Conoscete la Stella di Betlemme? Si tratta di una tuberosa della famiglia delle Liliacee, chiamata così per i caratteristici fiorellini a forma di una stella regolare a 6 punte. Andiamo a conoscerla meglio e a scoprire le indicazioni utili per coltivarla.
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Conosciuta anche come Ornitogallo (nome botanico Ornithogalum), si tratta di una pianta appartenente alla famiglia delle Hyacinthaceae.
Il genere comprende più di 200 specie, tra loro tutte molto simili, originarie dell’Asia, dell’Europa e di alcune zone dell’Africa Orientale.
Fa parte delle piante erbacee bulbose ed è di facile coltivazione. Si adatta infatti a qualsiasi terreno e non richiede particolari accorgimenti. Resiste piuttosto bene anche agli attacchi di malattie e parassiti.
Sono bulbose altamente decorative usate come piante ornamentali, molto ricercate per il giardino, utilizzate anche per splendidi bouquet di fiori primaverili, da sposa e per composizioni floreali per cerimonie ed eventi.
Esistono più specie e varietà. Ricordiamo le più coltivate.
A fine inverno, cominciano a comparire le foglie che sono lunghe e nastriformi. Poi, fra aprile e maggio, in base al clima del luogo e a quando è stato piantato il bulbo, fiorisce con fiori bianchi oppure color crema leggermente screziati. In base alla varietà, i fiori hanno 5 o 6 petali e sono a forma di stella.
Di media, il periodo di fioritura dura due settimane circa.
Alla fine della fioritura, quando il fusto e le foglie si saranno completamente essiccati, è consigliato togliere i bulbi dal terreno, ripulirli e dividerli dai bulbilli appena formatisi e spargerli in altre zone del terreno. Infatti, se lasciata troppi anni nello stesso luogo, rischia di indebolirsi e non germinare più.
Ci sono anche varietà vivacemente colorate. La ‘Sun month’, ad esempio, è una cultivar arancione dai petali piccoli e fra loro sovrapposti.
I bulbi vanno piantati nel terreno ad una profondità di 5-6 cm e mantenendo fra loro una distanza di circa 10 cm. Vediamo ora alcune indicazioni pratiche per coltivarla.
Come avviene per la maggior parte delle Liliaceae, anche la e si riproduce e si propaga tramite il bulbo.
Questa pianta è piuttosto resistente alle malattie e ai parassiti.
Può avere problemi a causa di eccessiva umidità che attira gli afidi. Per prevenire, evitare ristagni idrici e annaffiature eccessive e troppo abbondanti.
Secondo un’antica leggenda, i suoi fiori sarebbero benedetti in quanto – si dice – avrebbero accolto come una sorta di cuscino il capo di Gesù Bambino appena nato.
L’Ornitogallo produce dei bellissimi fiori bianchi a stella, che possono essere usati singolarmente o in combinazione con altri che sbocciano nello stesso periodo: gerbere, mughetti, calle e romantiche nuvole di gipsofila.
Viene usata anche come pianta officinale per un preparato galenico o fitoterapico. Rientra infatti nella categoria dei fiori di Bach. Ed infatti, è conosciuta come Star of Bethlehem.
Nello specifico, questa pianta viene spesso correlata alla parola “trauma”. Sarebbe infatti in grado di guarire le persone che hanno subito uno shock o un evento traumatico, recente o passato, e non sono riusciti a superarlo.
In generale, avrebbe il potere di ristabilire nella mente umana triste, debilitata e indifferente alla vita, la chiarezza mentale, la forza interiore e l’energia nonché attenuare il dolore derivante da terribili accadimenti.
Inoltre, è un fiore adatto per trattare varie malattie psicosomatiche come attacchi di panico, stress, insonnia ed episodi di asma.
Il nome scientifico Ornithogalum deriva dal greco ornithos, che vuol dire ‘uccello’, e da galum che, invece, significa ‘gallo’.
Il riferimento sta nel fatto che i fiori, appena prima di sbocciare, somigliano alla testa di questo uccello, con becco e cresta in evidenza.
Molte specie che appartengono a questo genere sono velenose. Contengono carotenoidi ed alcaloidi che interferiscono con la regolare funzionalità dell’apparato gastro-intestinale, provocando così vomito, dissenteria e dolori addominali.
Non è raro che animali da pascolo o da compagnia ne hanno subito le conseguenze dopo averne ingerito le foglie.
Al contrario, vi sono poi altre specie che sono invece del tutto innocue. Alcune sono addirittura commestibili. In molti paesi asiatici, ad esempio, tali bulbi vengono infatti usati come ingredienti principali per insalate e fritture varie.
Ed infine, ecco alcune schede monografiche su piante e fiori:
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