Tutto sull’anice stellato: un antibiotico naturale dai mille usi in cucina
È un albero tropicale che può arrivare a raggiungere anche i 10 metri d’altezza. Il frutto, legnoso, è composto da più lobi che danno a questa spezia una caratteristica forma a stella. In ogni lobo c’è un seme di Illicium verum (anice stellato), che vengono utilizzati sia in cucina che in farmacologia.
Da non confondere con l’anice stellato bastardo, (Illicium religiosum), conosciuto anche come anice giapponese o shikimi. Una pianta della famiglia delle Magnoliacee i cui piccoli frutti sono tossici.
Le sue caratteristiche si trovano tutte nel principo attivo, l’anetolo, uno dei composti principali dell’olio essenziale.
Questa spezia ha dunque proprietà carminative e antibatteriche, ma anche eupeptiche ed antivirali. È un vero antibiotico naturale, capace però di agire anche come digestivo. È un buon diuretico, un depurativo, e sembra sia in grado di stimolare la fame.
Utilizzato anche come espettorante ed antinfiammatorio, ha un sapore molto simile a quello della liquirizia.
L’anice stellato può essere utilizzato per preparare una tisana
Coltivazione dell’anice stellato
L’anice stellato non richiede grosse cure ma teme le gelate. Può essere coltivato sia in vaso che in piena terra, l’importante è che il suolo sia acido (un misto di sabbia e torba). Meglio tenerlo in appartamento già a partire dall’autunno, però, e innaffiarlo in modo abbondante, specie in estate.
Predilige la semiombra e si può riprodurre per margotta. Va messo a dimora in primavera. Una varietà particolarmente indicata per la coltivazione è l’Illicium floridanum. Originario della Florida, non supera i 2 metri d’altezza e regala fiori rossastri in estate.
L’anice comune (Pimpenella anisum) detto anche anice verde, fa parte di un’altra famiglia di piante. Anche l’anice stellato proviene dall’Oriente e presenta usi e benefici molto simili a quelli dell’anice verde, anche se le loro caratteristiche sono quasi del tutto diverse.
Anice e anice stellato hanno lo stesso aroma
Usi in medicina, casa e cucina
L’acido shikimico – di cui l’anice stellato è una delle principali fonti – viene utilizzato per realizzare un farmaco contro l’influenza. Ma l’anice stellato è apprezzato soprattutto presso la cucina orientale, dove viene utilizzato sia come spezia per insaporire cibi e bevande, sia intero che macinato.
È infatti noto come componente delle cosiddette “5 spezie cinesi”, tra cui si trovano anche l’anice verde, la cannella, l’anice pepato (pepe di Sichuan) e i chiodi di garofano. Viene utilizzato inoltre per la produzione di liquori come il sambuca, il pastis, l’ouzo ed il mistrà.
Nel ‘500, era una nota esca per topi, non a caso il nome scientifico “Illicium” (che significa “addescamento”). È un ottimo anti-tarme, ma si può usare anche come profumatore di armadi e cassetti, saponi e dentifrici.
L’anice stellato va bollito e poi pestato e aggiunto alla fine, mai in cottura. È uno degli ingredienti principali del Garam Masala, e del composto utilizzato per laccare la carne di maiale, anatra ed oca (Cina).
Si sposa inoltre bene con verdure, zuppe e bevande analcoliche come le tisane. Basta 1 grammo di anice stellato in polvere in una tazza da 250 ml, da lasciare in infusione per almeno 10 minuti.
L’anice stellato viene utilizzato per realizzare i pot-pourri
Anice stellato in gravidanza e allattamento
Questa spezia può essere considerata alleata delle donne che allattano. Risulta infatti che sia in grado di stimolare la produzione di prolattina, l’enzima responsabile dell’allattamento.
Ne è sconsigliato però l’uso in gravidanza.
Controindicazioni
Come sempre, nel caso degli oli essenziali, è necessario prestare attenzione al sovraddosaggio. L’anice stellato potrebbe infatti provocare diarrea, vomito, nausea e, nei casi più gravi, convulsioni.
L’anice stellato conviene acquistarlo intero intero, e conservarlo in barattoli sottovuoto, in quanto i suoi componenti sono volatili
Dove si trova l’anice stellato?
Questa spezia sembra provenga dal Giappone, (dov’è considerata una pianta sacra), Vietnam e Cina, da cui venne introdotto, in Europa, intorno al XVII secolo.
Oggi, oltre che nei negozi di erboristeria, si può trovare online, normalmente essiccato, sia intero che in polvere.
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