimolante, il consumo di tè nero è più indicato per il mattino o per il pomeriggio.
Preferibile evitarlo la sera e, a maggior ragione, se si soffre di insonnia. In ogni caso, è controindicato agli ipertesi.
Non è raccomandato alle persone che soffrono di anemia dal momento che rallenta l’assorbimento del ferro, così come vegetariani o vegani. Meglio consumarlo lontano dai pasti.
Anche i bambini dovrebbero evitarlo. Per i più piccoli, molto meglio una camomilla o una tisana rilassante.
Da tre a otto tazze di tè nero al giorno sono ottimali. Tre tazze sono il minimo per ottenere i benefici della bevanda. Otto tazze sono il massimo per evitare gli effetti della caffeina – teina.
Se si sceglie di utilizzarlo sotto forma di foglie sfuse, se ne deve mettere in infusione una piccola quantità in un filtro di metallo. Utilizzate acqua bollente e lasciate il filtro per alcuni minuti. Decisamente più comode le bustine, sebbene non permettano di dosare bene la quantità voluta e non siano disponibili in tante miscele e varietà.
In entrambi i casi l’acqua deve essere vicina al punto di ebollizione (attorno agli 80°) e l’infusione dovrebbe durare circa 2 minuti.
Il tè in foglie va conservato in una scatola ermetica scura, meglio se di metallo. La qualità è superiore al tè in bustina.
Potete zuccherare a piacere e sorseggiarlo al naturale, con una fettina di limone o “all’inglese” con un goccio di latte.
La differente lavorazione delle foglie determina il colore e le caratteristiche del tè.
Il tè nero viene essiccato, ossidato e a volte fatto fermentare, e questo lo rende scuro o ‘nero’ e gli conferisce il caratteristico sapore. Più ricco di teina rispetto ad altri tipi di tè perché subisce una lavorazione più a lunga, che gli conferisce anche un maggior contenuto di teina. Per questo dà un’energia simile al caffè senza i suoi effetti negativi.
Il tè verde non subisce lo stesso trattamento, è sottoposto solo ad una leggera essiccazione per conservarlo meglio. Quindi mantiene il suo bel colore verde. Il suo odore e il sapore a volte ricordano la terra o l’erba tagliata. Contiene più polifenoli del tè nero a causa della breve lavorazione.
Per quanto riguarda il tè bianco, detto anche tè d’argento, si tratta dei boccioli della pianta, raccolti all’inizio della stagione, ancora ricoperti da una fine peluria bianco-argentea. Questo colore rimane anche quando le foglie sono secche, da qui il nome di “tè bianco”. Il suo gusto è molto fine, ma mantiene le stesse proprietà degli altri tè. Contiene molti più polifenoli, perché è il tè con il processo di essiccazione più breve, quindi quello con più potere antiossidante.
Si può reperire in molti posti, dal supermercato all’erboristeria, ma la qualità è fondamentale. In bustine è presente dappertutto, dai supermercati ai piccoli negozi di alimentari, con tante varietà e marchi che propongono le loro miscele e aromi.
Sfuso è venduto solo in certe drogherie o negozi specializzati in tè e prodotti coloniali, ma anche online. Ed è per chi ne apprezza e conosce i vari tipi e l’alta qualità.
Sono tante le curiosità legate al tè. Vediamone alcune.
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