Olio di mais: scopriamo le sue caratteristiche e come usarlo al meglio in cucina
Uno dei migliori oli per friggere: a crudo invece va usato con parsimonia
L’olio di mais è stato uno dei prodotti più pubblicizzati negli anni ed indicati come benefici. Ma quali sono esattamente le sue proprietà? Fa davvero così bene alla salute? Ecco tutto quello che dobbiamo sapere su questo olio.
Sommario
Olio di mais: cos’è
In questo articolo parliamo di olio di mais, un olio vegetale molto diffuso tra i consumatori, e sempre disponibile nei nostri supermercati. L’olio di mais è stato oggetto fin dal passato di una vasta campagna di marketing che mostrava individui saltare le staccionate grazie al consumo di questo prodotto, indicandolo come prodotto benefico per la prevenzione delle malattie cardiovascolari.
Ma è davvero così? Quali sono i benefici di questo prodotto e, se ci sono, è giusto consumarlo in sostituzione dell’olio di oliva o dei grassi animali?
L’estrazione di olio di mais
Viene estratto dalle cariossidi (i chicchi) di una graminacea che è il mais, anche detto granturco. Una pianta che conosciamo bene, perché i suoi chicchi si trovano comunemente nelle insalate e ad accompagnare altri cibi; inoltre possono essere macinati per andare a formare la farina di mais, che sta alla base di uno dei prodotti tipici della cucina italiana, la polenta.
Come si fa ad estrarre l’olio da un prodotto secco? In realtà la percentuale di grassi nel chicco del mais è molto bassa, è il 2-5% (pensiamo a quando scoppiano i chicchi per formare i popcorn, se lo facessimo con un oliva uscirebbe tutto l’olio) e produrlo non è economicamente conveniente.
Tuttavia dal mais vengono estratti anche altri sottoprodotti, tra cui la farina e l’amido (la maizena) e per purificare questi prodotti è utile estrarre l’olio, per evitare l’irrancidimento e prolungare la conservazione.
L’olio di mais si può considerare quindi un “prodotto di scarto” di queste lavorazioni. Per estrarlo si usa un solvente chimico che penetra dentro la farina, i chicchi macinati, e lo estrae. Poi il tutto si filtra, la farina viene separata dal liquido, essiccata e venduta, mentre il liquido, (che è olio più solvente), viene portato ad una temperatura alla quale il solvente evapora, l’olio no.
Lasciato per un po’ di tempo il solvente non c’è più e rimane solo l’olio, che viene imbottigliato.
Dunque l’olio di mais è frutto di un’estrazione forzata e non naturale, che subisce comunque processi industriali e che è sempre un olio, per cui un prodotto costituito dal 95% grasso, per cui si tratta comunque di un prodotto di cui non abusare assolutamente.
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I benefici dell’olio di mais
Il processo di raffinazione industriale toglie molti dei benefici che il mais, come pianta, avrebbe, ad esempio gran parte della vitamina E contenuta e del ß-carotene, il precursore della vitamina A.
L’olio di estrazione di mais teoricamente sarebbe rossiccio, mentre quando lo acquistiamo è quasi trasparente, giallognolo.
Tolte le vitamine, nell’olio di masi rimangono gli acidi grassi. E l’olio di mais è ricco di acidi grassi omega-6, benefici per la nostra salute perché insaturi, cioè che non tendono ad accumularsi.
Ed è questo il senso in cui hanno pubblicizzato il fatto che previene le malattie cardiovascolari. Non a caso, è stato in tempi recenti indicato come l’olio da condimento ideale in caso di colesterolo alto.
Gli omega-6 sono benefici solo se rimangono in un rapporto ben preciso con gli omega-3, che nel mais non ci sono. Per cui per usufruire dei benefici bisogna utilizzarlo per accompagnare pietanze che contengano gli omega-3, come i pesci (tranne il pangasio, che essendo erbivoro non li ha).
In questo modo si formano nel sangue delle micelle, ovvero delle palline di grasso, della consistenza giusta per non accumularsi e che a volte riescono anche a spiazzare gli accumuli di grasso già presenti nelle nostre arterie.
L’olio di mais in cucina
Si può consumarne come condimento, ma con parsimonia, per le troppe calorie presenti.
Per quanto riguarda invece la frittura, l’olio di mais è uno dei migliori oli per friggere, avendo un buon rapporto tra il punto di fumo abbastanza alto, attorno ai 160°, (a differenza dell’olio di girasole, che lo ha molto basso) e una pesantezza in frittura non eccessiva, a differenza dell’olio di oliva, che però sarebbe migliore a livello salutistico.
Il punto di fumo è il punto di ebollizione dell’olio, superato il quale le sostanze contenute si fondono, a causa del calore, a formare sostanze sconosciute che potrebbero addirittura essere cancerogene.
Per questo motivo, nonostante non sia il massimo, l’olio di mais è un buon olio per friggere, sicuramente migliore di altri, mentre per essere utilizzato a crudo ve bene solo se lo utilizziamo con parsimonia e solo se lo inseriamo in una dieta adatta a sfruttarne tutti i benefici, come abbiamo visto.
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Ultimo aggiornamento il 2 Settembre 2023 da Rossella Vignoli