La guida alla preparazione dell’infuso, una vera e propria panacea, soprattutto nei mesi più rigidi.
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Con i primi freddi viene la voglia di qualcosa di caldo. Tè, infusi e tisane sono la coccola perfetta da sorseggiare la sera acciambellati sul divano magari avvolti nella nostra coperta preferita. Queste bevande non solo ci aiutano combattere il freddo e a prenderci un dolce momento per noi stessi, ma apportano al nostro organismo numerose proprietà benefiche. Per questo è bene fare un po’ di chiarezza per valorizzare le loro proprietà. Anzitutto è bene chiarire la differenza tra tisane, infusi e decotti, dopo di che è importante sapere come preparale al meglio.
Oggi, comunque, ci concentriamo sull’infuso.
L’infuso è una preparazione liquida che si ottiene versando acqua bollente sulla fonte vegetale da cui si desidera estrarre la componente idrosolubile. L’infusione rappresenta la più pratica e più diffusa tecnica estrattiva.
La differenza sostanziale tra le due preparazioni sta nel fatto che gli ingredienti dell’infuso derivano tutti da una stessa pianta e comprendono fiori e foglie della stessa. A questa categoria appartengono quindi, camomilla, rooibos e anche il Karkadè, famoso per le preziose proprietà antiossidanti e ricavato esclusivamente dai petali sminuzzati dei bellissimi e profumati fiori rossi dell’Ibisco.
La tisana, invece, prevede una miscela di piante officinali (massimo sei).
Se volete approfondire le differenze tra infuso e tisana, potete leggere il nostro articolo questo link.
Dal gusto gradevole, gli infusi non contengono sostanze eccitanti come teina o caffeina. Sono quindi adatti a tutti e degustabili in ogni momento della giornata.
Per prima cosa occorre concentrarsi sulla fonte vegetale prescelta, che deve essere ridotta in polvere o in piccoli pezzi.
Versarvi quindi sopra dell’acqua portata a ebollizione, mescolare rapidamente e far riposare per un tempo variabile dai 5 ai 20 minuti a seconda del vegetale scelto.
Per un infuso terapeutico è molto importante conoscere la quantità di droga, quella di acqua ed il tempo di infusione specifico. In tal senso possiamo distinguere tra:
In ogni caso, a causa la diluizione dei princìpi attivi, le difficoltà di dosaggio e la scarsa solubilizzazione di alcune sostanze, l’infuso trova spazio soprattutto in ambito domestico, mentre in quello fitoterapico spesso si preferisce ricorrere direttamente agli estratti.
Al termine della macerazione, l’infuso viene filtrato ed è pronto da assumere.
Il rapporto delle quantità tra le erbe sottoposte ad infusione ed il volume di acqua può variare da 1:25 ad 1:5 (da 4 a 20 grammi per ogni 100 parti di acqua).
Utilizzare un recipiente ben pulito, meglio se in vetro o terracotta, e dotato di un coperchio per evitare la dispersione delle sostanze più volatili.
Una volta pronto, l’infuso va consumato entro breve tempo, specie quando si ottiene a partire da droghe fresche. Può essere conservato in frigorifero per massimo 24 ore.
L’infuso può essere consumato anche a temperatura ambiente o freddo, opzione preferita soprattutto nella bella stagione per sorseggiare qualcosa di dissetante e al tempo stesso benefico e funzionale.
Dal momento che l’infusione in acqua fredda rischia di estrarre solo una parte delle proprietà delle erbe, vi consigliamo di immergere le erbe in metà dose di acqua calda (250 ml) e, solo in un secondo tempo (dopo circa 7 minuti) aggiungere l’altra metà dose di acqua fredda.
In questo modo avrete un infuso freddo subito pronto da bere e senza rinunciare alle preziose proprietà delle erbe.
Ecco qualche idea:
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