Che cos’è l’infiorescenza e a cosa serve alle piante
Con il termine infiorescenza si intende la parte floreale della pianta costituita non da un unico fiore ma da diversi capolini riuniti sopra un unico peduncolo.
Sommario
Questo termine così ricorrente nella morfologia botanica ci riporta, dunque, a tutte quelle piante, arbusti e alberi che producono fiori più o meno appariscenti e profumati raggruppati in diverse configurazioni. Ci sono infiorescenze a grappolo, a capolino, a spiga e altre tipologie che approfondiremo nel corso di questa guida.
In alcuni casi le infiorescenze possono presentarsi in maniera talmente perfetta e simmetrica da sembrare un unico fiore (pseudanzio). Il motivo per cui le piante producono le infiorescenze è tanto semplice quanto affascinante. Mentre il fiore solitario rappresenta la condizione più antica nella storia evolutiva di una pianta, l’infiorescenza è la sua risposta all’esigenza di riprodursi.
Le infiorescenze, infatti, sono più appariscenti e dunque attirano un maggior numero di insetti impollinatori (api, farfalle, ecc). Cosa ancora più importante, i fiorellini che le compongono hanno quasi sempre una sbocciatura a scalare, cosa che aumenta la disponibilità di polline per la pianta. Siamo di fronte ad un’altra piccola, grande magia di Madre Natura.
Infiorescenza: significato
Fu Carlo Linneo, il grande naturalista svedese a cui si devono molti dei nomi scientifici utilizzati ancora oggi in botanica, a coniare il termine ‘infiorescentia’. La parola deriva dal latino tardo inflorescere che significa letteralmente fiorire.
Sempre Linneo iniziò ad osservare nelle angiosperme i vari tipi di infiorescenza, a descriverli minuziosamente e catalogarli. Vediamo nel dettaglio di quali si tratta e cerchiamo di capire a quali caratteristiche botaniche fanno riferimento.
Tipi di infiorescenza
In base al momento in cui avviene l’apertura dei fiori, le infiorescenze si possono suddividere in 2 gruppi principali:
- Racemose o indefinite
- Cimose o definite
A loro volta, esse possono essere semplici o composte. Ma vediamo per ogni ordine di infiorescenza quali sono le tipologie più particolari e significative.
Infiorescenza a grappolo
Detta anche racemo, è formata da un asse principale allungato al cui apice si formano lateralmente fiori peduncolati secondo uno schema ad intervalli regolari. Può essere considerata l’infiorescenza più antica, quella primordiale da cui derivano tutte le altre. Esempi rappresentativi di piante con infiorescenze a grappolo sono il fiore dei lupini, il glicine e molte varietà di orchidea.
Capolino
I capolini sono ingrossamenti del peduncolo (ricettacolo) che nel periodo della fioritura si riempiono di tanti piccoli fiori raccolti. Questi ultimi sono detti flosculi e sono fiori sessili e compatti. La parte centrale del grande capolino del fiore del girasole è, in realtà, un meraviglioso esempio di infiorescenza a capolino.
Allo stesso modo, anche il dente di leone e tutte le piante appartenenti alla famiglia delle asteraceae producono lo stesso tipo di infiorescenza.
Spiga
Deriva dal racemo, ma a differenza di quest’ultimo presenta fiori sessili (privi di peduncolo). I fiori sono numerosi e disposti tutti lungo un rachide centrale. Un esempio è la spiga del frumento e di quasi tutte le graminacee più comuni. Un tipo particolare di spiga flessibile e pendula è l’amento (tipica del nocciolo).
Un altro tipo di spiga è l’infiorescenza a spadice che presenta un asse centrale carnoso spesso accompagnato da una foglia modificata (brattea) detta spata.
Spicastro
È la tipologia di infiorescenza che caratterizza buona parte delle piante appartenente alla famiglia delle lamiaceae (labiate). Si compone di piccoli fiori inseriti nei verticilli fogliari.
Solitamente, la parte floreale si sviluppa alla base di due foglie opposte e si ripete ad ogni nodo dell’asse.
Talvolta assume l’aspetto di un capolino. Il fiore della menta o del basilico ne sono un chiaro esempio.
Corimbo
In questo tipo di infiorescenza i fiori, pur essendo disposti in punti di inserzioni diverse e avendo lunghezze differenti, terminano alla stessa altezza.
Si tratta di una falsa ombrella. Il corimbo è rappresentativo di molte specie di rosaceae e di ericaceae.
Ombrella
In questo caso tutti i fiori hanno lunghezze pressoché identiche. Deriva anch’essa dal racemo ma le ramificazioni partono dallo stesso punto. Le ombrelle possono essere semplici, vale a dire con un unico fiore all’apice o composte da più fiori.
I peduncoli sono detti anche raggi e i fiori sono disposti nella classica forma a ombrella. Prezzemolo e carota selvatica (molto comune e diffusa nei campi) sono piante con infiorescenze a ombrella.
Scorpioide
In botanica si definisce scorpioide l’infiorescenza che ha fiori lungo tutto lo stelo fiorale e che sbocciano in momenti diversi. I primi a maturare sono quelli più lontani dalla cima dello stelo e via via che ci si avvicina all’estremità diventano sempre più tardivi.
Il portamento di questa infiorescenza è curvo e ricorda, appunto, la coda di uno scorpione da cui deriva il nome. Un tipico esempio è il fiore dell’Eliotropio.
Infiorescenza del fico
Forse non tutti sanno che il fico – il delizioso frutto che gustiamo da fine settembre a ottobre – è in realtà un falso frutto, ovvero un’infruttescenza prodotta da un’infiorescenza detta “Sicono”, tipica delle specie appartenenti alla famiglia delle Moraceae.
Essa è formata da tantissimi piccoli fiori femminili o femminili e maschili che una volta impollinati sviluppano, vale a dire i i veri frutti della pianta.
Infiorescenza della margherita
Proprio lei: la regina dei prati. La protagonista dei fiori di campo, la margherita, in realtà non è un fiore! Il bellissimo capolino che chiunque, almeno una volta nella vita ha sfogliato, petalo dopo petalo, è effettivamente l’insieme di tanti fiori piccolissimi raggruppati su un unico stelo in maniera così perfetta da sembrare un solo, magnifico fiore solitario.
Come lei, anche i girasoli, la camomilla, il tarassaco, il fiordaliso, il cardo, e tutte le specie della grande famiglia delle composite.
Anche in questo caso la ragione che giustifica la presenza di un’infiorescenza e non di un singolo fiore solitario è legato all’impollinazione: un piccolissimo fiorellino non verrebbe notato dagli insetti, mentre con un capolino così appariscente di certo non si passa inosservati! Miracoli della Natura…
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Ultimo aggiornamento il 24 Luglio 2019 da Rossella Vignoli