Vestire con le ortiche? Oggi è possibile grazie ad un tessuto ecologico realizzato con le fibre della temuta pianta urticante. Al di là dell’aspetto poco rassicurante, l’ortica – opportunamente lavorata e filata – ha caratteristiche simili al lino e presenta buone proprietà antistatiche, traspiranti e termoregolatrici. Inoltre, la coltivazione della pianta necessita di un uso minimo di diserbanti e fitofarmaci e la possibilità di produrla a livello locale riduce l’impatto ambientale derivante dal trasporto.
Utilizzata per le divise dell’esercito tedesco e per le campagne napoleoniche, l’urtica dioica (questo il suo nome scientifico) viene raccolta in steli, macerata e stigliata. In altre parole, le fibre vengono separate dalle parti legnose così da poter procedere alla filatura e alla tessitura. Inoltre, l’acqua di macerazione, le foglie e gli scarti della lavorazione possono essere utilizzate come antiparassitario naturale e impiegati nella farmacopea grazie alle note proprietà curative.
Di certo, la siccità degli ultimi decenni e quindi l’abbassamneto delle quantità coltivate non ha aiutato nello sviluppo di tecniche innovative per la tessitura di fibre naturali e gli elevati costi di produzione rendono ancora arduo l’investimento da parte dei privati. Solo in Germania e in Olanda si è creata una intera filiera produttiva, grazie alle ottimali condizioni climatiche e ad una più consolidata tradizione nella lavorazione di questa pianta.
Non a caso l’olandese Netl presenterà a breve un’intera collezione di abiti in fibra di ortica. Pruriti a parte, le prospettive sembrano davvero allettanti…
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