Il cardo mariano è una pianta della famiglia delle Asteracee molto apprezzata in fitoterapia per migliorare la funzionalità epatica e per depurare l’organismo dalle tossine. Si tratta di un’erbacea a diffusione spontanea in tutto il bacino del Mediterraneo che può essere anche facilmente coltivata. Scopriamolo meglio e vediamo quali sono le sue proprietà benefiche per la nostra salute.
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Il cardo mariano (Silybum marianum) è una pianta erbacea selvatica tipica delle regioni del Mediterraneo che cresce spontaneamente a quasi tutti i climi e latitudini. Nelle zone più calde e temperate può essere infestante. La sua rusticità e il portamento eretto e vigoroso del suo fusto, fanno del cardo mariano una pianta molto semplice da coltivare, apprezzata per il fogliame lucido e le venature marmorizzate.
In fitoterapia, il cardo mariano è uno dei più potenti rimedi naturali per favorire il benessere del fegato e la funzionalità epatica in generale. Scopriamo le proprietà, gli usi e le controindicazioni di questa pianta officinale tanto apprezzata per le sue virtù e benefici.
La pianta è caratterizzata da un fusto lungo, eretto e spinoso, che può raggiungere anche i 150 cm di lunghezza. Le foglie sono lucide, dai margini ondulati e molto spinose. Tutta la superficie del fogliame è percorsa da venature biancastre che conferiscono alla pianta un aspetto ‘marmorizzato’.
I fiori sono di colore viola-purpureo, riuniti in capolini anch’essi spinosi. Il loro profumo aromatico ricorda molto quello del carciofo.
Solitamente la pianta fiorisce in primavera, da aprile a maggio inoltrato. Dopo la fioritura compaiono frutti oblunghi (acheni) che maturano in piena estate e dai quali si possono estrarre semi utili alla propagazione. La radice è così robusta, fittonante e vigorosa, da dissodare naturalmente i terreni anche più compatti e pietrosi.
Benché cresca spontaneamente in terreni, campi da pascolo e zone incolte, può essere coltivato a scopo ornamentale e officinale senza particolari difficoltà.
I semi possono essere raccolti dai capolini in fiore o dai frutti e piantati direttamente nel terreno. L’esposizione ideale è in pieno sole e non è necessario provvedere ad annaffiature regolari se non in caso di prolungata siccità.
Durante il primo anno, non fiorisce e non produce il caratteristico fusto eretto. Sviluppa soltanto la rosetta basale e le spine sono così appuntite e robuste da richiedere l’uso di guanti. A partire dal mese di maggio del secondo anno, si sviluppano i fusti, i fiori e infine i frutti.
Una delle più utilizzate tra le piante officinali per curarsi, il cardo mariano merita un posto di tutto rispetto. Il suo principale beneficio è collegato all’alta concentrazione di silimarina, un principio attivo che esplica le sue proprietà benefiche sopratutto a livello epatico.
Il principio attivo aiuta a migliorare la funzionalità del fegato e a depurare dalle tossine svolgendo un’azione epatoprotettiva.
Questa pianta svolge anche altre azioni benefiche:
In alcuni casi è consigliato durante l’allattamento per le sue proprietà galattogene, perché contiene un complesso di fitoestrogeni (flavonolignani) che favoriscono la produzione ormonale.
Per le sue proprietà antiossidanti e protettive nei confronti del fegato, è indicato come coadiuvante nel trattamento di epatite, cirrosi, alcolismo, droghe, e tossine ambientali per disintossicare l’organismo.
È anche un rimedio vitale in caso di intossicazione da funghi velenosi. Infine, vanta anche proprietà toniche e decongestionanti che possono giovare ai soggetti affetti da depressione, allergie alimentari e problemi di stanchezza cronica.
Come rimedio naturale, il cardo mariano è reperibile in farmacia, erboristeria e negozi biologici in varie formulazioni, tra cui:
In quest’ultimo caso, il decotto dei semi essiccati o delle parti aeree della pianta è particolarmente consigliato dopo i pasti come tonico e depurativo.
Per prepararlo è sufficiente lasciare in infusione 1 cucchiaio raso di prodotto in una tazza d’acqua bollente o portare ad ebollizione i semi. Filtrato e bevuto ancora tiepido sprigiona tutte le sue proprietà epatoprotettive e aiuta la digestione.
Come per tutte le piante e i rimedi naturali, anche l’assunzione del cardo mariano può comportare effetti collaterali e controindicazioni.
L’uso è controindicato in caso di calcoli biliari, al fegato o alla cistifellea. Allo stesso modo, chi soffre di ipertensione dovrebbe evitarne l’assunzione, poiché la tiramina in esso contenuta favorisce l’aumento della pressione sanguigna. Il sovra-dosaggio può causare problemi di tipo gastrointestinale e mal di testa.
Sempre in caso di consumo eccessivo, questa pianta può:
È bene, dunque, chiedere sempre consiglio al proprio medico curante o all’erborista di fiducia.
In cucina il cardo mariano si rivela un ingrediente molto versatile e gustoso per insaporire svariate ricette. Il suo sapore ricorda molto quello del carciofo, mentre la radice, pulita e sbucciata, è un valido sostituto di rape e carote.
Le coste sono ottime arrostite o preparate come parmigiana al forno con pomodoro fresco, mozzarella e basilico. Ovviamente dovrete eliminare le parti più fibrose e coriacee prima di cucinarle, ma anche queste potranno essere frullate e incorporate in passati, vellutate e zuppe.
Attenzione, però, ai periodi di raccolta delle parti del cardo a scopo alimentare. Le foglie devono essere raccolte e consumate in inverno, i fusti in primavera, prima che spuntino i capolini. Gli stessi capolini, invece, possono essere utilizzati come se fossero carciofi molto teneri. Sono quindi perfetti per realizzare risotti e condimenti per primi piatti.
Le foglie tritare grossolanamente possono essere utilizzate a crudo per arricchire insalate miste. Cotte, invece, sono delle ottime alternative alle biete da costa e agli spinaci. In questo caso, il consiglio è di farci tortini salati di verdure, ripieni per ravioli, cannelloni e contorni, magari in abbinamento a formaggi.
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