Avere i livelli di trigliceridi alti nel sangue è un fattore di rischio e, pertanto, andrebbe monitorato con regolarità e ricondotto entro valori nella norma. In questo articolo, andremo a spiegare cosa si rischia ad avere i trigliceridi alti e i principi base della dieta per trigliceridi alti.
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I trigliceridi costituiscono una forma di grasso, presente nel cibo e nel corpo umano. Nel nostro organismo vengono immagazzinati come riserva energetica nel tessuto adiposo. Un eccesso di trigliceridi è dannoso per la salute.
Sono tipi di grassi differenti. Il colesterolo viene usato per la sintesi delle pareti cellulare e di alcuni ormoni, mentre i trigliceridi immagazzinano le calorie non spese e danno energia al corpo.
Vediamo come interpretare il livello dei trigliceridi presenti nel sangue secondo le linee guida.
Il valore considerato ottimale è sotto i 100 mg/dl.
Se i livelli di trigliceridi sono alti o molto alti, aumenta sensibilmente il rischio di malattie quali, patologie cardiovascolari e steatosi epatica, più comunemente nota come “fegato grasso”. Addirittura, con valori superiori a 1.000 mg/dl, insorge anche il rischio di sviluppare una pancreatite acuta.
Un innalzamento dei trigliceridi può dipendere da vari fattori:
Spesso, l’ipertrigliceridemia è correlata anche ad altre patologie, quali:
Ed ancora, ci sono anche farmaci che favoriscono l’aumento dei livelli dei trigliceridi. In particolare:
Purtroppo, i livelli elevati di trigliceridi nel sangue sono una condizione asintomatica. Soltanto in caso di valori esageratamente alti (> 1000 mg/ml), allora potrebbero insorgere dolori addominali forti, ittero (colorito giallognolo della pelle e/o della sclera degli occhi) e sintomi di tipo neurologico.
Dunque, l’unico modo per tenere sotto controllo la situazione è monitorare i valori facendo regolarmente gli esami del sangue.
In base ai livelli di trigliceridi nel sangue e alle cause, sarà il medico a suggerire la strategia da seguire. Di certo, adottare un regime alimentare adeguato è sicuramente d’aiuto per prevenire il problema e abbassare i livelli in eccesso. Tuttavia, non sempre il regime dietetico può essere sufficiente per risolvere il problema. Ci sono casi in cui il medico può anche prescrivere farmaci e integratori.
Ecco l’elenco dei cibi consigliati.
Oltre a sapere quali alimenti prediligere, è anche importante prestare attenzione ai metodi di cottura. Si consiglia di preferire le tecniche e le modalità più salutari, semplici e che non richiedono l’aggiunta di condimenti grassi.
Le cotture consigliate sono:
Evitare invece la frittura, i brasati e i metodi di cottura che richiedono l’aggiunta di grassi e condimenti molto calorici.
Vediamo invece ora quali sono i cibi da evitare perché sono particolarmente ricchi grassi.
Come per qualsiasi tipo di dieta, questa da sola non basta. Per ottenere risultati soddisfacenti e in minor tempo, è necessario associare dei comportamenti virtuosi, adottando quindi uno stile di vita sano e corretto.
Vediamo allora qui di seguito alcuni consigli comportamentali che, indipendentemente dai livelli di trigliceridi, andrebbero seguiti sempre da tutti.
Dopo aver visto l’elenco dei cibi da preferire e quelli invece da limitare se si hanno i valori dei trigliceridi alti, passiamo a rispondere alle domande che più spesso ci fate su questo argomento.
Data l’elevata presenza di fruttosio, è bene limitare la frutta autunnale, come uva, fichi e cachi, così come anche la frutta esotica (es. ananas e banane).
Costituiscono una fonte di carboidrati “buoni” e, come tali, possono essere consumate con moderazione.
Purtroppo no in quanto si tratta di un alimento ricco di calorie, sale e grassi saturi.
Sì, come altri formaggi magri tipo la ricotta fresca, la ricotta di pecora e la robiola.
Sì, anzi, è addirittura consigliato in quanto l’azione della caffeina riduce il rischio di sovrappeso e obesità. Ovviamente si intende caffè non zuccherato. Se si gradisce il caffè macchiato o il cappuccino, preferire il latte scremato a quello intero.
Tutti, in particolar modo fagioli, ceci e lenticchie.
3-4 uova alla settimana sono consentite. Sono invece da limitare se, oltre ai trigliceridi alti, si è in presenza anche di ipercolesterolemia.
Sì perché contengono grassi polinsaturi. Nello specifico, gli omega 3, che aumentano i livelli di colesterolo “buono” e abbassano invece i valori dei trigliceridi. Inoltre, nelle olive troviamo anche gli omega 6, utili per abbassare i livelli di colesterolo “cattivo”.
La colazione tipo potrebbe essere composta da latte scremato o yogurt bianco magro, più una fonte di carboidrato integrale, tipo pane, cereali o fette biscottate. Volendo, è possibile aggiungere un poco di marmellata senza zucchero.
In linea di massima, no. Occasionalmente, ne può essere concesso un cucchiaino ogni tanto, all’interno comunque di uno schema alimentare equilibrato e in un contesto di vita attiva, facendo leva sulla presenza delle nocciole che contengono “grassi buoni”. Questo, però, non deve essere preso come una scusa per far diventare la crema di nocciole un’abitudine!
Se i livelli di trigliceridi nel sangue sono di almeno 150 mg/dL, le noci ridurrebbero i valori del 10,2%. I benefici delle noci si rivelano più evidenti nei soggetti con indice di massa corporea (BMI) basso e livelli di colesterolo LDL alti.
La quantità consigliata è 30 grammi circa al giorno, che corrisponde più o meno a 6-8 noci.
Grazie al loro elevato contenuto di acidi grassi polinsaturi, le mandorle sono indicate per chi ha valori di trigliceridi alti. Inoltre, riducono anche i livelli di del colesterolo “cattivo” (ldl) e migliorano i valori di colesterolo “buono” (hdl).
Il miele può essere utilizzato al posto dello zucchero.
La dieta adeguata andrebbe abbinata ad almeno 150 minuti a settimana di attività aerobica ad intensità moderata oppure a 75 minuti alla settimana di attività aerobica più vigorosa.
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