Il caffè è una bevanda amata in tutto il mondo. Proviene da una pianta africana altissima, di cui esistono diverse varietà. Pochi sanno, però, che la pianta del caffè può essere coltivata anche in appartamento a scopo ornamentale. Possiede infatti meravigliose foglie lucide di un bel verde brillante.
Andiamo quindi a conoscerla da vicino. Vediamo quali sono le sue caratteristiche e i consigli per curarla e farla crescere al meglio nelle nostre case.
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Arbusto sempreverde della famiglia delle Rubiacee. Originaria dell’Africa orientale, è tipica soprattutto dell’Etiopia. La fascia compresa tra il Tropico del Cancro e quello del Capricorno costituisce il suo habitat ideale. In tali regioni, infatti, i terreni sono ricchi di humus, azoto e potassio. Le temperature vanno dai 17° ai 30°C e le precipitazioni annue sono comprese tra i 1.200 e i 2.000 ml.
Ne esistono circa 60 specie. La più nota e coltivata è la Coffea Arabica perché è proprio da questa che si ricavano i frutti migliori.
Vediamo da vicino come si presenta.
La coltivazione nel nostro Paese ha esclusivamente scopo ornamentale. Si consiglia la varietà Coffea Arabica in quanto è quella che meglio si adatta al nostro clima e all’ambiente domestico. Piuttosto che la semina (procedura un po’ complicata), si consiglia l’acquisto di una piantina.
In appartamento si coltiva in vaso. Si tratta di un arbusto che non supera i 2 metri. Produce un fusto slanciato, con un’ampia chioma tondeggiate. Le foglie verde scuro sono lucide, ovali o lanceolate. Gli esemplati coltivati in appartamento sono sempreverdi ma, di solito, non producono né fiori né frutti.
Nelle zone diverse da quelle di origine, la pianta del caffè viene coltivata principalmente per scopo decorativo. Il suo fogliame ha uno spiccato potere ornamentale.
La sua coltivazione come pianta d’appartamento è piuttosto semplice. Come tutte le piante tropicali, ha bisogno di temperature mediamente alte, associate ad un tasso di umidità elevato e una buona illuminazione.
In natura può raggiungere gli 8 metri. Nelle piantagioni, invece, non supera i 3 metri perché, altrimenti, le operazioni di raccolta risulterebbero piuttosto complicate.
Alle nostre latitudini, la pianta del caffè viene coltivata solo per finalità decorativo-ornamentali, e può raggiungere al massimo i 2 metri di altezza.
Fiorisce a fine primavera. Dalla forma a stella, i suoi fiori sono bianchi, e vanno così a creare un bel contrasto cromatico con le grandi foglie lucide. È difficile che fioriscano le piante coltivate in Italia a scopo puramente ornamentale.
Come già accennato, non si tratta di una pianta troppo difficile da coltivare. Vediamo nello specifico alcuni suggerimenti.
Essendo una pianta dalle origini tropicali, non sopporta il freddo. La temperatura minima a cui esporla non deve scendere al di sotto dei 14°C. La temperatura ideale è compresa tra i 18 e i 21°C.
Inoltre, è importante garantirle una esposizione estremamente luminosa, evitando però il sole diretto.
L’esposizione migliore è quella a sud e a ovest, avendo però cura di schermare i vetri delle finestre con una tenda chiara nel periodo estivo.
Infine, un buon ricambio d’aria aiuterebbe a scongiurare il pericolo di parassiti. Fare però attenzione ad evitare le correnti troppo fredde.
Da marzo a ottobre, le innaffiature devono essere regolari, di solito quotidiane. Durante il resto dell’anno, si può diminuire.
Ad ogni modo, il substrato deve essere mantenuto fresco, unitamente ad un’umidità ambientale molto elevata.
Tra una annaffiatura e l’altra, non bisogna mai aspettare che il terreno si asciughi del tutto. L tempo stesso, però, è bene fare attenzione ad evitare i ristagni idrici, causa principale dei marciumi radicali.
Date le sue origini, la pianta del caffè vive ben in un ambiente molto umido. Pertanto, bisogna regolarmente vaporizzare il fogliame. Inoltre, potrebbero essere utili anche umidificatori elettrici.
Sia per le irrigazioni che per le vaporizzazioni, preferire sempre acqua demineralizzata o piovana. Una eccessiva salinità potrebbe provocare la comparsa di macchie scure sulle foglie.
La tecnica migliore è quella per talea. Bisogna tagliare dei piccoli ramoscelli dal germoglio centrale (20-25 cm circa di lunghezza) e piantare ognuno di essi in un vasetto con del terriccio. I vasetti con le talee vanno conservati in luogo molto caldo e molto umido, luminoso ma senza la luce diretta del sole. Vanno annaffiati di frequente con acqua piovana o con acqua povera di calcare.
Cresce molto velocemente. Per questo, ogni anno è quasi sempre necessario il rinvaso, da effettuare in primavera, da marzo ed entro maggio.
È bene scegliere un contenitore che abbia almeno 45 cm di diametro e profondità. Per gli esemplari già adulti, optare per dimensioni di almeno 60 cm.
Sul fondo è importante creare uno spesso strato drenante. Utilizzare un terriccio specifico per piante da fiore, ricco di materia organica.
È una pianta piuttosto sensibile a vari patogeni e fisiopatie.
I problemi più frequenti sono la clorosi, causata da carenza di microelementi, la ruggine e l’antracnosi.
Per quanto invece riguarda i parassiti, i più comuni sono gli afidi, la cocciniglia e il ragnetto rosso.
Se ben coltivata, da una pianta si possono ottenere 2 o 3 kg di caffè spolpato. Nelle coltivazioni intensive, si arriva anche ad 8-10 kg per pianta.
Per un’azienda che produce caffè, la raccolta costituisce una fase delicata e molto costosa. Ci sono 2 metodi di raccolta, in base allo stato di maturazione del frutto.
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