La dieta aproteica è un regime alimentare con pochissime proteine e poco sodio. Non è una dieta nel senso più comune del termine ma, bensì, un regime alimentare che medici specialisti consigliano e mettono a punto per pazienti affetti da patologie renali (insufficienza o disfunzioni varie) e/o epatiche (come epatite o cirrosi). Questa alimentazione, infatti, va ad alleggerire il lavoro di filtro che fegato e reni sono chiamati a svolgere.
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Un regime alimentare che prevede una forte riduzione di proteine. Non si tratta di diete nel senso più comune del termine, ma è prescritto dal medico in presenza di determinate patologie.
In pratica, dalla percentuale quotidiana di proteine che bisogna assumere (0,9-11 gr di proteine per ogni chilo di peso corporeo) si scende a 0,5-0,8 gr/kg.
Lo scopo della dieta è quello di far riposare i reni. Per questo motivo, soltanto un medico specialista può fornire uno schema alimentare preciso e corretto, messo a punto per il singolo in base alle sue condizioni di salute.
ondamentale: è assolutamente sbagliato e molto grave fare di testa propria con una dieta di questo tipo.
Le proteine costituiscono dei principi nutritivi che sono fondamentali per il nostro organismo. Costituite da aminoacidi, hanno funzioni energetiche, strutturali e regolatorie.
Possiamo distinguere tra proteine:
In condizioni normali, l’organismo di un soggetto in buona salute che segue un’alimentazione varia ed equilibrata, richiede l’assunzione giornaliera di circa 0,8 gr di proteine per ogni kg corporeo.
Una volta che sono metabolizzate, le proteine producono l’urea (ovvero degli scarti) che va smaltita. Gli organi coinvolti nello smaltimento di questa sostanza sono reni e fegato.
Superando la predetta quantità di proteine ingerite, specie per un periodo di tempo eccessivamente lungo, possono insorgere problemi molto gravi perché, in primis, fegato e reni sono chiamati a svolgere un lavoro eccessivo e costante al punto da stressarsi e arrivare fino ad ammalarsi. Non riuscendo più a filtrare bene le sostanze di scarto, nell’organismo si accumulano tossine.
Proprio per quanto appena spiegato, in casi di patologie renali o epatiche, è fondamentale diminuire la quantità di proteine introdotte per diminuire la produzione di scorie ed alleggerire il lavoro dei due organi.
Si tratta di una dieta con un apporto di proteine molto basso. Più che di una dieta nel senso stretto del termine, sarebbe meglio parlare di un trattamento dietetico nutrizionale che viene prescritto a coloro che sono affetti da malattie renali croniche e patologie epatiche, in stadi gravi ed anche moderati.
Le proteine vengono metabolizzate da fegato e reni. All’interno delle cellule epatiche, gli aminoacidi, che costituiscono le proteine, vengono trasformati in urea. Questa, poi, a sua volta, viene espulsa tramite i reni con la produzione di urina.
In pratica, quindi, se si ingeriscono poche proteine, si va a ridurre il lavoro che fegato e reni sono chiamati a svolgere. Si cerca così di evitare l’aggravamento di patologie croniche, come l’insufficienza renale, l’epatite e la cirrosi.
Vanno preferiti gli alimenti a basso contenuto di proteine e aventi, al tempo stesso, un buon valore nutrizionale. Ecco un elenco dei cibi che rientrano in una dieta povera di proteine.
Da abolire totalmente l’aggiunta di sale e i cibi che, già di per sé, ne contengono molto, come:
Saltuariamente, e in quantitativi ridotti, è possibile assumere ogni tanto anche:
Ovviamente, le liste dei cibi appena viste, sono da intendersi in senso generale. Sarà poi il medico curante a stabilire le giuste quantità per il singolo paziente a seconda del quadro clinico.
Non va intesa come una “comune” dieta per dimagrire in quanto elimina – o riduce in maniera preponderante – un macronutriente fondamentale per i soggetti in buona salute.
Pertanto, non va assolutamente improvvisata. Si tratta di un particolare regime alimentare che deve essere prescritto da un medico, un dietologo o un nefrologo, in presenza di patologie renali (insufficienze renali, disfunzioni, tumori, rene policistico)
Dal momento che il diabete, a lungo andare, provoca l’affaticamento renale, può essere utile seguire – sempre dietro consulto del proprio curante – a fini preventivi.
Questo tipo di alimentazione è benefico per coloro che sono affetti da patologie a carico dei reni, come l’insufficienza renale, in quanto va a ridurre il lavoro dei reni, evitando che tali organi si affatichino troppo.
Sotto consiglio medico, questa dieta è consigliata anche a chi, per anni, ha seguito un’alimentazione ricca di proteine. Seguendo questo regime per un certo periodo, si permette ai reni di riposare, prevenendo così ulteriori danni.
In generale, dovrebbe essere strutturata in 4 pasti giornalieri:
Vediamo quindi alcune idee di pasti per farsi un’idea di cosa consumare nei vari momenti della giornata.
Colazione
Pranzo
Spuntino
Cena
Ci teniamo ancora una volta a specificare che la dieta aproteica è un regime alimentare che viene prescritto da uno specialista medico in presenza di determinate patologie.
I soggetti sani e in buona salute, devono infatti seguire un’alimentazione sana, varia ed equilibrata, composta da tutti i nutrienti che il nostro organismo richiede. Tra questi, le proteine sono molto importanti; si trovano all’interno di ogni nostra cellula e costituiscono elementi fondamentali di organi, pelle, muscoli, ghiandole e fluidi corporei.
Ridurre le proteine senza che via sia alcuna necessità sotto il profilo medico-nutrizionale, può quindi portare a effetti collaterali, quali:
Inoltre, poiché le proteine servono per riparare le cellule danneggiate e crearne nuove, un regime alimentare senza proteine è da evitare in particolari momenti della vita come la crescita, la gravidanza e l’allattamento.
Con questa espressione si intendono quei prodotti dietetici con un residuo proteico inferiore all’1% e che sono destinati ad una alimentazione particolare, pensata in special modo per le persone affette da patologie renali come l’insufficienza renale.
Gran parte della frutta e della verdura e i cereali, tipo pane, pasta e riso.
Aproten Sedani è una pasta dietetica aproteica, destinata a fini medici speciali, per il regime alimentare di pazienti con nefropatie e patologie aminoacidopatie metaboliche.
Agnello e capretto sono fra le carni meno proteiche. Per quanto riguarda le carni rosse, quella di manzo è la meno proteica.
In generale occorre ridurre l’apporto di proteine e quindi assumere in quantità molto limitate carne, uova, pesce, formaggi e legumi.
Quelli freschi, tipo la ricotta perché meno ricchi di sale.
Il FriP è un formaggio che possono consumare anche i pazienti nefropatici e sotto dialisi perché brevettato tramite un metodo di produzione casearia innovativo.
Praticamente tutta. Gran parte della frutta, infatti, ha un apporto proteico molto limitato.
80 gr è la porzione media normale.
Si può trovare in farmacia e nei negozi specializzati in vari formati: panini, a fette, etc…
Quasi tutta la frutta è poco proteica, con meno di 1 g di proteine per 100 g. Per contenuto proteico si distinguono l’avocado con 4,4 g. A seguire, le pesche noci (1,4 g), le more (1,3 g) e poi kiwi e banane, entrambi con 1,2 gr.
Gli ortaggi con più proteine sono i broccoli, i cavoli, i carciofi, gli spinaci, gli asparagi e i peperoni.
In generale, i crostacei e i pesci grassi presentano una concentrazione proteica al di sopra della media. Ad ogni modo, il pesce più proteico è l’orata: con 29,70 gr di proteine in 150 gr di prodotto.
Va assolutamente bandito il sale aggiunto e vanno altresì eliminati anche tutti quegli alimenti che contengono sodio come gli insaccati e i formaggi stagionati, i prodotti conservati sotto sale e in salamoia, i dadi da brodo, i molluschi bivalvi e alcuni prodotti da forno tipo cracker e grissini.
Sarebbe bene evitare la pizza per via della presenza di ingredienti contenenti troppo sale.
Non spesso per via della presenza di sodio e fosforo, sali minerali che un rene già in difficoltà può non riuscire ad eliminare in maniera corretta.
Ok alla verdura, sia fresca che surgelata. Da evitare invece i legumi come, per l’appunto, i piselli. Funghi e carciofi sono concessi solo ogni tanto.
Per la salute dei reni è fondamentale bere almeno 1-1,5 l di acqua al giorno.
In caso di insufficienza renale si consiglia di bere un’acqua minimamente mineralizzata o oligominerale, con basso contenuto di sodio e di nitrati (inferiori ai 10 mg/L). Queste tipologie di acque, infatti, aiutano a non sovraccaricare la funzionalità renale, che è già compromessa.
Amido di frumento, fecola di patate, addensanti, destrosio e amido di mais. Contiene glutine.
Le carni bianche, soprattutto petto di pollo e petto di tacchino.
Nell’ordine, i pinoli (31 g ), le arachidi (26 g), le mandorle (22 g), i pistacchi (18 g) e gli anacardi (15 g). Ovviamente, i valori riportati si intendono per 100 grammi di prodotto.
Si tratta dell’avena, un cereale antico che ultimamente è stato riscoperto. Contiene ben il 15% di proteine.
La bresaola è ricca di proteine (151 kCal per 100 gr di prodotto) ed è anche l’affettato con meno grassi.
Il pane di kamut è ricco di proteine ed ha anche un sapore molto simile al pane tradizionale.
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