Turbolento, dinamico e affettuoso con la famiglia: il gatto del bengala conserva nel nome, nell’aspetto e nel carattere i tratti tipici della sua natura selvatica. Cosa lo distingue da tutti gli altri gatti? Adora l’acqua!
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Nato da un esperimento non riuscito del dottor Centerwall che nel 1973 tentò di studiare la leucemia felina nei gatti domestici, il gatto del bengala è una razza felina ibrida derivante dall’incrocio del gatto domestico e del gatto leopardo asiatico.
Successivi incroci per rendere meno selvatico il ‘Bengal’ furono sperimentati con il gatto egiziano, il Burmese, l’Abissino e l’Ocicat.
Ad oggi, gli esemplari di gatto del bengala di terza generazione conservano solo in parte il carattere selvatico del loro progenitore, ma in generale si dimostrano molto più docili e mansueti di quanto si creda.
Il riconoscimento ufficiale della razza è avvenuto solo nel 1991, il che fa del gatto del bengala una razza felina relativamente recente.
Il gatto del bengala è un gatto domestico di grossa taglia e forma allungata che a seconda dei casi può arrivare a pesare anche 9 kg. Fisicamente presenta una struttura muscolare molto sviluppata che si accompagna ad una reattività, una dinamicità e una velocità di corsa davvero notevoli.
Per questo motivo ha bisogno di muoversi e ‘sfogarsi’ in grandi spazi o giardini. Esattamente come quella del suo progenitore selvatico, la testa del gatto del bengala è di forma triangolare, ben proporzionata al corpo e con un naso molto lungo rispetto ai gatti comuni. Gli occhi grandi e intelligenti, possono essere gialli, verdi o azzurri nel caso della variante ‘Snow Bengal‘, varietà simile al siamese ma dalla colorazione del mantello molto più chiara.
Il mantello è costituito da un pelo corto, fitto, aderente al corpo e setoso, a macchie o striato, con colorazioni di base che variano dal giallognolo all’arancio-rossastro con macchie marroni, cioccolato o cannella. Altro particolare estetico distintivo è la coda, di media lunghezza ma con la punto arrotondata.
Pur essendo un gatto domestico, è bene ricordare che nelle sue vene scorre sangue selvatico che caratterizza la vita di questo gatto in ogni sua fase. Adora saltare, correre, dar la caccia ai piccoli animali e nonostante sia affettuoso, docile e giocherellone il suo rimane un caratterino turbolento e imprevedibile. Ciò che colpisce di più è al sua iperattività e l’irrefrenabile voglia di arrampicarsi, saltare, curiosare ovunque e osservare il mondo ‘dall’alto’.
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Per tutti questi motivi ha bisogno di spazio per sgranchirsi le gambe, affilare le unghie ed esercitare i muscoli. La vita in appartamento gli è congeniale e anche la convivenza con bambini e altri animali, a patto che si rispetti la sua privacy e si osservi qualche regola basilare di pacifica convivenza. Non adatto a padroni pigri o non disposti al gioco.
Veniamo ad alcune importanti notazioni di carattere pratico per i padroni o gli aspiranti padroni di queste splendide creature. Come detto, questo gatto ha bisogno di ampi spazi per correre e saltare.
Ad ogni modo vive in appartamento tranquillamente, purché gli si dedichi un angolo-gioco con tiragraffi ad albero e cuccia. L’alimentazione deve essere regolare e attenta perché tende a soffrire di problemi gastro-intestinali. Predilige pollo crudo e carne cruda magra, da evitare il latte e i suoi derivati.
La toelettatura non necessita di particolari cure, a parte la regolare manutenzione delle unghie, un’adeguata pulizia delle orecchie di tanto in tanto e sporadiche spazzolate, più frequenti durante la muta. Il prezzo di un gatto del bengala può arrivare oltre i 2.500 euro.
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