Scopriamo alcuni tra i più interessanti modi di utilizzo delle alghe in cucina e le diverse varietà: ecco come possono anche essere utilizzate per preparare piatti leggeri, specialmente di cucina macrobiotica.
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Non fanno di certo parte della nostra tradizione culinaria, ma in cucina possono rappresentare un’ottimo alimento da introdurre nella dieta.
Non dimentichiamo che le alghe costituiscono la prima forma di vita apparsa negli oceani e che sono le principali produttrici di ossigeno della Terra: grosso modo esistono 30.000 specie di alghe, ma molte di esse, specie il cosiddetto fitoplancton, sfuggono ancora ad una classificazione per via delle loro dimensioni microscopiche.
Indicate in particolare per chi segue una dieta priva di proteine animali, dato il loro notevole apporto proteico, le alghe, ricche anche di vitamine e minerali, possono costituire un’alternativa per introdurre un sapore diverso e caratteristico alle solite pietanze e sono ad esempio un ingrediente di base della cucina orientale, e possono essere usate bene anche nella cucina naturale occidentale e in quella macrobiotica.
Importante: si acquistano secche pressate in fogli e per utilizzarle vanno tenute in ammollo per 15-20 minuti in acqua tiepida prima di usarle.
In generale, si parla di macroalghe per tutte quelle che sono visibili a occhio nudo e di microalghe per quelle visibili solo al microscopio, molto più piccole e spesso costituite da una moltitudine di organismi unicellulari o da una massa gelatinosa.
Le macroalghe possono essere suddivise in tre grandi famiglie in base al loro colore, che riflette la capacità di assorbire la luce, di cui hanno bisogno per vivere. Si tratta di strati di pigmenti in grado di assorbire le onde luminose che gli conferisce la colorazione esterna:
All’interno di ogni famiglia, esiste una moltitudine di varietà che possono essere classificate in base a diversi criteri: forme, tipi e quantità di pigmenti, tipi di clorofilla, numero e tipo di membrane plastidiali e molte altre caratteristiche.
Esistono molteplici tipi, alcuni dei quali si sono maggiormente diffusi in Occidente, vediamone le più popolari.
Vanno citate in questa sede anche l’alga spirulina, l’alga klamath, la clorella e l’alga fucus e l’Ecklonia Cava, che più che in cucina sono usate come integratori per iodio, per diete dimagranti, anticellulite e come ingredienti per prodotti snellenti e lassativi.
Eccovi alcuni spunti per cucinare le vostre alghe preferite.
Cominciamo con una ricetta adatta ai vegani, i ravioli di alghe, davvero molto leggeri.
Continuiamo con questa ricetta della Frittata a base di alga dulse, tratta dal manuale redatto da Luca Fortuna, naturopata specializzato in aromaterapia ed erboristeria.
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Insomma, per portare un soffio di Oriente in cucina non resta che procurarsi le alghe che ormai si trovano in supermercati e negozi di importazione di cibi esotici e biologici.
Le alghe assorbono la sostanze nutrienti come una “spugna”. Alcune varietà di alghe sono note per essere ad alto contenuto di proteine, calcio, vitamina C, ferro e persino acidi grassi ed omega-3.
Sono quindi un vero super alimento ma per le loro caratteristiche stesse esistono anche delle controindicazioni.
Il livello di nutrienti nella maggior parte delle alghe è basso e le porzioni sono generalmente piccole. Devono quindi essere considerate un supplemento ad una dieta equilibrata e non possono diventarne l’unico componente.
Alcune alghe contengono metalli pesanti come piombo, cadmio o alluminio, come ha rilevato l’Istituto tedesco per la valutazione dei rischi. Ricordiamo sempre che:
Non si deve inoltre dimenticare inoltre il livello di iodio. La quantità di iodio nelle alghe può variare notevolmente, sempre secondo l’ Istituto Tedesco per la Valutazione del Rischio, da 5 a 11.000 milligrammi per chilogrammo di peso a secco.
Lo iodio è utilizzato dalla tiroide per produrre ormoni. Questi a loro volta influenzano il metabolismo, la formazione ossea e lo sviluppo del cervello. Valori troppo elevati o troppo bassi di iodio possono influenzare il funzionamento della tiroide. Le persone con problemi tiroidei dovrebbero quindi consumare le alghe con cautela.
In generale, è consigliabile consumare alghe solo quando il contenuto di iodio è chiaramente indicato nelle confezioni.
Il notevole eclettismo delle alghe si vede non solo dal loro utilizzo nell’alimentazione, ma anche in altri campi, alcuni dei quali davvero inaspettati.
Come dimostrato dalla celebre inchiesta Detox di Greenpeace, anche nell’industria tessile viene utilizzata un’ampia gamma di sostanze chimiche per produrre capi di abbigliamento per bambini. Parliamo di agenti cancerogeni e perturbatori endocrini che arrivano negli armadi dei più piccoli e non solo! A tal proposito, da uno studio di design di Berlino, Blond & Bieber di Essi Johanna Glomb e Rasa Weber ha sviluppato una palette di colori a base di alghe.
Quest’ultime infatti, possono assumere diversi colori e sfumature dal verde al blu, fino all’arancio e al rosso. Dopo aver effettuato diversi studi sulle alghe che popolano i vari fiumi e torrenti in tutta Europa e sui vari colori che esse possono avere al di là del comune verde, è nata questa idea collaudata con ottimi risultati su capi di abbigliamento in cotone e scarpe di cuoio.
L’unica “anomalia” osservata è che i coloranti a base di alghe non risultano stabili alla luce e dunque un capo inizialmente blu potrebbe diventare verde! Tuttavia, Weber ha considerato il “colore vivente” come una novità in grado di riflettersi sul prodotto finale in termini di valore aggiunto.
Al momento, Glomb e Weber stanno cercando aziende che condividono la loro produzione ecosostenibile e intanto si sono attrezzati con una macchina che permette loro di far crescere le alghe e dunque di incollare i colori sui tessuti. Hanno collaborato con lo stilista Ylenia Gortana e un’ azienda calzaturiera tedesca Trippen ma stanno esplorando nuove applicazioni.
E noi che all’inizio pensavamo che l’utilizzo delle alghe in cucina fosse eccentrico…. non avevamo ancora visto niente!
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Per saperne di più sull’uso delle alghe in cucina consulta questi libri:
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