In questa guida illustreremo i principi fondamentali della cosiddetta dieta ipolipidica. Più che di una vera e propria dieta, si tratta di un regime alimentare che contiene ridotti quantitativi di grassi rispetto al normale. Uno schema nutrizionale in cui i grassi non superano il 25-30% rispetto alle calorie totali ingerite. Ovviamente, diminuendo l’introito dei lipidi, lo schema nutrizionale deve prevedere l’integrazione di altri nutrienti, come proteine e carboidrati, per raggiungere la stessa quota calorica giornaliera. Per questo motivo, tale regime dietetico deve essere prescritto da dietologi e nutrizionisti a quei soggetti che presentano determinati problemi di salute e dai quali possono derivare disturbi più gravi.
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È un regime alimentare a basso contenuto di lipidi. La quota giornaliera totale di grassi ingeriti è inferiore al 25% rispetto al totale di tutti gli altri nutrienti introdotti nell’organismo.
Di solito, una dieta ipolipidica viene prescritta da uno specialista, come medico dietologo o nutrizionista, a quei pazienti con uno stato di salute compromesso da problemi cardiovascolari e livelli elevati di colesterolo e/o trigliceridi.
In questo regime dietetico i grassi non sono vietati totalmente. È anzi fortemente consigliato il consumo dei grassi polinsaturi, come Omega 3 e Omega 6, così come quello dei grassi insaturi (olio extravergine d’oliva), che sono fondamentali nell’alimentazione di tutti i giorni.
Al contrario, sono invece da bandire i grassi saturi, che sono i più dannosi per la salute. Li troviamo nel grasso animale, nei formaggi, in tutti i cibi industriali e nella margarina.
Esistono più tipi di dieta ipolipidica che tra loro si differenziano per il contenuto di grassi. Possiamo quindi distinguere tra dieta ipolipidica:
Quando si parla di grassi, è importante fare una distinzione perché di grassi non ne esiste solo un tipo e alcuni fanno anche bene.
È utile per ridurre il rischio dell’insorgere di complicazioni che possono derivare dal consumo eccessivo di grassi. Tra l’altro, un consueto regime alimentare ricco di lipidi, oltre a far ingrassare, spesso porta anche ad uno sbilanciamento tra i vari nutrienti. Con un eccesso di grassi, si rischia infatti di andare incontro ad una carenza di proteine e carboidrati.
I soggetti a cui spesso viene consigliato questo tipo di dieta sono coloro che soffrono di:
Mangiare meno grassi non significa dimagrire. Come qualsiasi altra dieta, anche la ipolipidica fa perdere peso soltanto se viene associata ad un deficit calorico e allo svolgimento regolare di sana attività fisica. Mangiare meno grassi non vuol dire perdere chili ma bensì risolvere – o migliorare – alcuni disturbi di salute, riportando così il proprio corpo ad uno stato di salute e benessere generale.
Associando la dieta ipolipidica ad un deficit calorico e ad una corretta e regolare attività fisica, si può riuscire a dimagrire anche abbastanza velocemente, fino a 1 chilo a settimana.
Come già spiegato, seguire una dieta ipolipidica vuol dire ridurre l’assunzione dei grassi saturi a favore di alimenti più sani e leggeri.
Nello specifico, ecco i cibi che più vengono raccomandati.
Oltre a prestare attenzione ai vari alimenti, è importante prestare attenzione anche ai metodi di cottura e preparazione delle varie pietanze. Occorre prediligere le tecniche e le modalità più salutari, e quindi, sia carne che pesce vanno cucinati in maniera semplice e senza l’aggiunta di condimenti grassi:
Vediamo invece ora quali sono i cibi da evitare perché sono particolarmente grassi.
Vediamo all’atto pratico alcune idee di pasti tipo da poter consumare nei vari momenti della giornata.
Tè, caffè o tisane da accompagnare, a scelta, da:
A metà mattina e a metà pomeriggio è possibile consumare un frutto, magari accompagnato da uno yogurt bianco magro, oppure uno yogurt greco 0% a cui aggiungere un cucchiaino di miele o marmellata, oppure un paio di fette biscottate con un velo di marmellata
Ecco ora alcuni esempi per i pasti principali
Come ogni dieta, anche quella ipolipidica presenta dei pro e dei contro. Andiamo ad analizzarli un po’ più nel dettaglio.
Più che parlare di svantaggi, è importante fare una premessa: la dieta ipolipidica la deve prescrivere un professionista, e quindi un medico esperto di alimentazione. È assolutamente da evitare il fai da te in quanto, pur escludendo gran parte dei grassi, bisogna sapere garantire al corpo tutti i principi nutritivi che gli necessitano per vivere in salute. Altrimenti, si corre il forte rischio di incorrere in forti carenze nutrizionali.
Di per sé, il colesterolo è fondamentale per l’organismo, tanto che il corpo umano ne produce l’80%. Il restante 20% si ricava dalla dieta. Sappiamo bene tutti che un eccesso di colesterolo è nocivo per la salute. Pertanto, se i livelli nel sangue sono fuori norma, è opportuno abbassarne i livelli con una dieta ipolipidica studiata ad hoc da medici dietologi e nutrizionisti esperti.
Per la salute e il benessere del fegato, è bene evitare i regimi alimentari iperlipidici, come la dieta chetogenica, dal momento che, l’aumento di grassi e di colesterolo nel sangue può portare alla steatosi epatica, più comunemente chiamato “fegato grasso”.
Di solito, la steatosi epatica non causata dall’eccesso di alcol, è una patologia cronica strettamente correlata alla sindrome metabolica, all’obesità, all’insulino-resistenza, ed alla presenza di almeno 2 delle condizioni sotto indicate:
C’è un legame tra diabete, colesterolo e malattie del metabolismo lipidico. In caso di diabete, il colesterolo non dovrebbe superare i 300 mg/die, ed inoltre, i grassi non dovrebbero superare il 30% dell’energia giornaliera. Di questi, non più del 10% deve arrivare dai grassi trans e saturi.
Non sempre quindi, in caso di diabete, viene prescritta una dieta ipolipidica. Si ricorre a tale regime dietetico solo se il soggetto diabetico manifesta anche una, o più, delle patologie citate più sopra nel corpo dell’articolo.
Quando si è a dieta, ci si sente sempre un po’ in castigo, e la fantasia in cucina comincia a scarseggiare. Ecco allora un paio di esempi di ricette magre che dimostrano come, spesso, le diete, non per forza ci impongono piatti tristi e poco gustosi
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