La vitamina K negli alimenti: quali ne contengono di più
La vitamina K negli alimenti è si trova soprattutto nelle verdure a foglia verde, come la lattuga, ma anche nei legumi, nel latte e cereali. Per questo può essere assunta senza difficoltà anche dai vegani e vegetariani. Scopriamo perché è importante consumarla attraverso una dieta bilanciata.

Vitamina K a cosa serve
Particolarmente importante per il nostro organismo, è utile per la coagulazione del sangue e per l’irrobustimento delle ossa. La vitamina K è utile all’organismo poiché favorisce la coagulazione del sangue, dunque accelera il processo di cicatrizzazione delle ferite.
Nei neonati, mette al riparo dai traumi del parto, soprattutto in caso di intervento chirurgico.
È utile anche alle ossa, in quanto è in grado di irrobustirne la struttura. Contrastandone la demineralizzazione, le protegge dalle fratture, prevenendo l’osteoporosi. Pertanto è indicata specialmente per le donne in menopausa.
Responsabile di regolare la risposta infiammatoria del corpo, in concerto con la vitamina D, è anche in grado di prevenire la calcificazione vascolare, ovvero quel processo di accumulo di calcio delle arterie che ne compromette la sana e naturale elasticità.
Utile al sistema nervoso, in quanto responsabile della sintesi di alcuni grassi che salvaguardano i nervi.
Vitamina K negli alimenti
La vitamina K si trova soprattutto negli ortaggi a foglia verde come come spinaci, biete e cime di rapa. È presente soprattutto nelle crucifere come broccoli, cavoli, cime di rapa, cavolfiore e rucola. Ma anche nei carciofi, nelle bietole (830 µg per 100 gr), nel crescione e negli spinaci.
Gli aromi come il basilico (100 gr contengono 1714,5 µg di vitamina K), la salvia, il prezzemolo ed il timo sono gli alimenti che la contengono in maggior quantità. Ma si trova anche nei legumi e nei grassi vegetali, in testa la margarina. Quest’ultima offre, con soli 100 gr, la razione giornaliera indicata.
Inoltre si trova nel latte e nei suoi derivati, ma in minori quantità. La si trova anche nei cereali e nei legumi, in particolare nella soia.

E poi nell’olio di oliva, nell’okra, nelle prugne secche, nei pinoli e nei cetrioli, alimenti consumabili, senza problemi, anche dagli intolleranti al nichel. Interessanti poi i quantitativi presenti negli asparagi (nell’ordine di 50,6 µg per 100 gr.), nei piselli, nel kiwi e nella frutta secca.
Infine, la vitamina K si può trovare nei cereali e negli alimenti di origine animale, come latte (0,3 µg per 100 gr.), formaggi fermentati e carne (soprattutto di manzo e pollo), anche se in quantità decisamente meno significative.
Vitamina K carenza e controindicazioni
Una carenza di vitamina K può comportare disturbi gastrointestinali e malattie epatiche. Deficienze importanti interessano soprattutto i neonati, ecco perché è importante assumerla costantemente e in maniera controllata, specie in fase di allattamento.
Controindicazioni, di tipo ematico si possono avere in caso di sovraddosaggio, per cui sono a rischio soprattutto coloro che assumono farmaci coagulanti. Un eccesso può provocare anche problemi della pelle, come eczemi e acne.
Nel caso di carenza, esistono in commercio degli integratori in gocce, da prendere solo previo incontro con il medico.
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