Scopriamo insieme i semi di lino, un ingrediente molto importante per una alimentazione naturale ed equilibrata.
Sono un alimento rimineralizzante per l’organismo, un vero e proprio elisir da scoprire, da cui si ricava anche un olio molto rinomato.
Grazie alla loro interessante composizione nutrizionale, hanno molti benefici per la salute. Da qui l’interesse a consumarli con grande regolarità. Scopriamone meglio le caratteristiche , come conservarli ed assumerli ma anche le possibili controindicazioni.
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Come dice il nome, questi provengono da una pianta erbacea, il lino (Linum usitatissimum), che può essere coltivata, ma che cresce anche spontanea.
Già dall’antichità, il lino era usato per ricavare preziose fibre naturali per uso tessile. I frutti del lino contengono dei piccoli semi, che sono un prodotto che accompagna la storia dell’uomo da millenni.
Possono essere utilizzati, leggermente tostati, come condimento saporito e salutare di zuppe, pane, torte salate e dolci, ma anche per arricchire una semplice insalata.
Rappresentano un alimento fondamentale nella cucina naturale.
Grazie al loro elevato contenuto di acidi grassi polinsaturi (omega-3 in primis) sia i semi che l’olio di semi di lino sono ingredienti indicatissimi per tutti coloro che soffrono di patologie cardiovascolari, ipertensione e diabete.
Questi semi sono anche un eccellente lassativo naturale. Sono infatti costituiti da una mucillagine che, mescolata con l’acqua, diventa una specie di gel viscoso e appiccicoso.
Sono anche ricchi di mucillagine, che permette una lieve azione lassativa, purché siano ingeriti con un’adeguata quantità di liquidi o acqua, proprietà che si somma alle protettive ed emollienti.
Come i semi di chia, i semi di psillio e la mucillagine di malva e altre piante comprese le foglie dell’aloe vera, possono essere ingeriti per la loro azione lassativa ed emolliente delle feci, per migliorare le funzioni digestive e pulire la flora batterica, ma anche essere adoperati per la loro azione legante in ricette dolci e salate, per sostituire le uova.
Sapevate che i semi di lino sono consigliati per la cura dei capelli? È dimostrato che possono portare benefici ai capelli ridando loro elasticità, grazie alla presenza di omega 3, acidi grassi che rafforzano e idratano i capelli, agendo sul fusto e prevenendo cosi la rottura.
Forniscono una quantità significativa di vitamina B9, o folato, che è essenziale per le donne incinte, Questa vitamina è importante per limitare il rischio di malformazioni del sistema nervoso nel feto, come la spina bifida. È inoltre essenziale per lo sviluppo del cervello del futuro bambino.
Forniscono ferro, anche se è di origine vegetale e assorbito meno bene dall’organismo. Sono apprezzati anche per il loro contenuto proteico, dell’ordine di 23 grammi per 100 grammi.
Essendo ricchi di acidi grassi essenziali omega-3, garantiscono una buona idratazione della pelle e sono quindi essere utilizzati per realizzare prodotti di bellezza.
In generale, i semi di lino dorati o chiari solo molto più oleaginosi del semi scuri e si prestano maggiormente per gli utilizzi in cucina.
Dopo che sono stati tritati, i semi di lino vanno consumati il prima possibile e senza essere cotti, affinché le funzioni degli acidi grassi non vengano alterate dal calore e dall’aria. Come consumarli? L’unico limite è la fantasia. Possiamo usarli per arricchire uno yogurt, aggiunti al muesli, ma anche per dare quel tocco in più a una macedonia o a un’insalata.
100 grammi di semi di lino contengono circa 534 Calorie. Un cucchiaino di semi di lino, dunque, contiene una quarantina di calorie.
Questi piccoli semi oleosi contengono inoltre molte sostanze essenziali per l’organismo, vediamole rapidamente.
Devono essere macinati per poter beneficiare dei loro acidi grassi. Se consumati interi, gli acidi grassi contenuti nei loro semi non vengono assorbiti dall’organismo.
Viceversa se vengono masticati bene, i semi interi possono avere un leggero effetto saziante che tende a ridurre la fame..
Sotto forma di olio invece si beneficia dei loro acidi grassi omega-3, ma non più delle loro fibre.
Se conservati in un contenitore ermetico a temperatura ambiente, possono durare fino ad un anno.
Possono diventare rancidi per via dell’alto contenuto di acidi grassi, per cui è bene rispettare la data di scadenza indicata sulla confezione.
Se non si ricorda quando sono stati acquistati, è meglio controllare se hanno ancora un buon odore. Potranno durare ancora 6 mesi.
Per la farina l’unica soluzione è controllarne l’odore. Se sa di rancido e ha un odore forte e sgradevole, va buttata.
Generalmente non presentano particolari controindicazioni, ma bisogna fare una precisazione riguardo al consumo di olio di lino in stato di gravidanza.
Alcuni rari studi clinici sembrano dimostrare che le donne incinte che hanno consumato olio di lino abbiano maggiori probabilità di avere parto prematuro. In particolare, sembrerebbe causare delle contrazioni uterine. Ci sono però poche prove a sostegno di questa tesi, tuttavia si raccomanda di non eccedere con i semi e l’olio di lino, limitandosi a 2 cucchiai al giorno di uno di questi due alimenti.
Potete sostituirli con altri cibi ugualmente ricchi di omega 3 come aringhe, sardine, sgombri e tonno. Ma è sempre meglio chiedere al proprio medico o al ginecologo quale olio di pesce può essere assunto.
Al di là di alcuni studi che sembrano sconsigliare l’olio, è consigliato mangiare semi di lino in gravidanza perché migliora la digestione delle donne in questo delicato periodo. Agisce infatti sui batteri dello stomaco e del tratto digestivo e limita il problema della costipazione.
Inoltre, questi semi sono molto ricchi di omega 3, sostanza essenziale per lo sviluppo del cervello del bambino, che favorisce lo sviluppo visivo e neurologico del feto durante la gravidanza e l’allattamento.
Il feto (e il bambino fino a 1 anno di età) sperimenta infatti un accumulo di acidi grassi omega-3 nel cervello e nella retina. Questi omega-3 vengono naturalmente dalla madre, che provvede a tutte le esigenze del feto prima attraverso la placenta e poi attraverso il latte materno.
Altri studi hanno dimostrato che il latte materno contiene la metà degli acidi grassi omega 3 rispetto a 50 anni fa. La mancanza di acidi grassi essenziali può causare gravi danni alla crescita, all’apprendimento, allo sviluppo motorio e visivo del bambino.
E per soddisfare questo fabbisogno di acidi grassi, questi semi sono ideali.
Il consumo di semi di lino non è indicato anche nel caso di:
Inoltre non sono adatti ai bambini di età inferiore ai tre anni. Per i giovani, non superare 1 cucchiaino al giorno e per gli adolescenti 1 cucchiaio.
Infine non sono raccomandati in caso di cancro al seno, alle ovaie o all’utero, fibromi uterini, ecc.
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Ma dove comprarlo? Per trovare in commercio sia i semi (che possono essere scuri o dorati come quelli della foto) che l’olio di semi di lino, dobbiamo rivolgerci ai migliori negozi biologici della tua zona oppure ancora, guarda di seguito come puoi fare online.
Se vuoi acquistare online il prezzo cala un po’ rispetto all’erboristeria e al reparto integratori del supermercato.
Da questi semi si ricava il rinomato olio: costituito per lo più da triglicerididi, acidi grassi essenziali polinsaturi (omega 3, omega 6 o vitamina F). Questo olio è parimenti importante per chi soffra di malattie di tipo cardiovascolare.
Importante è che venga assunto nelle quantità corrette e abbinato ai corretti alimenti. È infatti indicato per condire pasti poveri di grassi animali e zuccheri, come per esempio un pasto a base di verdure e carni bianche, altrimenti i grassi polinsaturi dell’olio di lino non verranno assimilati correttamente nel nostro organismo.
L’altra cosa importante da ricordare è che deve trattarsi di olio naturale, estratto a freddo e senza additivi chimici.
Infine, una nota sul suo corretto consumo e conservazione: una volta aperto va consumato in massimo un mese e va conservato in frigorifero, perchè soggetto a rapido irrancidimento.
Gli acidi grassi essenziali sono sensibili alla luce e alle alte temperature, con le quali si alterano rapidamente e ha un punto di fumo piuttosto basso.
Per queste ragioni non va utilizzato per la cottura, in fritture ed altri utilizzi a caldo, ma potrete adoperare l’olio d’oliva, che resta sempre il miglior olio per friggere.
L’olio deve essere conservato in un luogo buio e fresco, meglio se in frigorifero.
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