Sempre più spesso di sente parlare di Ashram, un luogo isolato dove ci si rifugia per un periodo più o meno lungo, alla ricerca del proprio io spirituale grazie alla preghiera, la concentrazione e la meditazione. Ma se fino a qualche anno fa, per vivere un’esperienza del genere bisognava recarsi in India o in Nepal, oggi la cosa è molto più semplice, ci sono infatti Ashram in tutto il mondo, anche in Italia.
Ma approfondiamo insieme l’argomento per scoprire qualcosa di più.
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Si tratta di un luogo fisico circoscritto molto semplice – generalmente ubicato in una zona isolata – in cui dedicarsi alla meditazione e alla preghiera.
È una comunità di persone che vivono insieme e che, praticando meditazione e yoga, cercano la propria elevazione spirituale.
L’origine è indiana, ed era un monastero religioso Indù. Questa realtà fu poi esportata e diffusa nel resto d’Europa nel corso degli anni ‘60 del ‘900. Oggi infatti è possibile trovare ritiri di meditazione e preghiera in tutto il mondo.
Il termine ‘ashrama‘, da cui deriva ashram, vuol dire ‘luogo del riposo’, e la radice del termine ‘srama’ viene tradotta con ‘esercitare se stessi’.
Il Mahabharata, il testo sacro della tradizione Vedica indiana, insegna che gli Ashrama erano le quattro fasi della vita di ogni uomo che volesse sviluppare anche la sua parte spirituale, e gli Ashram i luoghi in cui queste fasi si compivano.
Ricercare la propria essenza, fare ‘esercizio di sé’, attraverso un cammino spirituale o tramite la regolare pratica delle tecniche di meditazione e di yoga è lo scopo di chi si reca in questi luoghi.
Qui possono essere presenti dei Maestri, il cui compito è indicare la strada, fornendo gli strumenti adatti per percorrerla.
Insegnano la pratica a chi è più indietro di loro sul percorso spirituale, ma continuano a studiare loro stessi, in un percorso sempre in divenire.
Poichè all’interno di questi ritiri si svolge una vita comunitaria, ci sono delle regole che tutti sono tenuti a rispettare.
Ognuno ha regimi differenti, tuttavia ci sono delle norme di base che possono essere considerate valide per tutti, ovunque essi siano: India, Nepal, Bali, Italia.
Le regole fondamentali sono le seguenti:
Il mancato rispetto del regolamento può comportare anche l’allontanamento dall’Ashram stesso.
Considerando il fatto che proprio lì risiedono le sue origini, numerosi si trovano in India, ma non sono tutti uguali.
Ogni ritiro si rifà infatti a regole e tradizioni spirituali proprie, così come varie sono le confessioni religiose e filosofiche indiane.
Esistono infatti quelli induisti, buddisti, dove si pratica yoga, dove si studiano i testi sacri tradizionali…
Anche in Italia, soprattutto in zone bucoliche come le campagne umbro-toscane, esistono numerosi ritiri dove si insegnano yoga e meditazione.
Vengono organizzati ritiri di singole giornate, week-end o settimane, incontri tematici di più breve durata e di carattere divulgativo.
Sostanzialmente all’interno si praticano yoga e meditazione, ma non sono tutti ugual. Ci sono infatti stili di yoga come il kundalini, l’ashtanga e il vinyasa, oltre che vari tipi di meditazione tra loro differenti.
Va inoltre ricordato che lo yoga, prima ancora che una serie di posizioni e di esercizi, è uno stile di vita.
Normalmente non si va per fare villeggiatura. Molto più probabile incontrare persone in cerca di se, alle prese con un viaggio interiore, che vogliono mettersi alla prova, provando la propria tenacia e devozione, e che hanno un percorso di cambiamento interiore.
Possono soggiornarvi persone di ogni provenienza, età e credenza.
Se può essere facile confondere e scambiare i due concetti-luoghi, la differenza è molto semplice:
Chi va in un ritiro non si converte e non ne esce monaco. Ci va una persona che desidera, per un determinato periodo di tempo, sfuggire dalla propria quotidianità, rinunciando temporaneamente a scadenze e ritmi quotidiani e regolari.
Durante questa pausa si dovrebbe raggiungere un equilibrio che poi può essere riportato nella propria vita.
Data la capillarità con cui queste strutture si stanno diffondendo, il rischio di incappare in una realtà non autentica è alto. Occorre quindi informarsi per bene prima di prenotare la propria esperienza.
Ecco alcuni concetti-chiave da tener presente per non rischiare un imbroglio:
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