Oltre a facilitare la perdita di peso, la dieta a punti, sviluppata dal dietologo italiano Guido Razzoli, è anche un regime alimentare salutistico. Fa infatti bene anche al cervello perché incentiva il consumo di frutta e verdura.
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Si tratta di un tipo di dieta che stabilisce un credito a punti, vincolato al peso della persona, da ‘spendere’ durante tutta la giornata.
Per dimagrire, non si potranno assumere più di 30 punti al giorno. Una donna che pesa 60 kg potrà usufruire così di 18-24 crediti, mentre un uomo di 89 kg di massimo 29.
Ciò significa che viene data una certa libertà nella scelta dei menu quotidiani, a patto che si rispettino i punti stabiliti da Razzoli per ciascun alimento.
Alle verdure, ad esempio, sono stati attribuiti 0 punti, il che significa che se ne possono mangiare in grandi quantità.
Invece una pizza ai 4 formaggi, con i suoi 20 punti, eroderà quasi tutto il credito giornaliero di una donna.
Secondo la dieta a punti, gli alimenti devono essere raggruppati in 4 categorie, le stesse utilizzate dall’americana Weight Watchers:
Nella dieta a punti anche l’esercizio fisico ha la sua importanza.
Ad una passeggiata a piedi vengono infatti attribuiti 2 punti, mentre per 30 minuti di corsa se ne vincono 5. Quindi vede l’attività fisica come parte integrante del regime, ed in particolare il camminare.
I detrattori della di questa dieta sono molti.
Alcuni ritengono che i punteggi massimi siano troppo bassi, altri hanno invece rivisitato il regime in chiave più salutistica.
Uno dei problemi della dieta a punti è che non consente di conoscere la composizione degli alimenti, pertanto un utente inesperto potrebbe creare ricette sbilanciate o incappare comunque in carenze.
Uno dei benefici potrebbe essere il fatto che ad alimenti sani come frutta e verdura vi si attribuiscano pochi punti, mentre a piatti più grassi ed elaborati meno. Infatti, se seguita correttamente, questa dieta promette di far perdere 1 kg alla settimana.
Nonostante appaia come particolarmente restrittiva, questo tipo di dieta concede una certa libertà a chi la segue. Sarebbe meglio, però, affidarsi ad un esperto, per evitare di creare esempi troppo ricchi di proteine, fibre o addirittura grassi.
Non è indicata per chi fa sport, in quanto l’apporto calorico è veramente troppo ridotto. Stesso discorso per le donne in gravidanza, e per chi soffra di patologie renali e del fegato.
1) Un esempio di ricetta per questo tipo di dieta potrebbe essere questa da 22 crediti:
2) Un altro menu potrebbe essere questo da 18 punti per chi è in sovrappeso:
Disclaimer: una regola fondamentale. Evitate il fai da te sulle diete. Se siete intenzionati a seguire una qualsiasi dieta, non solo questa dieta, consultate sempre il vostro medico di fiducia e un nutrizionista, in modo che vi possano fornire dei consigli su misura.
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