Il nome ‘iris‘ deriva dal greco ‘arcobaleno’, e identifica 200 specie di piante perenni, per lo più rizomatose, utilizzate per ornare giardini e stagni. Alcune specie vengono utilizzate anche a scopi medicinali.
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Scopriamo meglio queste piante, partendo dalla classificazione.
Le iris, conosciute anche con il nome di giaggioli, sono caratterizzate da fiori a simmetria raggiata. I tepali esterni sono ripiegati verso il basso e presentano macchie di colore più chiaro; i petali interni sono ripiegati verso l’alto. La famiglia delle Iridacee è talmente vasta che i botanici hanno deciso di suddividerla in 6 diversi sottogeneri ma per la floricoltura sono sufficienti due gruppi:
Ma sono presenti anche ibridi, specie spontanee, varietà rustiche e nane. Quelle più appariscenti appartengono al genere Oncocyclus come l’I. susiana, originaria del Medioriente, che si caratterizza per fiori grandi, colorati da puntini e reticoli di colore grigio e viola-nerastro.
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L’iris germanica varietà fiorentina è un’erbacea perenne di origine europea. Il giglio di Firenze si caratterizza per un grosso rizoma ramificato e profumato, e fusto eretto che può raggiungere anche il metro. Presenta da 2 a 4 fiori bianchi (che spuntano tra aprile e maggio), caratterizzati da macchie chiare. I tre tepali presentano striature pelose e giallastre mentre il perigonio (la parte centrale) è di colore violaceo pallido.
È particolarmente conosciuta per le sue virtù medicinali e cosmetiche. Il decotto, la polvere e il vino medicato di rizoma ha infatti proprietà astringenti e risolventi.
È il classico iris di origine europea con grossi rizomi ramificati, fusto eretto alto tra i 50 ed i 200 cm. I fiori, di colore viola intenso, sono molto profumati e spuntano a metà primavera.
Il giaggiolo pallido o giaggiolo odoroso si trova nei luoghi aridi e rocciosi. È una pianta perenne che presenta un rizoma articolato e fiori dal profumo lieve capaci di resistere alla stagione invernale. I tepali sono di colore viola chiaro e parte interna giallastra. Della stessa varietà fanno parte anche l’I. laevigata originario del Giappone, l’I. susiana e le specie Oncocyclus presenti in Asia minore.
Anche questa variante viene utilizzata in cosmetica e profumeria. I rizomi, raccolti al secondo o terzo anno di vita, nei mesi di luglio, agosto e settembre, presentano proprietà diuretiche, emollienti ed espettoranti. Ma sono utili anche per curare la tosse e favorire il ciclo mestruale.
È una specie spontanea e rustica nota anche come giglio giallo, iris d’acqua, giaggiolo acquatico, acoro adulterino o acoro falso. Particolarmente diffuso nei fossi, nei canali e nelle zone paludose dell’Italia del Nord, presenta un rizoma carnoso e ramificato, da cui nasce un fusto eretto, alto dai 40 cm al metro.
I fiori, inodori e peduncolati, si compongono da un perigonio di colore giallo e da una corolla divisa in 6 lobi. Quelli esterni sono ricoperti da una barba con venature giallo-rossicce mentre quelli interni sono piccoli ed elevati.
Simile è l’I. kaempferi. Proveniente dal Giappone, è una variante acquatica con rizomi corti dalle radici fibrose, ma viene spesso utilizzata come fiore reciso. Da questa specie sono state ricavate numerose varietà e ibridi con corolle grandi, coloratissime e variamente sfumate.
Una varietà rizomatosa nana, rustica e a fioritura precoce. Non più alta di 20 cm, porta fiori gialli, azzurri e viola-scuro, ideali per realizzare bordure o arricchire i giardini rocciosi.
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Le iris bulbose originarie dell’Europa sono in grado di dimorare in qualunque terreno, anche arido, ma preferiscono quelli soffici, sciolti e fertili. Le specie esotiche sono le più sensibili al freddo, prediligono dunque una posizione soleggiata e riparata dai venti, terreno a medio impasto, fresco e vicino ai bacini d’acqua.
La messa a dimora deve avvenire dopo una vangatura profonda in modo tale che i bulbi rimangano visibili così da facilitarne la fioritura. Attenzione, perché i terreni troppo pesanti rischiano di farli marcire. Rimediate ‘foderando’ i buchi per la messa a dimora con della ghiaia o dell’argilla.
Le specie rizomatose possono essere semplicemente ricoperte con un sottile strato di terra, a partire da luglio. Mentre le bulbose vanno interrate a inizio autunno ad una profondità di 8-10 cm. Il rinvaso non è necessario. Un concime specifico può essere aggiunto all’acqua, sia prima che dopo la fioritura.
L’innaffiatura non deve essere abbondante, specie per le specie non autoctone, ma può essere utile soprattutto all’inizio per favorire l’attecchimento. La fioritura avviene in primavera, nell’anno successivo alla piantagione. Le varietà non europee hanno un periodo di assoluto riposo vegetativo, che va dalla fine della fioritura fino all’autunno, ed è necessario a ottenere buone fioriture nella stagione successiva.
Una volta interrate, le iris necessitano di poche cure. Basterà infatti tenere il terreno libero dalle erbacce ed eliminare le foglie secche e rovinate. In caso di forte vento, può essere utile utilizzare dei tutori per sostenere gli steli, inoltre quando i fiori sono appassiti, meglio eliminarne gli steli poiché la formazione dei semi affaticherebbe inutilmente la pianta.
Iris reticulata e Iris primula sono le varietà più indicate per la coltivazione in vaso.
La riproduzione delle iris avviene a fine estate tramite la divisione dei rizomi o bulbi. Questi andranno separati dalla pianta madre, piantati nel terreno in autunno e sistemati in un luogo più riparato dopo la fioritura. La moltiplicazione per semina avviene in caso si desideri ottenere ibridi e nuove varietà.
Le iris sono piante resilienti ma hanno molti nemici. Innanzitutto le malattie fungine:
Altrettanto virulenti sono gli attacchi di batteri, insetti e nematodi:
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