In questo articolo spiegheremo quali sono i principi base della dieta per colon irritabile. Un disturbo intestinale abbastanza diffuso, ma non semplice da diagnosticare e per cui, ancora, non esistono cure specifiche. I principali sintomi (come gonfiore e dolore addominale, alternanza tra stipsi e diarrea) sono gli stessi di altre patologie che colpiscono l’intestino. Nessuna certezza anche per quanto riguarda le cause. Anche se, è stato notato, che lo stato emotivo-psicologico e il regime alimentare possono influenzare – nel bene e nel male – questa patologia. Pertanto, per tenere a bada la cura di questo disturbo, anche al fine di evitare gli episodi acuti, è molto importante seguire un regime alimentare ad hoc. Ci sono infatti alcuni cibi che, causando fermentazione, vanno ad irritare la mucosa delle pareti intestinali. Questi andrebbero evitati totalmente o consumati molto di rado.
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D’altro canto, ci sono invece cibi “amici” dell’intestino, che andremo ad elencare di seguito.
La sindrome dell’intestino irritabile – o del colon irritabile – è un disturbo piuttosto diffuso caratterizzato da fastidi a livello addominale. Inoltre, si riscontra anche spesso problemi quali stipsi o diarrea, oppure entrambe che si presentano in maniera alternata.
Le cause di questo problema non sono chiare e quindi non esiste neppure una cura ben specifica. Si ritiene ci sia un forte influsso a livello psicosomatico (stress in primis) ed altri fattori come, ad esempio, intolleranze alimentari o l’assunzione di determinati farmaci.
Di certo, l’alimentazione influisce molto sul nostro benessere in senso generale. Nel caso specifico del colon irritabile, è stato rilevato che ci sono alcuni cibi che, più di altri, favoriscono l’insorgere del problema e/o acutizzano i sintomi già in corso.
Ciò premesso, la dieta e il regime alimentare sono fattori determinati nella gestione della sindrome del colon irritabile. Come accennato, alcuni cibi favoriscono il suo insorgere mentre altri, di conseguenza, riescono a mitigare i sintomi e i disagi ad essa connessi. Per questo è fondamentale conoscere quali sono i cibi promossi e quelli da bollino rosso.
I disturbi che la maggior parte della gente manifesta sono:
Come già accennato, non si conoscono con certezza le cause che scatenano questo disturbo. Spesso si tratta di una concomitanza di cause. Ad ogni modo, le cause più frequenti, che anche la comunità medico scientifica ritiene possano scatenare il problema o peggiorarlo sono le seguenti:
Chi soffre della sindrome di colon irritabile deve eliminare dalla propria dieta tutti quegli alimenti che peggiorano i sintomi, introducendo al contempo quei cibi che sono compatibili con tale condizione intestinale.
I cibi da escludere sono tutti quelli che possono fermentare e, di conseguenza, causare gonfiore e tensione a livello addominale, ed anche irritazione delle pareti dell’intestino. Tali alimenti vengono definiti FODMAP “Low-FODMAPs Diet” e sono tutti quelli presentano un livello di fermentabilità molto elevato, in quanto contengono alte concentrazioni di:
Dall’altra parte, bisogna quindi preferire tutti quegli alimenti con fermentabilità bassa che non provocano la produzione di gas intestinali.
Ecco l’elenco dei cibi ammessi.
per completezza di informazioni, dopo aver visto la lista degli alimenti consentiti e le modalità con cui cucinarli, vediamo ora ogni quanto mangiare i vari alimenti nell’arco della settimana.
Sono sconsigliati i seguenti alimenti:
È opportuno anche preferire tecniche e modalità di cottura semplici e salutari, che non richiedono l’aggiunta di condimenti che possano contenere molecole irritanti per la mucosa.
Ecco i metodi di cottura da preferire.
Metodi di cottura da NON utilizzare:
Molto consigliata l’abitudine di bere, almeno una volta al giorno, delle tisane lenitive che possono aiutare ad alleviare lo stato infiammatorio. Gli infusi più indicati sono quelli a base di:
I fermenti lattici si rivelano molto utili per favorire e garantire la salute e il benessere dell’intestino. Si tratta infatti di batteri “buoni” che vanno a riequilibrare la microflora intestinale alterata, rafforzandone la sua naturale barriera contro i microrganismi dannosi.
Oltre ai probiotici che si acquistano in farmacia, può essere utile consumare abitualmente alcuni alimenti come il kefir e il latte fermentato, eccezionali per regolarizzare l’attività intestinale in quanto mantengono la flora batterica in condizioni ottimali.
Sulla base di tutto quanto finora spiegato, ecco un esempio tipo di menù giornaliero con varie alternative.
Scelta tra:
Ora che abbiamo elencato i cibi da preferire e quelli invece da limitare se si soffre della sindrome di colon irritabile, passiamo a rispondere ai quesiti più ricorrenti sul tema.
L’avena è un’ottima soluzione in quanto si tratta di un alimento prebiotico. Si può consumare in fiocchi, ad esempio sotto forma di porridge oppure si può usare la farina d’avena, ad esempio per preparare dei pancake.
Lessate sono particolarmente indicate in caso di colon irritabile. Facili da preparare sono ben tollerate dall’intestino perché facili da digerire.
Va evitata la frutta più zuccherina, e quindi, pesche, anguria, mango, susine, mele, pere, albicocche… Per quanto riguarda la frutta secca, vanno aboliti anacardi e pistacchi.
Bere molto, almeno 1,5 / 2 litri di acqua ogni giorno, meglio se acqua alcalina ionizzata.
Oltre a non conoscerne le cause specifiche, purtroppo è un disturbo che può cronicizzarsi e acutizzarsi in determinati periodi della vita. Le fasi acute possono quindi durare alcuni giorni, qualche settimana o addirittura anche mesi. Essendo un problema persistente può avere ripercussioni importanti sulla qualità della vita.
Se l’intestino è pigro, il riso integrale può rappresentare un valido aiuto.
Il latte vaccino va escluso dalla dieta in quanto si tratta di uno degli alimenti a rischio per chi soffre di colite e colon irritabile. Preferire quindi le versioni vegetali, come il latte di riso e quello di soia, leggendo bene le etichette per verificare che non vi siano zuccheri aggiunti.
I formaggi stagionati e/o privi di lattosio come, ad esempio, il pecorino, la fontina, il grana Padano e la provola.
Tutti gli ortaggi che creano fermentazione e, di conseguenza, causano gonfiore a livello addominale. Sono pertanto banditi broccoli, cavolo e cavolfiore, ed anche aglio, cipolla e funghi.
No, andrebbe evitato totalmente. Così come il te nero. Meglio optare per il tè verde o il tè bianco.
Potrebbero dare sollievo tisane, infusi e decotti a base di erbe note per l’azione lenitiva, come malva, valeriana, psillio e melissa.
Solo un paio a settimana, non di più. E cucinate in maniera semplice, sode o alla cocque. Non fritte.
Assolutamente da evitare a causa del suo effetto riscaldante sul corpo che genera bruciore e infiammazione.
Sarebbe meglio evitarlo, specie durante la fase acuta del disturbo in quanto provoca fermentazione per la presenza del lievito.
I cereali meglio tollerati sono quelli senza glutine come la farina di mais e di avena.
Sì, rientrano tra gli alimenti consentiti.
Trattandosi di un formaggio stagionato, contiene scarse quantità di lattosio ed è quindi facile da digerire anche da chi soffre di colon irritabile.
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