Piante e fiori

Silene: un’erba spontanea buona da mangiare e utile per la salute

Nota per l'azione emolliente, è usata sia in cosmetica che in cucina

La silene è un’erba spontanea il cui nome deriva dal Dio Sileno, educatore e compagno di Bacco, famoso per il ventre rigonfio che ricorda il calice panciuto e globoso di questa pianta. Un’origine molto curiosa per una pianta bella da vedere, buona da mangiare e benefica per la salute, molto diffusa in Romagna, dove è considerata una verdura a tutti gli effetti. Scopriamola meglio insieme.

Silene: un’erba spontanea buona da mangiare e utile per la salute

Silene, Strigoli, stridoli, s-ciopit, carletti, grisol, sonaglini o anche Silene Rigonfia e chi più ne ha più ne metta. I nomignoli e i soprannomi popolari di questa pianta non peccano certo in fantasia ed originalità.

Il nome scientifico, in realtà, è silene vulgaris: si tratta di un’erba spontanea che si raccoglie da marzo a settembre, in particolare nei prati della Romagna dove è apprezzatissima in cucina.

silene

Il suo gusto intenso è noto sin dall’antichità in tutto lo Stivale e anche all’estero, in particolare in Spagna e Portogallo.

Nella tradizione romagnola, sembra che il nome ‘strigoli’ derivi dal portamento strisciante dei sui steli e dal caratteristico ‘stridio’ che foglie e steli emettono quando vengono sfregati.

Silene, la pianta

Il suo nome botanico è Silene Vulgaris, un genere appartenente alla famiglia delle Cariofillacee più comunemente nota con il termine popolare ‘strigoli’ o ‘stridoli’.

Si tratta di una pianta erbacea del gruppo delle biennali o perenni che durante il suo sviluppo può crescere fino a raggiungere i 30-70 cm di altezza.

Caratterizzata da un fusto vischioso, molto ramificato, e ricoperto da una leggera peluria e dal portamento ascendente, non ama i ristagni d’acqua, preferisce i terreni calcarei e cresce in zone con pendenze più o meno ripide.

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silene

Le foglie sono opposte, ovali e lanceolate, all’aspetto carnose e vellutate.

Il fiore è un calice pendulo di forma cilindrica. Ha un aspetto piuttosto appariscente, volgarmente noto con il nome di ‘bubbolino’. Sembra una piccola vescica e non a caso in inglese questa pianta viene chiamata Bladder Campion wildflower.

Anch’esso è ricoperto da una leggera peluria ed è formato da 5 petali di colore bianco-rosato che si schiudono da maggio ad agosto.

La pianta è maggiormente diffusa nelle zone temperate del Mediterraneo, sopratutto nelle regioni del Centro-nord fino a 1300 metri di altitudine. La si vede più facilmente nelle bordure, nei prati falciati, nei terreni incolti, ai margini dei boschi e delle siepi.

Foglie, fiori e giovani germogli possono essere raccolti da marzo a maggio, oppure nel periodo autunnale (ricacci).

Proprietà

In fitoterapia viene usata per la sua azione lassativa, diuretica e depurativa del fegato. Le radici, così come quelle della saponaria, venivano usate nell’antichità per le proprietà nutritive e depurative.

Vitamine, carboidrati, sali minerali, saponine e mucillagini rappresentano i valori nutrizionali più importanti della pianta che perciò deve essere consumata preferibilmente a crudo o scottata per pochi minuti al vapore.

Come verdura utilizzata per il consumo alimentare assicura un buon apporto di vitamina C e fenoli, composti antiossidanti.

Buona anche la concentrazione di altri acidi grassi, come l’acido oleico, linoleico, linolenico, erucico, palmitico e stearico.

SILENE

Gli estratti di questa pianta sono utilizzanti anche per la loro azione emolliente e trovano largo impiego nella produzione di saponi e lozioni per la cura della pelle.

Sin dal passato, è utilizzata per realizzare preparazioni utili al trattamento di alcune affezioni agli occhi (oftalmie).

Utilizzi in cucina

È una pianta spontanea molto apprezzata come verdura cotta, ottima per preparare risotti, zuppe, frittate e insalate miste. Il suo maggiore impiego, però, è come ripieno per paste, ravioli, casoncelli e torte salate.

In Spagna è considerata una vera e propria verdura e compare in numerose ricette a base patate, uova o carne. In Grecia e Cipro si consuma cruda nelle insalate verdi o saltata con olio extravergine di oliva. 

Per l’uso alimentare, le foglie possono essere raccolte in primavera e a giugno. Il loro sapore dolciastro ricorda quello dello spinacio e dell’ortica.

Ricetta dei casoncelli con silene

I casoncelli di magro con silene si preparano a partire da una sfoglia sottile di pasta sfoglia:

  • 1 kg di farina 00
  • 7 uova
  • 3 tuorli
  • acqua

Preparazione. Impastate la farina con le uova e i tuorli con l’acqua e poi su una spianatoia infarinata tiratela in una sfoglia sottilissima.

Per il ripieno ripassate nel burro le foglie di silene lessate pochi minuti, aggiustate di sale e pepe. Aggiungete la ricotta di pecora e guarnite il tutto con un pizzico di noce moscata. Infornate a 220° per 20-30 minuti.

Approfondimenti consigliati

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Erika Facciolla

Giornalista pubblicista e web editor free lance. Nata nel 1980, si trasferisce a Bologna dove si laurea in Scienze della Comunicazione. Dal 2005 è pubblicista e cura una serie di collaborazioni con redazioni locali, uffici stampa e agenzie editoriali. Nel 2011 approda alla redazione di tuttogreen.it per occuparsi di bellezza e cosmetica naturale, fonti rinnovabili e medicine dolci.

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2 Commenti

  1. Cresce abbondante anche alle pendici dell’Etna. Noi siciliani la chiamiamo campanedda o cannatedda ed è utilizzata in molte ricette fra cui deliziose frittelle o come componente della misticanza bollita (verdura maritata)

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