Le piante grasse non sono solo cactus, è un mondo variegato di forme, anche curiose, e colorato, perchè si, esistono anche le piante grasse fiorite! E poi, sapete che bisogna annaffiarle? Contrariamente all’idea comune, che le vede sopravvivere nel deserto e quindi che possano farcela anche sul terrazzo senza un goccio d’acqua…E sapevate che ci sono varietà che resistono al freddo? Basta scegliere quelle giuste.
Per aiutarvi a conoscerle un po’ meglio e a curarle nel modo giusto, senza essere degli esperti di giardinaggio: ecco le nostre dritte!
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In botanica sono chiamate ‘succulente’, dalla parola latina succulentus, che significa ‘pieno di succo’. Si tratta di piante che sono in grado di immagazzinare acqua, soprattutto nelle loro foglie carnose, e trasformarla in una linfa mucillaginosa che permette loro di sopravvivere nell’aridità estrema.
Questa capacità fa sì che i loro tessuti si gonfino, dando loro un aspetto per così dire ‘paffuto’, che spiega come mai siano chiamate comunemente ‘grasse’.
Molte sono ricoperte da una formazione lanuginosa o cerosa che rallenta l’evaporazione dell’acqua contenuta nei loro tessuti.
La maggior parte di queste piante ama, o addirittura richiede, un’atmosfera calda e asciutta, che possono essere case o ambienti riscaldati. In estate, hanno bisogno di essere annaffiate regolarmente, ma il vaso dovrà esser ben drenato. In inverno hanno bisogno di un periodo di riposo in un’atmosfera fresca e secca, che è essenziale per la fioritura.
Non sono un’unica famiglia botanica specifica. In realtà, fanno parte di questo raggruppamento diverse famiglie, anche molto differenti tra loro, ad esempio le Agavaceae, le Crassulaceae, le Cactaceae, ma anche famiglie più inaspettate come le Cucurbitaceae o le Campanulaceae.
Le piante grasse sono comunemente chiamate succulente, in riferimento ai loro tessuti spessi e carnosi. Il termine ‘succulente’ è botanico, ma in pratica i due nomi sono equivalenti.
Tra le più conosciute ci sono i cactus, che appartengono alla famiglia delle Cactaceae. La loro caratteristica è che hanno spine o sottili foglie spinate chiamate glochidi e non foglie vere e proprie. In particolare, si distinguono da altre succulente per la presenza delle areole, i cuscinetti feltrati dai quali si sviluppano le spine, la lanugine ed i fiori.
Dunque, i cactus sono succulente, ma non tutte le succulente sono cactus!
Di varie forme colori e dimensioni, le succulente, questo il nome scientifico, ricreano degli spettacolari giardini desertici all’aperto, ma sono perfette anche in casa.
Oltre ai classici cactus, originari delle zone aride degli Stati Uniti, del Messico e del Sud America, vi sono tantissime altre varietà, appartenenti ad almeno 20 famiglie diverse e diffuse in habitat svariati. Dalle regioni semi-desertiche dell’America Centrale e dell’Africa, fino alle aree a clima fresco-temperato dell’Europa settentrionale, dell’Asia e dell’America.
Tutte hanno in comune una caratteristica principale: la presenza di un tessuto carnoso nei fusti, nelle foglie o nelle radici, che consente di conservare acqua e quindi resistere bene a lunghi periodi di siccità.
Ci sono circa 20 famiglie di piante grasse, tra cui:
Inoltre, possono essere raggruppate anche per conformazione esterna:
È opinione comune che le piante grasse non fioriscano. Invece ci sono diverse varietà che tra primavera e autunno si colorano di splendidi fiori, che spuntano al raggiungimento della maturità (che può richiedere da 1 a 40 anni!) e durano da un solo giorno fino a 3-4 mesi, a seconda delle varietà.
Delicati e dalla consistenza serica, questi fiori sono molto grandi rispetto alle piante e presentano vivaci colori caldi, dal giallo intenso fino allo scarlatto e al carminio.
Vediamo le varietà con bellissime corolle multicolori più facili da coltivare:
Ci sono anche piante grasse senza gli aculei. Alcune hanno addirittura dalle foglie pelose, ma tutte sono contraddistinte da una certa carnosità che gli serve per trattenere meglio l’acqua e sopravvivere in un ambiente arido. Ecco alcune varietà:
Ci sono alcune piante piuttosto rare perché si trovano in luoghi difficilmente accessibili all’uomo e sono dunque impossibili da raccogliere.
Altre si trovano solo in alcuni posti in aree molto delimitate e ve ne sono rimasti pochi esemplari. Altre ancora sono considerate rare per via di alcune anomalie, oppure sono a rischio per via della crescita estremamente lenta e della grande delicatezza.
Selezionando e disponendo secondo il vostro gusto le succulente, potete creare delle aiuole in giardino, anche in zone relativamente fresche.
Generalmente, queste piante non sopportano l’eccesso di umidità. Fate però attenzione al tipo di clima in cui vivete. Se il clima è mite, le possibilità di coltivare diverse specie sia in vaso che all’aperto si ampliano notevolmente.
Nei contenitori grandi, ad esempio, possono essere raggruppate piante dal bel fogliame che fioriscono in periodi diversi (ad esempio l’Aeonium con le sue foglie violacee, l’Aloe vera che produce fiori gialli e la Crassula perfoliata a fiori rossi).
Laddove le temperature non scendano sotto i 13° vi consigliamo di provare a realizzare vasche e fioriere coi cactus nani (ad esempio Mammillaria, Rebutia, Gymnocalcium).
Non vi sono restrizioni alla coltivazione esterna dei cactus se le temperature scendono di rado sotto i 7-10°.
Tuttavia, alcune varietà come l’Opuntia e la Echinocereus, riescono anche a sopportare temperature basse, sempre che vi siano estati calde e un buon drenaggio.
Se non ci sono poche gelate la gamma coltivabile si amplia fino a comprendere le rosette di Agave americana e i suoi cultivar, mentre le specie semi-rustiche come la Beschorneria yuccoides e l’Agave filifera necessitano di un’ulteriore protezione, rappresentata da un luogo drenante posto al riparo di un muro caldo e soleggiato.
Se le temperature scendono raramente sotto 0°, molte specie crescono bene all’aperto in fioriere o vasi, purché rialzati per favorire il drenaggio.
L’ambiente ideale è un luogo caldo e riparato, ad esempio l’angolo di un patio coperto o di un balcone. Tra le specie coltivabili segnaliamo il Sedum nelle diverse varietà (S.pachyclados,S.spurium,S.telephium) col suo bel fogliame carnoso verde intenso, il Sempervivum caratterizzato dalle graziose rosette, l’Echinopsis chamaecereus coi suoi fiori estivi scarlatti, l’Agave parryi e l’Opuntia polyachanta (dai fiori giallo brillanti). e anche l’Echeveria derenbergii.
Non sono piante resistenti al freddo, quindi per non farle morire andrebbero poste in un ambiente protetto, delle serre o un giardino d’inverno. Qui è possibile controllare temperatura, luce, acqua e umidità, e impostare le condizioni ideali per farle sopravvivere durante la stagione fredda.
Per facilitare la manutenzione, quando progettate queste strutture cercate di abbinare gruppi di cactus e succulente che abbiano necessità colturali simili.
Le piante in serra o giardino d’inverno possono essere coltivate anche in vaso o in aiuole aperte, sia a terra che rialzate sui bancali.
Se non disponete di serre, portate in casa quelle più delicate, se le temperature esterne nella vostra zona scendono sotto i 7°-9°.
La maggior parte delle piante che si coltivano all’aperto nei climi caldi possono inoltre essere tenute senza problemi anche come piante da appartamento se si abita in una zona più fredda. Per la loro capacità di resistere in aree aride, non fanno fatica ad ambientarsi alle condizioni calde e secche di una casa riscaldata.
In generale, per sviluppare bene le piante grasse richiedono calore, tanta luce e una buona aerazione, anche se le specie le epifitiche sono aggiungono un tocco di colore e vivacità agli angoli in ombra della casa.
Consiglio: indossate sempre i guanti quando maneggiate piante spinose!
Per coltivare in vaso utilizzate contenitori piccoli per piante singole o ciotole grandi per riunire insieme specie diverse, purché compatibili. Un effetto scenografico di tutto rispetto è garantito dalle vaschette da giardino, riempite di specie diverse con esigenze colturali simili.
Ecco alcune varietà da interni con brevi consigli per la disposizione e la cura:
Per la cura di queste piante originarie delle zone aride e calde, la cosa più importante è la messa a dimora. Ecco alcuni accorgimenti:
Le piante grasse possono esser coltivate senza problemi, per dar vita a giardini desertici di grande impatto visivo. Se il sottosuolo è particolarmente pesante, si possono raccogliere le piante in aiuole rialzate. Così si assicura il giusto drenaggio.
Le specie più piccole dovranno esser poste davanti, i cactus e le altre succulente erette e a colonna realizzeranno un perfetto sfondo (scegliete ad esempio il Cephalocereus senilis o il ramificato Cleistocatus strausii), mentre alle piante cespitose (Ruschia, Echeveria, Mammillaria...) si dovrà assicurare uno spazio per farle espandere liberamente.
Si possono creare moltissimi effetti sia in giardino che in grandi vasi da porre sul balcone:
Estraetele dal vaso e sciogliete piano le radici per verificare la presenza di parassiti o malattie (in quel caso provvedete prima alla cura).
Nei vasi la terra deve essere ben drenata e leggermente acida (pH 5,5-6,5). Per prepararla utilizzate una parte di sabbia o ghiaia ogni tre parti di composta a base di limo.
Le epifite necessitano invece di un terriccio un po’ più acido, una parte di humus (sostituto di torba, torba di sfagno o terriccio fogliare) e due parti di composta da vaso standard, con l’aggiunta di sufficiente sabbia e ghiaia per il drenaggio.
Quando le radici delle piante raggiungono le pareti del contenitore dovete procedere col rinvaso.
Per quest’operazione estraete delicatamente la pianta, tagliate le radici morte o disidratate e sciogliete quelle eventualmente attorcigliate.
Disponete un po’ di cocci e composta fresca nel vaso. Inserite la pianta alla stessa profondità che aveva nel contenitore precedente e ricoprite poi di composta il pane di terra, compattandola bene.
Possono essere poste in vasi sia di plastica che di argilla, poiché la prima trattiene l’umidità più a lungo mentre la seconda garantisce una migliore aerazione.
Scegliete contenitori con uno o più fori alla base proporzionati alla pianta ma con una profondità di almeno 10 cm (15 per le specie a radici tuberose).
Non richiedono particolari cure. Luce, calore e aerazione sono le loro esigenze principali.
Ci sono due regole di base per avere succulente in piena salute:
Per questo, fin da principio, dovete aver preparato bene il terreno. Preparate il fondo, spargendo alla base uno strato sottile di materiale drenante (ghiaia o cocci), e ricoprite con uno strato di terra, costituita da 2 parte di sabbia grossa e 3 parti di limo.
Estraete le piante dai vasetti che avevano al momento dell’acquisto e inseritele nelle fioriere o nel terreno allo stesso livello di profondità. Distanziatele bene per garantire abbastanza spazio e aggiungete altro compost, pezzi di roccia o ciottoli per un maggiore effetto scenografico. Annaffiatele regolarmente solo dopo che si sono assestate.
Le succulente a portamento pendente o espanso possono anche essere ospitate in vasi appesi., Meglio usare cestini in fil di ferro da rivestire con uno strato di muschio di sfagno umido spesso 3 cm, o in alternativa cestini di plastica che contengano già una vaschetta di drenaggio.
Disponete uno strato di sassolini o ghiaia al posto dello sfagno. Riempite il cestino fino all’orlo con una miscela di 1 parte di sabbia grossa per 3 parti di composta a base di limo, scavando una buca al centro dove inserirete la pianta. Allargate bene le radici e riempite di compost senza lasciare sacche d’aria intorno all’apparato radicale. Annaffiate solo 2-3-giorni dopo, quando la pianta si è assestata.
Per una cura costante, controllate periodicamente che non ci siano segni di malattie o parassiti, nutrite e irrigate in modo appropriato le specie particolari e trapiantatele appena crescono troppo, per evitare di raggruppare le radici.
Altri consigli per ben posizionare le piante grasse sono:
Tutte le succulente devono essere annaffiate, ma solo durante il periodo vegetativo, in genere primavera-estate, e mai durante la quiescenza, spesso invernale.
La maggior parte di queste piante cresce durante l’estate, ma le epifite e le specie delle zone boschive fioriscono tra la fine dell’autunno e l’inizio della primavera.
Ecco alcune regole di base:
Sempre durante il periodo vegetativo, per lo più primavera-estate, potete prevedere una fertilizzazione, utile a favorire una crescita sana e una buona fioritura.
Sarà sufficiente un prodotto concentrato standard in forma liquida, contenente tutti i nutrienti principali, e da applicare ogni 2-3 settimane esclusivamente nel corso della fase di crescita e fioritura.
Per quanto riguarda gli agenti patogeni, i parassiti più comuni delle succulente sono la cocciniglia, la comune farinosa delle radici, i ditteri sciaridi e i ragni rossi.
Non sono particolarmente soggette a malattie, anche se un eccesso di azoto nel terreno e condizioni colturali inadeguate possono provocare il marciume nero, una patologia che colpisce soprattutto i cactus epifitici e la Stapelia, deformando le piante e provocandone la morte.
Se vi accorgete che una succulenta sta per morire, prelevate dei getti sani o delle sezioni come talee.
Infine, è importante conoscere la riproduzione. Si propagano da seme, da talea di foglia o fusto, ma anche per divisione o per innesto.
Non avete più scuse, ora siete pronti per uscire in giardino o sul balcone e dedicarvi ai vostri cactus, perché sapete come curare le piante grasse!
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